capitolo 24

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dopo circa 40 minuti passati a coccolarci nella vasca, decidiamo di uscire.
«esci prima tu però, poi ti giri ed esco io»
"Ma lo sai che ti ho già vista nuda?" chiede lei seria
«si,ma mi vergogno»
"Ok" dice uscendo dalla vasca. Sembra tra l'arrabbiato e il deluso, ma non so cosa farci, so che mi ha già vista ma non riesco a farmi vedere in ogni momento e mi sento molto in colpa per questa cosa, ma ancora sono troppo insicura. Mi fa strano solo il pensiero che una ragazza così bella possa stare on una come me:piena di insicurezze dalla testa ai piedi, permalosa come pochi, bipolare e che non sa mai trovare la via di mezzo nelle cose, per me esse sono o bianche, o nere, non ci sono sfumature. Quando lei è uscita, si è coperta con l'asciugamano e si è girata, esco anch'io e velocemente cerco di coprirmi il più possibile. Senza degnarmi di uno sguardo esce dal bagno e va in camera a vestirsi. Ci resto un po' male non capendo il motivo del gesto, davvero la fa arrabbiare così tanto il fatto che io non riesca a farmi vedere sempre da lei senza vestiti? Decido di non pensarci e mi lavo anche la faccia prima di andare in camera a vestirmi. Opto per un'outfit  semplice:jeans, maglietta che arriva all'ombelico e le Vans. Una volta vestita vado a truccarmi, soprattutto per coprire le occhiaie dovute alla notte passata quasi tutta in bianco. Quando ho finito anche di sistemarmi i capelli, prendo il telefono, avviso V che stiamo uscendo e vado in sala. Quando entro lei si gira a guardarmi per interminabili secondi, mi sento avvampare, ma lei non dice nulla.

«andiamo?» chiedo un po' incerta. Lei annuisce e si alza dal divano.  Lei prende l'ascensore mentre io faccio le solite otto rampe di scale. Quando arrivo al piano terra, stranamente, non la trovo ad aspettarmi sul pianerottolo come sempre, è già uscita. Sospiro,mentre mi dirigo verso al parcheggio della sua auto,pensando che quando fa così sembra davvero una bambina e mi irrita ma nello stesso tempo la trovo terribilmente adorabile. Entro e lei mette in moto, senza degnarmi di uno sguardo e senza mettermi la mano sulla gamba come al solito. Nessuna delle due parla, si sente solo la radio, interrotta ogni tanto dai rumori del traffico. Oggi c'è davvero molta gente in giro, penso perché è davvero una bella giornata, il sole illumina tutta la città riflettendo sulle vetrate dei palazzi e creando dei riflessi che si vedono sulla strada. Per arrivare all'hotel ci metteremo almeno il doppio del tempo ed io non ce la faccio a stare tutto sto tempo in macchina con un a persona che non mi degna nemmeno di uno sguardo. Spengo la radio, mi giro verso di lei e dico

 «allora si può sapere che hai? da quando sei uscita dalla vasca sei diventata un ghiacciolo»  lei ignora completamente la mia domanda e riaccende la radio. Ma con chi crede di avere a che fare?

«o mi rispondi oppure io scendo da questa cazzo di macchina e vado a piedi» dico spegnendo nuovamente la radio. Lei continua ad ignorarmi quindi faccio per aprire la portiera anche se siamo nel bel mezzo del traffico.

''ferma'' dice bloccandomi il braccio, mentre continua a tenere gli occhi fissi sulla strada

«allora rispondi»  dico scazzata

'' va bene, mi da fastidio che non ti fai vedere da me, sono la tua ragazza cazzo, dovresti essere a tuo agio con me, invece a volte ti comporti come se fossi una persona a caso''

«prima cosa, con una persona a caso no n ci avrei mai fatto il bagno, secondo, io con te mi sento a mio agio ma non sempre riesco a farmi vedere, no n so perché ma non pensare che a me non dia fastidio questa cosa, perché fa star male anche me»  senza sapere il motivo scoppio a piangere, non voglio che le mie insicurezze siano motivo di discussione tra di noi, purtroppo le ho e sono davvero molte ma sto provando a lavorarci per stare meglio con me stessa

''piccola non piangere, ti prego. Non dovevo arrabbiarmi, scusami'' dice lei dispiaciuta girandosi verso di me e asciugandomi le lacrime con la mano libera

«non voglio che le mie insicurezze rovinino tutto o siano motivo di discussione tra noi due» 

''non hai rovinato nulla, probabilmente non avrei dovuto prendermela così tanto per questa cosa. Combatteremo insieme le tue insicurezze, te lo prometto. Però devi dirmi da dove partono, altrimenti non posso aiutarti'' 

«va bene, ti racconterò tutto»  sono un po' spaventata a doverle raccontare tutto, non ho mai parlato a nessuno di queste cose, nemmeno a V. Ma di Taylor mi fido e so che non userebbe mai quello che gli dico contro di me. Smetto di piangere e lei continua ad accarezzarmi la gamba, ormai siamo quasi arrivate all'hotel ed il traffico sembra essersi dissolto. Arriviamo davanti all'hotel e V è già li ad aspettarci sul marciapiede. Sale in macchina e dopo averci salutate inizia con le sue solite battutine.

''ma avete fatto cosi tardi perché nel tragitto vi siete fermate a fare una sveltina?'' santo dio perché è così sfacciata

«no, ma sai com'è siamo in una grande città e spesso e volentieri c'è pure traffico» 

''oii calma, va bene che non hai dormito ma non puoi essere così scontrosa'' altro riferimento sessuale, io ci rinuncio, giuro.

''dove vogliamo andare?'' chiede Tay cambiando discorso

«già che è una bella giornata potremmo andare a Coney Island, che ne dite?» propongo 

''per me va bene'' risponde Tay

''per me anche'' conferma V

«perfetto, andiamooo» 

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