19.

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Un verso di dolore da parte di Nice Eyes ci fece staccare di colpo e correre nel suo box.

Quando aprii il box, trovai Nice stesa per terra, che respirava a fatica e si guardava la pancia.
«Da quanto sta così?» Domandò Lucas, senza perdere tempo, mentre cambiava l'acqua che le avevo messo stamattina.

«Da un po' stava male, era stanca e poco agile.
Non l'avevo mai vista stesa così.»

Gli confessai, con tutta la preoccupazione accumulata nel mio corpo, mentre mi piegai sulle ginocchia e le accarezzai la guancia.

Alzai lo sguardo verso Lucas ed aggrottai le sopracciglia.
«Che cosa ha?» Lo vidi sospirare e poi posò lo sguardo sul mio.

«Una colica, una di quelle che se si perde tempo può diventare fatale.»

Sbarrai gli occhi.
«Dimmi che devo fare e facciamolo, cazzo!» Entrai ancora di più nel panico e mi alzai per andare a prendere del fieno, magari aveva fame.

«Rose! Rose, ascolta me!»

Lucas mi prese dalle spalle, mi voltò verso di lui e fece incastrare il nostro sguardo.
«Abbiamo un box libero e pulito?» Ci pensai velocemente ed annuii.

«Perfetto, spostiamola là e poi stiamole accanto, io posso provare a farle dei massaggi mentre tu a farla mangiare.»

***

QUALCHE ORA DOPO

Nice Eyes non si era mossa dalle mie gambe e Lucas continuava a farle dei messaggi, nella speranza di farle smuovere ciò che aveva dentro lo stomaco e farla liberare.

Appoggiai la testa alla parete e chiusi gli occhi.

«Non c'è la farà.»

Sussurrai, sentendo gli occhi pizzicare.
«Non dirlo nemmeno per scherzo, Rose.»
Disse il riccio, guardandomi male.

«Ma la stai vedendo? Cazzo.»

Sbottai, guardandolo dritto negli occhi.
«Dovresti avvertire Thomas.»
Scossi la testa.
«Thomas avrà da fare, poi passa raramente di qua.»

Abbassai lo sguardo verso la cavalla e la vidi mentre guardava ovunque e provava a respirare normalmente.

Un altro nitrito pieno di dolore mi fece allarmare.
Portai una mano verso il petto, per poter sentire il battito, e sentii che iniziò a rallentare.
«Merda!»

Urlai, fregandomene della presenza di Lucas; iniziai a far uscire le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento.

«Nice, cazzo respira!»

I suoi occhi si chiusero ed io cercai di farglieli aprire.
«Nice respira!»
Continuai ad urlare tra un singhiozzo e l'altro.

Quando il battito scomparve del tutto, capii che non c'era più niente da fare.
O meglio: pensavo di aver capito.
La cavalla era ancora appoggiata a me ed io non credevo che se ne fosse andata così, in un batter d'occhio.

Lucas spostò, delicatamente, la cavalla da me e mi prese per mano, stringendomi a sè.

Feci affondare la faccia contro il suo petto e lo strinsi dai fianchi, urlando.
«Respira anche tu, Rose. Lei è qui con te. Non ti abbandonerà mai.»

***

Senza dire nulla alla famiglia, tornai a casa la sera, qualche ora prima della cena.
Trovai tutti i due fratelli, ovvero Thomas e Arthur, tranne Polly, che sarà stata da Ada.

Chiusi la porta alle mie spalle e, nonostante avessi lo sguardo perso nel vuoto e mi fossi chiusa nel mio guscio, sentii gli sguardi di loro due su di me.

«Rose?»

Thomas mi richiamò, ma io non gli diedi retta e mi diressi verso le scale, per poter andare in camera.

Quando arrivai in camera qualcuno mi raggiunse, senza perdere tempo.
«Rose!» Urlò Thomas per avere almeno il mio sguardo su di lui.

«Merda... che cazzo è successo?»

Provai ad aprir bocca ma il labbro inferiore iniziò a tremare e ciò fece scendere altre lacrime.
Tom si staccò dalla porta e corse ad abbracciarmi.

«Che cazzo succede, Rose? Qualcuno ti ha fatto del male?»

Scossi immediatamente la testa.

«E allora? Sei distrutta e sei piena di paglia e polvere.»
Sussurrò, accarezzandomi i capelli.

«N-Nice è morta.»

Mi staccai dal suo petto per non sprofondare ancora di più ed andai a preparare i vestiti per la notte.
«E comunque c'era Lucas con me, non ero da sola e nessuno mi ha fatto del male.»

Con la coda dell'occhio lo vidi accennare un sorriso.

«Perché non ci hai avvertiti? Potevamo aiutare di più.»
Scossi la testa.
«In un certo senso meglio così. Soffriva da quasi un mese, ormai, e continuarla a vedere in quello stato non mi andava.»

Thomas sospirò e ciò mi fece girare verso di lui.

Notai solo in quel momento il suo sguardo cupo.
«Devi dirmi qualcosa?» Domandai e mi piegai sulle ginocchia, per poter arrivare al cassetto dell'intimo.

«Arthur ha provato a suicidarsi.»

***

Angolo scrittrice

Salve gente! Come va? Il rientro a scuola? Io rientro giovedì ed ancora non ci credo, dato che l'ultima volta in cui sono stata a scuola è stato a Marzo.
Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto e... al prossimo capitolo! (Anche se questo è un po' triste, lo ammetto)

A f***ing mess || Peaky BlindersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora