Erano passati alcuni giorni dalla fine delle vacanze invernali e da quando i ragazzi erano tornati a scuola.
Il violetto aveva raccontato a Cico delle conoscenze che aveva fatto a scuola, rendendo felice il rosso.
Erano le 10.30 della domenica mattina; Stre fissava il soffitto della camera, in silenzio. Non aveva chiuso occhio quella notte, era spaventato... Quel giorno, infatti, avrebbe dovuto parlare alla madre, che era di ritorno dal suo viaggio di lavoro.
Il rosso dormiva tranquillo a pancia in giù affianco a lui; una delle sue solide braccia era posata sul petto del violetto, e piegata così che la mano del rosso potesse sfiorare delicatamente la guancia di Stre.
Passarono alcuni minuti, poi il violetto avvertì la mano del ragazzo affianco a lui accarezzargli teneramente la guancia rosastra su cui era posata.
Stre giro leggermente il volto così da poter vedere che il rosso lo stava osservando ancora impastato dal sonno.
Cico: Giorno
Disse sorridendo teneramente, mentre si strofinava gli occhi con le mani.
Stre: Buongiorno
Rispose il ragazzo con tono tenero ma voce stanca.
Cico: Che ore sono?
Cico guardò il ragazzo, notando che, esattamente sotto ai suoi grandi occhi, c'erano due altrettanto grandi occhiaie scure.
Il rosso fece un espressione preoccupata per poi avvicinarsi al ragazzo e, girandolo verso di lui, stringerlo a sé; mentre le sue delicate dita gli accarezzavano i capelli violetti.
Cico: Non hai dormito?
Chiese preoccupato
Stre: Non proprio... No...
Rispose il ragazzo sbadigliano piano
Stre: Ma non è nulla che del correttore non possa risolvere...
Aggiunse poi.
Cico: No no, ora tu dormi.
Disse deciso passando nuovamente le dita tra i capelli morbidi del violetto.
Stre: Ma... Non credo di riuscire...
Disse titubante
Cico: Sei preoccupato?
Stre: No, sono terrorizzato, è diverso.
Disse accostando il volto al petto del ragazzo
Cico: Stre... Andrà bene... Ma devi dormire almeno un paio d'ore!
Ripetè il rosso deciso a far addormentare il fidanzato.
Cico: Chiudi gli occhi
Disse dolcemente lasciando un bacio sulla fronte del ragazzo.
Il pomeriggio stesso infatti la madre del ragazzo sarebbe passata di lì, poiché il figlio le aveva detto che dovevano parlare, e aveva aggiunto, inoltre, l'indirizzo dell'appartamento del rosso.
Inutile dire che, anche se il violetto riuscì, con qualche strano incantesimo, a dormire un paio d'ore, una volta sveglio era ancora più agitato di prima.
Giunsero le 16 del pomeriggio stesso, il campanello suonò rumorosamente e all'improvviso, facendo sobbalzare il ragazzo seduto sul divano. Il rosso mostrò un sorriso rassicurante al ragazzo, poi insieme andarono ad aprire la robusta porta bianca dell'appartamento.
Dall'altra parte c'era una donna molto bella di, più o meno, 45 anni. Dei lunghi capelli castano chiaro cadevano ondulati sulle sue spalle, mentre il viso era incorniciato da due grandi occhi color miele e dalla carnagione chiara, proprio come il figlio.
Sfoggiava orgogliosamente un' espressione pressoché seria, mentre guardava i due ragazzi davanti a lei.
Mamma S: Ciao Federico
Disse rivolgendosi al figlio che teneva lo sguardo rivolto a terra
Mamma S: Buongiorno Nicola
Aggiunse spostando lo sguardo sul rosso
Cico: Venga pure avanti...
Disse serio mentre la donna entrava all'interno dell'appartamento.
Stre: Ciao mamma
Disse con voce sottile
Mamma S: Allora come mai mi hai fatto venire qui e non a casa?
Chiese mantenendo un tono di voce neutro
Stre: I-io vivo qui, adesso da quando sei partita per lavoro
Disse piano
Mamma S: Cosa?
Domandò confusa la donna squadrando i due ragazzi
Mamma S: Perché?
Aggiunse poi seria
Stre: Perché tuo marito h-ha tentato di uccidermi
Disse con voce tremante e stringendo i pugni
La faccia neutra della donna si trasformò per un attimo in un espressione confusa, per poi tornare seria.
Mamma S: C-cosa?
Domandò confusa
Mamma S: E da quando?
Stre: O-ogni volta che te ne vai d-da qualche parte per lavoro.
Disse piano continuando a tenere lo sguardo basso
Mamma S: E perché non me lo avresti mai detto?
Chiese titubante senza scomporsi minimamente
Stre sgranò gli occhi
Stre: Perché non credevo ti sarebbe importato.
Disse tutto d'un fiato.
La donna lo guardava incerta, non sapeva se credere al ragazzo o meno.
Mamma S: Se ha tentato di ucciderti, come hai fatto ad impedirlo?
Chiese seria
Cico: Io lo ho salvato.
Esordì il ragazzo con tono fermo e sicuro
Il volto della donna non si scomponeva minimamente.
Mamma S: Andiamo a casa.
Il violetto alzò lo sguardo sgranando gli occhi incredulo dalle parole della donna
Stre: Non mi credi?
Domandò confuso
La donna non rispose
Stre: I-io non ci ritorno in quel posto.
Disse serio.
Mamma S: Stai disubbidendo a tua madre?
Domandò seria
Stre: Tu non ti sei mai comportata come tale! Non hai nemmeno mai dimostrato di volermi bene! Non mi hai mai sostenuto o incoraggiato! E ora pretendi che io ti tratti da madre?!
