11.

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Mi voltai verso Thomas, con una mano di Johnny ancora sul mio fianco, e Tom guardò suo fratello negli occhi. «Finn!» Dissero all'unisono.

Thomas partì insieme a Johnny, così decisi di seguirli, ma Johnny mi bloccò. «Tu resta qui, cazzo.»

Mi voltai verso Polly e lanciò le tronchesi sopra il tavolo, portandosi una mano sulla fronte mentre si sedeva.
Dopo qualche minuto sentimmo un boato e capimmo che la trappola era in macchina.

Spalancai gli occhi, in un attimo di lucidità.

Non dissi niente a Polly e corsi dai ragazzi, trovando Johnny vicino al garage e Thomas che abbracciava Finn.

«State tutti bene?» Domandai, alzando la voce.
Thomas si girò verso di me e, sospirando, annuì.

***

Il nuovo cavallo non mi convinceva.
Portai la sigaretta alla bocca ed afferrai il netta piedi, così da poter pulire gli zoccoli.

Feci scivolare la mano lungo la zampa ed afferrai lo zoccolo, portandolo in alto così da poter avere a disposizione la parte dove c'è il ferro e poterlo pulire.
«Wow. Non ti avevo mai vista all'opera.»

La voce di Johnny mi fece prendere un colpo, ma non lo diedi a vedere.
Alzai lo sguardo verso di lui ed alzai un sopracciglio. «Forse perché tu sei sempre chiuso in quell'ufficio e non metti piede fuori.»

Dissi, senza peli sulla lingua.

«Senti... se sei così acida per ieri notte, scusami di essermi approfittato di te.» Le mani iniziarono a tremare, così passai all'altro zoccolo, in modo tale da non fargli vedere le mie mani.

«Non è per quello, Jo.» Dissi con la sigaretta tra le labbra.

«E allora per cosa?» Sospirai e lasciai andare lo zoccolo del cavallo, così da poter raddrizzare la schiena.
«Era la mia prima, fottuta, cazzo di volta.»

Notai, immediatamente, i suoi occhi diventare lucidi e la sua bocca che si aprì per metà, come se voleva dire qualcosa ma non ci riusciva.

«Lascia stare, vai da Thomas.»

Scossi la testa ed afferrai il secchio pieno di avena per Nice Eyes e Star.

«Ne parleremo dopo cena.» Disse, andandosene dalla stalla.
Quando mi accorsi di essere completamente sola, diedi un calcio ad una sedia e portai le mani tremanti sul mio volto.

«Sta volta il vaffanculo va a te, John Shelby.»

***

Tornai a casa, dopo essermi assicurata che Nice mangiasse il mangime che le avevo preparato, e lanciai il cappello sulla scrivania della mia camera, sedendomi sul bordo del letto, sospirando.

Quanto avrei bisogno di un po' di cocaina.

Scacciai via quel pensiero e mi preparai per farmi un bel bagno caldo, dato che stavo puzzando.
Mi avvicinai al comodino dove tenevo i miei pantaloni e le mie camice, ed in quel momento qualcuno bussò.

«Avanti!» Diedi il permesso e mi voltai verso la porta, incrociando gli occhi di Thomas. «Dopo ci sei al Garrison?» Aggrottai le sopracciglia e poi annuii. «È successo qualcosa?» Domandai, girandomi verso il comodino per poter prendere i miei pantaloni grigi e la mia camicia bianca, insieme a dell'intimo del medesimo colore della camicia, così da non dare nell'occhio.

Thomas fece un piccolo colpo di tosse.

«Beh.. sapremo che fine farà la nostra impresa.»
Chiusi il cassetto e gli diedi la mia completa attenzione, girandomi verso di lui. «Ci sarò.»

Accennai un piccolo sorriso, per fargli capire che ero entusiasta per loro, ma non proprio dell'umore giusto, anche se lo sapeva già.
«Hai parlato con Johnny?»

Ed eccola lì, la domanda.

Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa, sospirando.
«Diciamo di sì. Mi ha detto che continueremo dopo cena, quindi aspetto con ansia.»

Lo osservai annuire, mentre i suoi occhi si posarono sui miei vestiti che avevo tra le mani.

«Va bene, allora a dopo!»
Aggrottai le sopracciglia per il suo cambio di voce e, senza fargli accorgere di nulla, ricambiai il saluto.

***

Mi posizionai davanti allo specchio per poter pettinare i capelli e mettere il cappello.
Indossai il cappotto nero e presi la mia copia delle chiavi di casa, infilandole nella tasca del cappotto.

Chiusi tutte le porte a chiave, dato che ero l'ultima ad uscire per colpa del mio ennesimo ritardo, e raggiunsi, in quindici minuti, il Garrison.

Aprii la porta del pub ed andai nella nostra stanza privata, dove trovai Johnny, Arthur e Finn.

Sorrisi al bimbo che mi sorrise, non appena vide, mentre mi sedetti accanto ad Arthur, con di fronte a noi Johnny.

Levai il cappotto e lo sistemai sopra lo schienale della sedia, salutando Arthur.
«Come sta Nice?» Domandò della cavalla, facendomi sorridere. «Diciamo che sembra star meglio, oggi ha-» Johnny ci interruppe con un colpo finto di tosse e tenendo lo sguardo fisso su Arthur.

«Ci lasci soli un attimo, per favore?»

Domandò a suo fratello e, senza fare domande, Arthur disse a Finn di andare con lui e poi mi lanciò un'occhiata veloce che non ricambiai.

Quando chiuse la porta, Johnny mi afferrò le mani.
Chiusi gli occhi e presi un bel respiro.
«Guardami. Rose, guardami ti prego.»
Mi supplicò, ma io non ne avevo voglia, non ne avevo assolutamente voglia.

Le mani stavano già tremando e questo gli bastava per poter capire cosa provavo in quel momento.

«S-Senti, so che ti sentirai sporca, usata e tutti i dispregiativi che ci sono a questo mondo, ma ti giuro che non devi sentirti così. Io sono sicuro che ti avrò trattato benissimo perché sei tu, sei la mia piccola Rose e non ti farei mai del male.»

Aprii gli occhi quando sentii, per la prima volta, il tono dolce uscire dalle sue labbra, e ciò mi fece restare a bocca aperta e con gli occhi lucidi.

Portai lo sguardo sul suo e fece sbattere le palpebre, facendo scivolare una lacrima sulla sua guancia morbida.
La asciugai con un gesto delicato e lo osservai mentre chiuse gli occhi al mio tocco.

«Johnny!» Thomas urlò il suo nome e poi spalancò la porta della stanza in cui eravamo.

Ci staccammo entrambi e Thomas ci guardò in silenzio, con un mezzo sorriso. Il suo sguardo passò dal mio al suo. «Andiamo al negozio, Lee e il suo dipendente ci sta aspettando.»

A f***ing mess || Peaky BlindersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora