•43• and let it kill you

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I quattro amici stavano seduti sul sofà, un qualche programma TV scorreva in sottofondo rispetto alle loro chiacchiere. Parlavano del più e del meno, spensierati ...
Cico accarezzava il fianco del violetto seduto accanto a lui, stringendolo a sé per la vita. non stava davvero ascoltando ciò che veniva detto, teneva gli occhi socchiusi, la testa posata su una delle spalle del ragazzo.
Ne poteva sentire il dolce profumo; era infinitamente perso nei suoi pensieri, quando la voce di Anna lo riportò alla realtà.
Anna: Cico?
Chiese con tono calmo la ragazza

Cico: si?
Domandò mettendosi diritto e scuotendo il capo

Anna: dormivi?
Chiese ridacchiando divertita

Cico: No, pensavo...
Rispose accennando un sorriso

Lyon: No perché sembravi proprio addormentato, deve essere comodo strecatto, si?
Rise il moro

Cico: si, si lo è.
Disse rimettendosi nella posizione
precendente

Stre: ah si, cosa sono ora? Un cuscino?
Chiese accennando una risata

Cico: molto meglio
Rise

In quell'esatto momento il campanello disturbo alla quiete della stanza.
Cico sbuffo arricciando il naso.
Cico: uffa però

Lyon: vado io tranquillo
Rispose alzandosi e dirigendosi alla porta

Cico: senti chi è al citofono... Non aspettiamo nessuno oggi.
Disse il rosso alzando leggermente il capo.

Il Moro rispose al citofono, poi si girò verso gli amici.
Lyon: una donna dice di essere qui per vedere Federico
Disse calmo

Cico: una donna?
Domanda alzandosi e prendendo la cornetta del citofono.

Scambió due parole con chiunque ci fosse dall'altra parte, alzando leggermente la voce.

Stre: é mia madre, vero?
Domandò cauto.
Il rosso annui piano.
Stre: falla entrare, riproviamoci...
Rispose scosso

Cico: ne sei sicuro?
Chiese titubante

Il violetto annui piano mentre il Rosso disse alla donna di salire.

Lyon e Anna erano pressoché confusi, Cico stava in piedi fermo davanti alla porta.
Il violetto, una volta alzato si era posizionato dietro il rosso; gli tremavano leggermente le gambe, e i due amici ancora seduti lo avevano notato.
Anna era l'unica a non aver mai visto la madre del ragazzo ma, di certo, non se l'aspettava così...
La donna che varco la soglia della porta non sembrava la classica signora bigotta e trasandata, bensì una donna abbastanza giovane, sulla quarantina: magra e mediamente slanciata portava con eleganza delle scarpe nere con tacco, dei pantaloni incompleto con una giacca color prugna e sotto la giacca una camicia bianca di seta.
Dei lunghi capelli castano decisamente chiaro acconciati in boccoli pressoché perfetti con l'accenno di una frangetta ordinata le cadevano morbidi sulle spalle.
Avevo un paio di occhi abbastanza grandi di colore verde chiaro, quasi giallognoli.

Mamma S: Buongiorno Nicola, Federico, e ai due giovani sul sofà.
Disse cordiale

Cico: cosa vuole stavolta?
Chiese freddo

Mamma S: ascolta Nicola, So di non starti particolarmente a cuore, volevo solo sapere come sta mio figlio considerato che in ospedale Mi è stato proibito di visitarlo...
Rispose mantenendo un tono calmo

Stre: ti importa davvero di come sto?
Chiese piano tenendo lo sguardo basso

Mamma S: Certo, mi importa...
Continuó

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