capitolo 6

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Sono le 9:30 e sono quasi arrivata in ospedale per prendere mamma e Brian. Non ho chiuso occhio tutta la notte per paura di un'eventuale chiamata dall'ospedale che avrei potuto non sentire. Sono ancora sconvolta dall'accaduto, nonostante non sia successo niente di grave, non so gestire queste cose.
Lascio la macchina nel parcheggio semivuoto e mi dirigo all'entrata, faccio i tre piani di scale e raggiungo la camera di Brian, gli do dei vestiti puliti e lo lascio cambiare, spero non sia rimasto troppo traumatizzato dall'accaduto, nonostante litighiamo spesso è pur sempre il mio fratellino. Porto i vestiti anche a mamma e la trovo a firmare le carte per la dimissione.
«Come stai?»
"Bene, fortunatamente nessuno si è fatto male. Oggi non c'è bisogno che porti Brian a calcio, lo porto io visto che inizio il turno dopo"
«ma non vi volete riposare almeno un giorno? Avete sempre avuto un incidente»
"skyler, stiamo bene, non è successo nulla stai tranquilla. Me l'ha chiesto tuo fratello di andare a calcio nonostante questo."
Mi limito ad annuire ed esco dalla camera con i fogli firmati e li do ad un infermiera.
Qualche minuto dopo mamma e Brian escono dalla camera e li porto a casa. Duratte il tragitto non parla nessuno, si sente solo il rumore delle auto e i clacson che suonano incessantemente. Dopo diverso tempo passato in macchina a causa del traffico arriviamo a casa. Mamma si mette subito ai fornelli e io mi offro di darle una mano ma rifiuta subito. Aspetto che sia pronto e vado a chiamare mio fratello. Durante il pranzo rompo il silenzio dicendo a mamma
«stasera esco a cena, per te va bene?»
"Non hai scuola domani?"
«no, c'è sciopero tranquilla»
"Va bene, ma ci hai messo cosi poco a dimenticare Josh?"
«mamma ne abbiamo già parlato, per me Josh è un amico, nulla di piú. Solo perchè tu ed i suoi genitori siete amici non vuol dire che dobbiamo stare per forza insieme»
"Fa come vuoi, ma lui è perfetto per te, puó darti una bella vita e dei figli"
Le lancio un'occhiataccia e non le rispondo. Finisco di mangiare, metto il piatto in lavastoviglie e vado in camera. Guarda te se a 17 anni devo sentirmi dire con chi dovrei stare, come se fosse sua la vita.
Verso le tre sento mia madre uscire allora decido di iniziare a prepararmi, ancora non ho la minima idea di cosa mettermi. Faccio un lungo bagno caldo, mi lavo i capelli e cerco un pò di rilassarmi. Ho molta ansia per stasera e non capisco perché. Mi asciugo e metto l'intimo dopo di che asciugo i capelli e chiamo Victoria per farmi aiutare con l'outfit.
"Allora bellezza come va? Hai gia in mente come vestirti?"
«Bene a te? Comunque no, vuoto totale» dico ridendo
"Non ti propongo nemmeno di metterti un vestito, so che li odi. Potresti mettere quel body aperto sulla schiena no?"
«Sii ci sta, sotto potrei mettere o questi o questi» dico mostrandole un paio di jeans strappati e un paio di pantaloni di pelle.»
"Secondo me starebbero meglio i jeans provali"
Provo l'outfit con i jeans «com'é?»
"Se vuoi farla innamorare è perfetto"
Scoppio a ridere «dai è solo un'uscita non dobbiamo sposarci»
"Sisi certo, per ora. I capelli come li fai? Ricci o mossi? "
«pensavo di farli ricci che ne dici? »
"Secondo me ci sta, a che ora ti viene a prendere?"
«Alle otto, perchè?»
"Sono le 19:30, fai in fretta o farai tardi"
«va bene allora vado a farmi i capelli grazie amo»
"Figurati, è a questo che servono le migliori amiche, voglio sapere tutti i dettagli domani" metto giú la chiamata e corro in bagno ad arricciarmi i capelli e a truccarmi. Opto per un trucco semplice: fondotinta, eyeliner e un pò di mascara. Mentre sto aggiustando le ultime cose sento vibrare il telefono.
Da Taylor
"Sono qui fuori♡"
A Taylor
«Due minuti ed esco <3»
Prendo la borsa, metto le scarpe ed esco. Ad aspettarmi fuori c'é una macchina sportiva nera. Entro in macchina e
"Wow"
«cosa?» dico imbarazzata
"Sei davvero bella" e tu sei una figa della madonna, ovviamente questo lo penso e mi limito a dire «grazie».
Peró è davvero bella, indossa un paio di jeans strappati e una maglietta nera semplice con una scollatura non troppo profonda.
Rompo il silenzio che si è creato e le chiedo: «quindi dove andiamo?»
"Ti ho già detto che è una sorpresa, quando arriveremo vedrai" dice sorridendo.
Oddio quel sorriso, sto per sciogliermi.
Quando passiamo sul ponte di Brooklyn sta iniziando a farsi buio e iniziano a vedersi le luci della città e quelle degli uffici. Ho sempre amato questa città e devo ammettere che mi mancava.
"Quindi che mi dici?"
*Che se continui a sorridere potrei non rispondere delle mie azioni*
«che voglio sapere dove andiamo»
"Ancora? Ti ho detto che è una sorpresa" dice ridendo
«odio le sorprese»
"Allora te ne faró molte, comunque tra 5 minuti siamo arrivati"
«aspetta questa è la strada che porta al Rainbow Room, giusto
"Ehm forse? Come fai a saperlo scusa?"
«ho sempre amato quel posto e ho sempre sognato che qualcuno mi portasse li»
"Si peró cosi mi hai rovinato la sorpresa" dice continuando a sorridere, perchè mi fai questo?
«ops»
Appena arrivate parcheggia e viene dalla mia parte ad aprirmi la portiera
«sai che potevo farcela anche da sola?» dico ridendo
"Ah si? Pensavo fossi troppo piccola per riuscirci" dice, lanciandomi uno sguardo di sfida.
La guardo malissimo e inizio a camminare verso l'entrata. Lei mi raggiunge e appena entrate dice al cameriere "ho prenotato un tavolo"
si, certo a che cognome?”
"Gray"
“seguitemi vi porto al tavolo, vedo che ha scelto uno dei migliori”
Ci porta al tavolo e rimango a bocca aperta per la vista. Ho sempre sognato di venire qui ma uno, non avrei mai pensato che qualcuno mi ci portasse e due, non pensavo che la vista fosse davvero cosí mozzafiato. Davanti a me vedo l'empire, sulla destra time square e tutta la città illuminata. A risvegliarmi dai miei pensieri è la sua voce
"ehy, ci sei?"
«sisi scusa» ci sediamo e sinceramente non so se sia piú bella lei o la vista

