12 Marzo 2128, Base dell'Organizzazione ICM in mezzo al mare

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12 Marzo 2128, Base dell'Organizzazione ICM in mezzo al mare.


❖ Sam Shepherd ❖


IlCapo resta per tutto il tempo segregato in una stanza, solo con il suo dolore.

La preveggenza che ha ricevuto da me e Melt sta entrando a far parte del suo corpo, e dal quel che ho potuto vedere è un processo molto doloroso. Oggi però è in piedi – sembra un uomo del tutto nuovo – ed entra nella sala comando, dove ci siamo soltanto io e Konny.

Cammina a grandi passi, alto e slanciato nel suo completo rosso scuro. I suoi capelli neri sono come al solito legati in una bassa coda. Gli occhi – fin a pochi giorni fa due pozzi neri – adesso sono entrambi verdi e brillanti. Si avvicina a me.

- Grazie di tutto, Samuel. -

Mi accarezza i capelli e poi si allontana, per dirigersi verso Konny.

- Signor Novak. Finalmente si è ripreso. -

Lei si alza in piedi. Sembra vagamente nervosa.

- Sì. Konny, adesso possiamo procedere. L'operazione Meltdown è quasi finita. Metti in moto quest'affare. -

Dopo aver dato questi ordini a Konny, il Capo torna da me.

- Samuel, è tempo di partire. Torneremo nel posto da dove sono partito: Bangkok, la capitale dell'Alleanza Indo-Cinese. Un attacco da parte nostra è l'ultima cosa che si aspettano, perciò non sarà difficile prendere il potere. Ma prima ci sono alcune cose da fare. -

Per un attimo smette di parlare e si tocca la fronte che una mano, aggrottando le sopracciglia. Evidentemente il dolore è ancora molto forte.

- Quei ragazzini che viaggiavano con tua sorella presto saranno qui. L'ho visto. Stavolta voglio sistemarli una volta per tutte. Porta qui tua sorella, Yara, Erin e Andris. -

- Subito. -

Non ho più visto Melt da quando me ne sono andato da quella stanza, quando entrambi abbiamo donato la nostra preveggenza. Ma il pensiero di rivederla non mi fa né caldo né freddo. Ormai per me è un'estranea. Konny preme alcuni pulsanti sul display di comando e di colpo tutta la nave sussulta. Poi sento i motori cominciare ad accendersi.


❖❖❖❖❖


❖ Melt Shepherd ❖


Sono nella mia stanza insieme a Yara. Appoggio il palmo della mano alla finestra, mentre scruto il mare e la sottile linea di terra all'orizzonte. Spero con tutta me stessa che Niklas sia sulla terraferma a cercarmi, a osservare l'orizzonte alla ricerca di questa enorme portaerei.

Yara sta portando via ciò che è avanzato della mia colazione. Per quanto il cibo sia delizioso, non riesco a mandare giù quasi niente. Dovrei impegnarmi a tenermi in forze, ma da quando sono qui mi sento come un fantasma intrappolato. La vitalità e l'energia che credevo di avere sono sparite come lacrime al sole.

Sento Yara incamminarsi verso la porta. Proprio quando afferra la maniglia, un suono assordante e improvviso risuona ovunque, facendo tremare il vetro della finestra. Sono costretta a tapparmi le orecchie.

- Ma che succede?! -

Non ho mai sentito un rumore del genere. Non saprei a che cosa associarlo. Subito dopo però, non appena il suono si è fatto più sopportabile, i flutti del mare e le onde sembrano farsi più intensi. Apro la finestra – immediatamente il vento entra nella stanza, ancora più intenso del solito e fa volare ovunque i fogli che erano sulla scrivania. Metto la testa fuori, e guardo in basso. Il mare grigio è agitato da onde altissime e schiuma. Adesso capisco chiaramente da dove arriva quel rumore assordante: gli enormi motori posti agli estremi della nave si sono azionati, agitando l'aria. Sento un piccolo schizzo d'acqua arrivarmi sulla mano e cominciare a bruciare. Rimetto dentro la testa e chiudo la finestra, osservando la piccola macchietta di sangue sul dorso della mia mano sinistra.

Meltdown - parte II (#wattys2020)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora