Arrivai a casa, stanca morta per la giornata passata in scuderia, dopo aver passato la giornata prima cercando di tornare in me, e trovai un uomo che assomigliava tanto ad Arthur.
Levai il cappello e guardai l'uomo, che mi guardava con disprezzo, dritto negli occhi.
«E lei chi è, Tommy? La tua nuova puttanella?»
Restai per un attimo interdetta e con un sopracciglio alzato, e quando mi risvegliai dallo stato di trance trovai Johnny che stava per prendere a pugni quell'uomo, ma, Thomas lo fermò, posando la mano sul suo petto.
«Te lo ripeto: vattene.» Disse Tom.
L'uomo si alzò ed allargò le braccia, ridendo.
«Sono un uomo diverso.»Portai lo sguardo su Thomas e solo in quel momento notai la delusione nei suoi occhi.
«Avevamo bisogno di te dieci anni fa e tu, tu ci hai abbandonati.»Guardai John e lui tornò dov'era prima, appoggiandosi al mobile accanto all'ingresso, vicino a me.
«Ora non servi più e puoi anche andartene.»
Restarono a guardarsi a lungo così Arthur prese parola.
«Tommy, è cambiato.»
«Sta' zitto.»
Thomas scosse la testa e fece un mezzo sorriso.L'uomo lo guardò per qualche altro secondo e tirò sul col naso, mentre afferrò il cappotto.
«Fa niente...»Quando si avvicinò verso il piccolo che era accanto a Johnny, io mi avvicinai ancora di più al mio migliore amico. «Arthur Shelby non va dove non è il benvenuto.»
Si soffermò nel guardare Thomas e fece un mezzo sorriso, abbassando, poi, lo sguardo su Finn.
«Ciao piccolo.» Gli accarezzò la testa ed andò via.
L'aria, nella stanza, si fece meno pesante e ciò mi fece tornare a respirare in modo più tranquillo.
Thomas mi guardò ed anche se era uno sguardo pieno di preoccupazione, decisi di togliermi dai piedi per lasciarli parlare.
Quando gli passai accanto per poter raggiungere la mia stanza, lui mi bloccò dal polso ed il suo sguardo si incastrò col mio.«Tutto bene?» Sussurrò, anche se, con il silenzio che c'era potevano sentirci lo stesso.
Annuii velocemente e mi dileguai da quella situazione in cui non centravo niente, nonostante portassi il loro cognome.
Entrai nella mia stanza e mi guardai allo specchio, sospirando.
'La tua nuova puttanella.'
Slacciai i bottoni della camicia per poter entrare in doccia e cambiarmi, e proprio in quel momento sentii Thomas gridare, gesto che mi fece venire i brividi ovunque.
Decisi di passare il mio pomeriggio libero al Garrison così indossai il cappello e, quando capii che le acque si erano calmate, uscii dalla camera.
Passai in cucina per prendere il mio porta sigarette e poi mi avviai verso l'ingresso.
«Rose, dove vai?»
Mi voltai verso Johnny che era seduto al tavolo con Polly e feci spallucce. «Al Garrison. Vuoi venire?» Domandai e quest'ultimo si alzò.
Indossò il cappello e quando uscii di casa, salutando Polly, chiuse la porta alle sue spalle.
***
Arrivammo davanti al Garrison ed infilai una mano nella tasca della giacca che copriva la mia camicia, mentre finivo la sigaretta.
«Giorno libero?» Mi chiese John, dando dei calcetti ad un sasso, con entrambi le mani in tasca e lo sguardo che guardava intorno a se.
«Ho finito prima, quindi mi volevo divertire un po'.» Sorrisi e gli feci l'occhiolino, ciò provocò una sua risata.
Buttai la cicca per terra e la pestai con il piede sinistro, prima di aprire le porte del pub.
Ci avvicinammo al bancone e ci togliemmo i cappelli.
La nuova cameriera, ovvero Grace, si avvicinò pulendo il bancone con una pezza e ci guardò sorridendo.«Il solito?» Annuii velocemente e recuperai dalla tasca, l'occorrente per fare un'altra sigaretta.
Johnny sbuffò.
Posai lo sguardo su di lui ed alzai un sopracciglio.«Cosa vuoi?» Il rosso fece spallucce. «Fumi troppo, per i miei gusti.» Strinsi la sigaretta tra le labbra e Grace ridacchiò.
«Ha ragione.» Aggrottai le sopracciglia. Solo in quel momento, quando il ragazzo parlò, mi accorsi di lui. Aveva i capelli biondi e gli occhi grigi, simili a quelli di Thomas, ma non come i suoi.
Perché mi sembrava di averlo già visto?
«Scusa, ci conosciamo?» Notai che le sue guance si tinsero di rosso e ciò mi fece aggrottare le sopracciglia; a Thomas e John non succedeva mai.
«Più o meno. Sono il cugino di Esme, mi occupo dei cavalli della famiglia.»
Sorrisi.
Uno stalliere come me, quindi.
Lo squadrai per bene, senza farmene accorgere, ed afferrai il bicchiere che mi porse Grace, ringraziandola.«Ah si? Buon per te.»
Johnny trattenne una risata ma con scarso risultato e questo fece sorridere anche Grace, che mi fece cenno verso il ragazzo.
Io scossi la testa e cercai di fargli capire che ero disgustata, con una mia semplice espressione che la fece ridere.
«S-Sono Lucas Davis, cugino dalla parte della mamma di Esme.»Presi un bel respiro e mi voltai verso di lui, appoggiando il gomito destro al bancone e sorridendogli.
«Rose Shelby.»
Le porte del pub si spalancarono ed io e Johnny ci voltammo verso di esse, così come il resto dei presenti.
Era solo Thomas.
Chiusi gli occhi e sospirai.
«Ci hai fatto prendere un colpo, Thomas!» Lo indicò Johnny, scuotendo la testa.Thomas sorrise e quando si avvicinò a lui gli diede delle pacche sulle spalle.
«Che ci fai qui?»
John fece segno con la testa verso di me e Thomas posò lo sguardo su di me.
«La signorina voleva divertirsi un po'.»
***
Hey ragaaaa!
Cosa ne pensate di Lucas? Vi piace la sua entrata in scena? Io sto adorando 🤩
Fatemi sapere nei commenti, ovviamente.
Baciii
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A f***ing mess || Peaky Blinders
बेतरतीबTrovata in un vicolo cieco da Polly Shelby, Rose Martin entra a far parte della famiglia Shelby all'età di 10 anni. A distanza di anni scopre di avere molte passioni in comune con Thomas, così divenne una specie di stalliere; lavoro per uomini, ma...