Disse alzando il tono di voce più di quanto non lo avesse mai fatto.
Un espressione stupita si formò sul volto della donna e del ragazzo affianco a lui.
Mamma S: Mi hai fatto perdere tempo Se vuoi rimanere qui, resta pure.
Cico:...Lei è crudele. Non credere nemmeno a suo figlio, dopo tutto ciò che ha passato Lei non ne ha nemmeno idea! Non ha idea di ciò che ha passato, e di quanto coraggio abbia dovuto usare per poterle parlare. Non si merita di averlo come figlio. Se ne vada fuori, adesso!
Disse il ragazzo alzando il tono di voce.
Stre: Ho sempre e solo voluto renderti fiera di me...
Aggiunse con voce tremante
Magari non sembrava, ma nell'espressione della donna c'era una nota di tristezza era come se qualcosa si fosse spezzato dentro di lei, anche se non sapeva bene cosa. Guardo i due ragazzi prima di girarsi e uscire dall'appartamento. Una volta chiusa la porta una gocciolina calda rigò la sua guancia
Stre era rimasto zitto mentre guardava la madre andarsene. Cadde in ginocchio, senza dire una parola facendo preoccupare Cico che si affrettò ad inginocchiarsi di fronte a lui e ad abbracciarlo.
Il violetto affondò il volto sul petto del ragazzo, scoppiando a piangere silenziosamente.
Il rosso lo strinse più forte a sé; era veramente orgoglioso del ragazzo ed era anche estremamente triste per l'accaduto.
Portò una mano tra i capelli del violetto accarezzandoli piano.
Cico: Sono fiero di te, lo sono sempre io.
Esordì dolcemente, stringendo il ragazzo più forte a sé, nella speranza di calmarlo.
Passarono un paio di minuti e le lacrime calde che scendevano dagli occhi del violetto cessarono, lasciandogli gli occhi rossi e gonfi.
Non appena si staccò dal ragazzo abbasso lo sguardo a terra.
Stre: Ti ho bagnato tutta la felpa scusami
Disse triste
Cico: Non importa, è solo una stupida felpa.
Rispose il rosso posando una mano sulla guancia del ragazzo, che posò, a sua volta, la sua gracile mano su quella di Cico senza dire nulla.
Cico: Stre
Stre: Sono stanco
Disse con tono spento, alzandosi in piedi, per poi guardare il ragazzo dall'alto.
Stre: Vieni con me...?
Chiese socchiudendo gli occhi
Cico: Certo
Rispose alzandosi in piedi e seguendo il ragazzo in camera da letto.
Non appena i due si stesero sul morbido materasso, il violetto si girò su un fianco e abbracciò Cico che, a sua volta, strinse a sé l'esile corpo del ragazzo.
Cico: Non sono convinto che tu debba andare a scuola domani possiamo saltare se vuoi
Disse accarezzando il fianco del ragazzo.
Stre: Non saprei...
Disse il ragazzo incerto
Stre: Inoltre non sei obbligato a stare a casa con me domani
Cico: Non preoccuparti di quello Stre...
Rispose il rosso dolcemente.
Sentiva il corpo del piccolo ragazzo avvicinarsi di più al suo.
Stre: Credevo che sarebbe andata bene...
Disse il ragazzo tremendo leggermente.
Cico: Non è colpa tua...
Rispose calmo il rosso, continuando ad accarezzare i fianchi del violetto.
Stre non rispondeva...
Cico non sapeva cosa fare, non ne aveva idea... Poi una lampadina gli illuminò la mente. Il ragazzo si alzò in piedi e, dal lato dell'armadio, prese la sua chitarra, per poi tornare a sedersi sul letto e iniziare a suonare una piacevole e dolce melodia.
Il violetto accennò un lieve sorriso, poi si mise seduto affianco al ragazzo posando la testa sulla spalla di lui."Wise men say... Only fools rush in...
But I can't help, falling in love with you..."Le parole di quella bellissima canzone iniziarono ad uscire docili dalla bocca del rosso
"Shall I stay? Would it be a sin...
If I can't help falling in love with you?
Like a river flaws ... Surely to the sea... Darling so it goes... Some things are meant to be...Take my hand... Take my whole life too... Ohh for I can't help but falling in love... With... You..."
Fossa dell'autrice
Bene, ecco a voi la madre di Stre!
Simpatichella possiamo dire :)Ho fatto questo :3
Ecco qui il disegno per giulywgf_gachalife
Spero ti piaccia 😅❤
_Drarryshipper17_ mi ha taggata in una challenge che farò qui sotto :3
1) I gattoni :3
2) blu scuro (like mah hair) e il giallo
3) TROPPE, ma principalmente Milano, Toronto, Tokyo e Berlin
4) Nah mi annoiavo
6) Chiamami col tuo nome credo
7) IL CRINGE, MANNAGGIA IL CLERO METTETE DELLA TRAMA, È IMPORTANTE
8) K-12blueboy
9) Mi mancano Gebedia e la vanilla :(
10) che urto assurdo💛💛 Se volete un disegno non esitate a chiedere, sarò stra felice di accontentarvi, anche perché questa settimana finisco scuola e sksk ho più tempo :3💛💛
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All we have is now (a wgf story)
FanfictionIn questa storia vedremo i nostri amici del gruppo wgf... Diciamo che ci saranno delle cose particolari, tematiche adolescenziali (visto che i nostri amici saranno degli adolescenti); TANTI feels e TANTE sberle che vorrete tirarmi dopo questa storia...