IL PASSATO

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IL PASSATO


Data sconosciuta, Luogo sconosciuto.


Per quelli che mi sembrano secoli rimango in bilico nell'oscurità. Non sento niente, a malapena ho la percezione del mio corpo. Forse delle voci ogni tanto, o magari è soltanto la mia immaginazione.

È come se stessi sognando. Un sogno completamente nero. Ho quasi la sensazione di potermi riuscire a svegliare da un momento all'altro, ma non saprei come farlo. Ogni tanto mi arriva una scarica di intenso dolore e grido. Grido con tutte le mie forze, ma non emetto nessun suono. Quando finalmente il dolore diminuisce, ritorno a barcollare nel buio.

Forse è questo l'Inferno. Già, credo proprio che lo sia. Piano piano che il buio si infittisce, mi sembra di dimenticare la realtà. Non ricordo più come sono finito qui, che cosa ero prima dell'oscurità. Non sono neanche più sicuro che esista la luce.


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Data sconosciuta, Luogo sconosciuto.


Finalmente mi sveglio.

So di essermi svegliato, anche se per adesso ho gli occhi chiusi. Sento il sangue che scorre nelle mie vene, il cuore che batte. La mia testa è appoggiata su un morbido cuscino e il mio corpo è coperto da un lenzuolo. È tutto reale. È tutto vero. Finalmente sono uscito dal buio. Apro gli occhi.

La luce bianca in un primo momento mi acceca. Mano a mano che ritorno a vedere riesco a definire una stanza dai toni chiari, con pochi mobili all'infuori del mio letto. Guardo il mio braccio e mi accorgo che c'è un ago che collega un tubicino trasparente a una flebo alla mia sinistra. Con la coda dell'occhio osservo le gocce di liquido entrarmi nelle vene.

Chiudo gli occhi e sospiro. Mi sento stanco, anche se ho la sensazione di essere stato immobile per molti giorni. Cosa è successo? All'improvviso riaffiorano vaghi ricordi. Il suono di un'esplosione lontana, il pavimento che crolla, tutta la casa che si distrugge. Mi appare davanti più vivida che mai l'immagine di mia sorella che grida il mio nome. Dov'è Melt? Dov'è mia sorella? Ricordo che è venuta a cercarmi tra le macerie. Sono stato trafitto da una trave. Com'è possibile che io sia ancora vivo? Lei ha creduto che fossi morto. Devo andare da lei! Provo ad alzare un braccio, ma un forte dolore mi impedisce di fare qualsiasi altro movimento. Sospiro ancora, con i polmoni agonizzanti.

Dove sono finito? Penso mentre osservo la stanza. Giro la testa lentamente e vedo che alla mia destra c'è un piccolo mobiletto. Sopra ci sono varie boccette con dentro dei liquidi colorati –probabilmente medicine – e un apparecchio nero. Il mio walkie-talkie. Vorrei prenderlo per provare a parlare con Melt, ma non riesco ad afferrarlo con la mano. Alzo gli occhi fissando il soffitto.

Sono in una specie di ospedale? Non riesco a farmi venire in mente altro vedendo la flebo e questa stanza così vuota. Magari Melt ha davvero trovato aiuto e sono riusciti a salvarmi. A salvare entrambi. Ma allora perché questo posto è così silenzioso e non c'è nessuno? Non esistono più posti del genere, almeno non a Berlino. Dove sono finito? In fondo alla stanza vedo una piccola porta grigia, ma non sento nessun suono provenire da qualunque luogo essa celi.

Sposto di nuovo lo sguardo sui pochi mobili della stanza. Mentre guardo in alto vedo che in un angolo c'è una telecamera, puntata verso il mio letto. Allora c'è qualcuno. Non so perché però, mi sento improvvisamente a disagio e abbasso gli occhi. Proprio in quel momento sento la porta aprirsi.

Meltdown - parte II (#wattys2020)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora