capitolo 28

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"ciao piccola, non sei contenta che il tuo ragazzo sia venuto a trovarti?"pronuncia queste parole con un tono strano, quasi malato e continua ad avvicinarsi a me

«Josh, io e te non siamo mai stati insieme sul serio, facevamo i fidanzatini solo in presenza dei nostri genitori per non farci rompere, lo sai benissimo»

"amore ma che cosa stai dicendo, dai non scherzare e vieni a salutare il tuo ragazzo che ha preso un'aereo per vederti"  continua ad avvicinarli mentre io faccio qualche passo indietro, non è il ragazzo che conosco, vorrei correre a gambe levate ma la paura mi tiene ancorata al pavimento

«josh, stammi lontano» dico terrorizzata, c'è qualcosa nei suoi occhi che mi mette un ansia inspiegabile. Lui ignora completamente quello che ho detto e continua ad avvicinarsi. In questa parte del supermercato ci siamo io e lui, una donna sulla cinquantina  che appena ha capito la situazione se ne è andata ed un ragazzo più o meno della mia età, molto alto e palestrato che  guarda incuriosito la scena. Fa ancora pochi passi verso di me e me lo trovo davanti, fa per baciarmi ma io velocemente mi sposto e gli tiro uno schiaffo

«sei diventato sordo? vattene, non voglio vederti,non sei il mio fidanzato.»

"puttana vieni qua" dice prendendomi per un braccio ed iniziando a strattonarmi verso di lui.

Il ragazzo che fino a quel momento era rimasto a guardare la scena lo spinge via da me dicendo

"hai sentito cosa ha detto? non vuole vederti, non so cosa ci sia tra voi due ma devi fartene una ragione amico" Josh, intimidito da un ragazzo che è chiaramente il doppio di lui, se ne va ma dall'occhiata che mi lancia penso che la cosa non finisca qui

"spero abbia capito che non deve importunarti, comunque, stai bene?" Il ragazzo, che fino a quel momento era rimasto girato verso di lui, dandomi le spalle, si gira verso di me. Solo ora noto i suoi occhi azzurro oceano che mi ricordano molto quelli di mio nonno

«ehm si...credo di si»

"non voglio provarci con te, sei una bella ragazza ma il mio ragazzo non ne sarebbe molto felice, però mi sembri molto scossa, sei qui da sola? vuoi che ti accompagni da qualcuno?"

«sono qui con la mia ragazza, dovevo portarle le uova prima che pagasse, ma ormai penso abbia già fatto» dico riponendo le uova sullo scaffale dove le avevo prese

"beh, se dovevi solo prendere le uova penso si starà preoccupando vedendo che non torni" sinceramente non ci avevo pensato, sono un'attimo rincoglionita dalla situazione. Prendo il telefono dalla tasca posteriore dei jeans e controllo le notifiche: 4 messaggi e 3 chiamata perse da parte di lei. Mi affretto a chiamarla e dopo due squilli risponde

"finalmente eh, dove cazzo sei finita? dovevi prendere 4 uova, non andarle a prendere da una gallina" sentendo il suo tono parecchio nervoso, scoppio a piangere

«i-io, scusa è solo che...»

"oy, perché piangi? che è successo? dove sei?"

«sono nel supermercato tu?»

"sono nel parcheggio, devo venire a prenderti dentro? non stai bene?"

«non lo so, vengo io, dopo ti spiego» dico tra un singhiozzo e l'altro. Sento la mano del ragazzo posarsi sulla mia spalla per tranquillizzarmi ma è del tutto inutile, continuo a piangere come ad una bambina di cinque anni a cui cade il gelato sul marciapiede.

"posso accompagnarti dalla tua ragazza? almeno sono sicuro che non incontri nuovamente quel tizio uscendo" annuisco e ci dirigiamo all'uscita. Appena vedo Tay fuori dalla macchina parcheggiata corro verso di lei e mi rifugio tra le sue braccia. Dopo poco ci raggiunge anche il ragazzo.

"piccola che è successo? mi stai facendo preoccupare" io provo a parlare ma inutilmente perché con il pianto ed i miei singhiozzi le parole che escono dalla mia bocca sono incomprensibili

"ehm scusa, in pratica ho visto un ragazzo che continuava ad importunarla, inizialmente non mi sono preoccupato, ma quando ha iniziato a strattonarla sono intervenuto. L'ho accompagnata per assicurarmi che stesse bene, ora vado" dice il ragazzo rivolgendosi a Tay, lo ringrazio mentalmente perché in queste condizioni non sarei mai stata i grado di raccontarle l'accaduto.

"grazie mille,davvero" dice Tay rivolgendosi a lui e stringendomi ancora più forte a se

"figurati" risponde lui, prima di girarsi e tornare in direzione del supermercato.

Rimaniamo abbracciate nel parcheggio per non so quanto tempo. Quando inizio a calmarmi saliamo in macchina. Lei fa partire l'auto e mi accarezza la gamba io appoggio la testa sulla sua spalla e rimaniamo in silenzio fino a casa.
Una volta parcheggiata la macchina nel parcheggio del condominio, saliamo e andiamo subito sul divano. Mi ributto tra le sue braccia e lei mi stringe forse a lei facendomi sentire al sicuro.

"chi era quel ragazzo? "  mi chiede con un tono dolce accarezzandomi la schiena

«era Josh, quello con cui fingevo di stare insieme per far contenti i suoi e soprattutto i miei genitori»

"Ma scusa cosa ci fa qui? Non è dell'Arizona? E cosa voleva da te? "

«non lo so, diceva di essere il mio fidanzato sembrava un folle.Aveva qualcosa negli occhi che mi terrorizzava.Ha provato a baciarmi ma, ovviamente, l'ho spinto via prima che potesse farlo e gli ho tirato una sberla. Poi il resto lo sai, ha iniziato a strattonarmi e fortunatamente è intervenuto quel ragazzo»

"già, menomale. io quello li lo gonfio comunque se riprova a toccarti. Dobbiamo andare dalla polizia a denunciarlo domani"

«amore, no, non voglio casini. Va bene cosi»

"mh..va bene, ma se dovesse ricapitare lo denunci"

«va bene»

"Bene,io devo mettere a posto la spesa. Tu riposati, va bene?"

«vado a fare un bagno, quando hai finito mi raggiungi?»

"Certo" dice dandomi un bacio prima di alzarsi ed uscire di casa

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