18 Gennaio 2128, Casa di Ines e Axel.
❖ Beatrix ❖
Oggi ci svegliamo presto, dato che Axel mi ha detto che per arrivare al luogo dove sono stata trovata da Ines ci vuole più di un'ora. Voglio anche provare a fare il percorso a ritroso su per la montagna, perciò staremo fuori quasi tutto il giorno. Spero di scoprire qualcosa. Lo farò sicuramente, dato che vedendo cose appartenenti al mio passato riesco piano piano a ricordare. Io e Axel usciamo di casa che il sole sta spuntando appena tra le montagne, il cielo che prende una leggera sfumatura arancione. L'aria mattutina è particolarmente fredda, e una leggera brezza mi scompiglia i capelli. Il vento sembra insinuarsi sotto il mio cappotto e la sciarpa, facendomi rabbrividire. Axel, vestito leggero com'è, sembra esserci abituato. Ci incamminiamo sulla strada sterrata a pochi metri da casa, ma dalla parte opposta rispetto al paese. Sulle spalle abbiamo degli zaini con qualche cosa da mangiare. I nostri passi sono l'unico suono che sentiamo.
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❖ Beatrix ❖
Dopo poco più di un'ora di cammino fra le montagne, arriviamo a un punto in cui la strada di divide. Al bivio, come a segnare il cambiamento di direzione, c'è un palo di legno ammuffito dal quale pendono vari pezzi di stoffa logora e sporca. La leggera brezza li fa ondeggiare. Un'asse è inchiodata alla meglio al palo, come a formare una croce.Sul pezzo di legno ci sono incise due punte di freccia, che indicano le due direzioni che prende la strada. Sulla destra c'è scritto Grossglockner, mentre su quella a sinistra un'altro nome – probabilmente di un'altra montagna – ma è troppo sbiadito e non riesco a leggerlo.
- È qui che Ines ti ha trovata. -
Mi avvicino al palo, tendendo la mano, in silenzio. È vero. Sento come di essere stata qui. Guardo a destra, in direzione del Grossglockner.
- È di là. Ne sono sicura. Andiamo. -
Provo una strana sensazione. Questo posto sembra risvegliare i miei sensi, e decido di interpretare la cosa come un segno di essere già stata qui. Vedo passarmi davanti agli occhi immagini sfocate di cose già state.
- Va bene. -
Axel annuisce, e così prendiamo il sentiero di destra.
Poco dopo arriviamo a incontrarci con un'altra strada molto più grande, il cui asfalto è ancora quasi intatto. La lascio perdere e continuo dritta per la nostra solita strada, che si perde tra gli alberi e si fa sempre più piccola. Presto non è altro che una striscia di terra chiara e sassi grigi in mezzo al verde del bosco. Alcuni alberi ai lati del sentiero sono spogli, ma la maggior parte sono sempreverdi e perciò sempre rigogliosi. I loro rami però non sembrano essere rigidi come dovrebbero, ma tendono leggermente verso il basso. Stanno morendo. Come la maggior parte della vegetazione. Anche gli arbusti più piccoli sembrano essere sul punto di appassire definitivamente.
Dopo un'altra mezz'ora di faticoso cammino in salita, io e Axel arriviamo a una piccola radura. La sua strana posizione a ridosso della montagna – a destra infatti c'è la nuda roccia – mi fa pensare che probabilmente sia artificiale. L'entrata di un tunnel, che sembra inoltrarsi nel profondo della montagna, me ne da la conferma. Mi avvicino ad esso, affacciandomi nel buio. Faccio per entrarci dentro, ma una tremenda paura mi prende all'improvviso e sento le ginocchia tremare. Sgrano gli occhi fissando l'oscurità. Non voglio entrarci. Nessuno mi obbliga a farlo, perciò indietreggio di qualche passo. Però... Mi sembra di esserci stata. È vero.Ogni cosa di questo posto mi sembra familiare, soprattutto quel tunnel. Se dovrò entrarci, ci tornerò un'altra volta. Decido di rimandare.
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Meltdown - parte II (#wattys2020)
Science Fiction(COMPLETA) Che ne è stato di Melt Shepherd? Come si svilupperà la lotta contro l'Organizzazione ICM?