{Questa è la vera vista del ristorante} "Allora,  dimmi qualcosa di te,  nonon so quasi nulla se non che hai 17 anni e che ami questo posto "«Allora mi sono trasferita qui dall'Arizona ma

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{Questa è la vera vista del ristorante}
"Allora,  dimmi qualcosa di te,  nonon so quasi nulla se non che hai 17 anni e che ami questo posto "
«Allora mi sono trasferita qui dall'Arizona ma. In realtà bo sempre girato molto per il lavoro mio padre. Dopo che lui e mamma si separarono mamma decise di tornare qui e ricominciare»
"Interessante e poi? "
«il resto lo scoprirai più avanti, forse» dico sorridendo
"Uhh una ragazza misteriosa, mi piace"
«e di te invec-»
Il cameriere mi interrompe
"Avete deciso cosa ordinare?"
"In realtà no, puó darci 5 minuti? "
“certo
Il cameriere si allontana
"Allora cosa prendi? "
«uhm non lo so, mi sa che prenderò una fajitas e dell'acqua»
"Ti piace tanto il cibo messicano a quanto vedo"
«già»
Il cameriere torna e lei ordina anche per me, il che mi fa molto piacere perchè per quanto cerchi di non interessarmi del giudizio altrui, questo mi influenza fin troppo e mi sento giudicata anche solo quando chiedo un cappuccino al bar,o quando ordino qualcosa appunto, nonostante mi ripeta che non vale niente.
Quando il cameriere si allontana dal tavolo mi dice "cosa mi stavi chiedendo prima? "
«volevo sapere qualcosa su di te, so solo il tuo nome e che lavori in un bar» dico sorridendo
"Vediamo, allora, ho 21 anni e mi sono trasferita qui con la mia famiglia l'anno scorso. Mi sono messa un pó di soldi da parte ed ora sto cercando un appartamento dove andare a vivere da sola"
«21 anni? Pensavo fossi piú piccola»
"Grazie eh" dice facendo la finta offesa
«daii non è colpa mia, da una parte è un complimento»
"Certo certo"
Qualche minuto dopo arriva il cameriere con i piatti, mangiamo e continuiamo a parlare e a conoscerci.
Verso le 22:00 decidiamo di uscire dal ristorante.
«facciamo a metà per il conto? »
"Non se ne parla, pago io"
«daiii»
"No, al massimo la prossima volta faremo a metà" sorrido come un'ebete a quella frase
«ci sarà una prossima volta?»
"Beh si...se vuoi"
Durante tutta la sera ho avuto davanti una ragazza totalmente diversa da quella del bar. Magari mi sto montando la testa io ma sembra mi guardi con occhi diversi da quelli con cui guarda gli altri. Mentre mi perdo tra i miei pensieri lei va a pagare e quando torna mi chiede "allora sei stanca? O posso portarti da un'altra parte"
«mi ci puoi portare solo se mi dici dove stiamo andando»
"Dai sali in macchina e te lo dico"
Faccio come mi dice, mentre mette in moto le dico «quindi? Dove mi porti?»
"Sorpresa"
«daiii» dico ridendo
"Indovina"
«non lo soo quanto ci vuole ad arrivare?»
"40 minuti circa"
«non ne ho la minima idea»
"Allora dovrai aspettare" dice sorridendo.
Smettiamo di parlare e guardo fuori dal finestrino, spero di piacerle come lei piace a me.
Mentre guardo le luci dei grattacieli e le auto sfrecciare di fianco a noi sento la sua mano appoggiarsi sulla mia gamba. Penso di essere un pomodoro, ma non dico nulla e metto la mia mano sulla sua.

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