21.

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Thomas fece un fischio ed io e Johnny ci voltammo verso di lui.

«Facciamo un salto al Garrison e poi andiamo.»

Sospirai. Non ero proprio in vena.
John si voltò verso di me ed, accennando un sorriso, mi fece cenno con la testa di andare.

Uscimmo dal centro scommesse e Thomas chiuse a chiave, pronti per la nuova 'missione', se così si poteva definire.
Arrivammo al Garrison e Grace ci accolse con un sorriso caloroso ed un'espressione perplessa.

«Bene, prendete solo una birra ed andiamo.»

Disse Thomas e Grace ci porse le birre.
Vidi Thomas avvicinarsi a Grace ed iniziarono a parlare di qualcosa mentre servivano il resto degli uomini di Thomas, ma non ci feci più di tanto caso, così bevvi metà bottiglia in un solo sorso, facendo ridere pieni di euforia ed adrenalina, John ed Arthur.

Quando rialzai lo sguardo, notai che Grace si andò a chiudere in uno stanzino ed Arthur fece la battutina a Thomas di seguirla e farle una ripassata.

Scossi la testa e con mani tremanti afferrai il portasigarette, portandone una tra le labbra ed accendendola.
«Scommetto che staranno litigando.»

Mi sussurrò John, per farmi risollevare il morale, ed io lo guardai male.

«Come no.»

Commentai, sussurrando a mia volta.
Buttai fuori il fumo della sigaretta e bevvi un altro po' di birra, mentre i ragazzi si servivano da soli, per via dell'assenza di Grace e Thomas che precedentemente si erano messi a servire.

Mi sedetti ad uno dei tavoli ed iniziai a mordicchiare una delle mie unghia.

Un uomo di colore entrò correndo ed affiancò Arthur, sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
Arthur portò l'uomo da Thomas e dopo qualche minuto uscì Tom pieno di nervosismo.

Indicò i suoi uomini e, mentre parlò, cercò di prendere fiato.

«Tornate nelle vostre case; ragazzi, andiamo anche noi.»
Afferrai il mio cappotto nero e seguii i ragazzi fuori dal Garrison.

Salimmo sulle due auto e tornammo a casa.

«Aspettate qui.»
Ci disse, indicando solo Arthur.
Scese di corsa dall'auto e raggiunse l'ingresso di casa, scomparendo subito dopo, dietro la porta.

Feci sbattere la testa contro lo schienale del sedile e strizzai gli occhi, sospirando.

«Succederà la valle, ragazzi.»

Sussurrò John, guardando fuori dalla macchina un punto fisso.
«Dobbiamo proteggere Tommy. Questa è l'unica cosa che so.» Disse Arthur, guardando dovunque, per paura di un attacco improvviso.

***

Io e John lo vidimo uscire di casa, a passo spedito e diretto chissà dove, così saltammo giù dalla macchina e gli andammo incontro.

«Tommy!» Urlammo all'unisono.

Nostro fratello si girò verso di noi e sospirò, rallentando per permetterci di raggiungerlo.
Johnny prese parola.
«La polizia li ha lasciati passare!» Un sospiro uscì dalle labbra di Thomas, mentre scosse la testa contrariato.

Quando vidi la mia famiglia in lontananza decisi di raggiungerla e lasciare Johnny e Thomas da soli.

«Gliel'avete comunicato?»

Mi chiese Arthur ed annuii semplicemente.
Finn mi affiancò e gli sorrisi, scompigliandogli i capelli.

I due fratelli ci raggiunsero e Johnny si posizionò di fianco a me, mentre Thomas saltò su una cassa di legno per farsi ascoltare e vedere da tutti.

Ci guardò tutti e poi prese parola.

«Chi di voi è stato in guerra sa che il piano di battaglia può cambiare da un momento all'altro.
Dunque, tenetevi pronti! Il Garrison è nostro e loro, cercheranno di togliercelo dalle mani ma non succederà! Detto questo il piano è cambiato: saremo da soli a proteggerci ed a proteggere il pub, perché quel pub è nostro, giusto?»

Urlammo tutto insieme un 'si, è nostro!' e Thomas sorrise soddisfatto.

Johnny, nel frattempo, mi passò il mio solito fucile ed io lo caricai, pronta all'attacco.
Iniziò a dettare tutti gli ordini ad ognuno dei suoi uomini e dopo aver chiesto a Jeremiah se poteva usare le armi, posò lo sguardo su di me, notando che Johnny mi aveva dato il fucile.

Saltò giù dalla scivola e mi strappò il fucile dalle mani, tornandolo a Johnny che lo guardò perplesso, così come lo guardai io.

«Rose, te lo vieto.» Disse Thomas con voce autoritaria ma, come sempre, non gli diedi retta. Presi un tiro dalla mia sigaretta e guardai Johnny. «John, dammi un cazzo di fucile. Voglio combattere.»

Thomas alzo gli occhi al cielo, li strizzò e sospirò, tornando con lo sguardo su di me.

«Mi ascolti o no?»

Alzai un sopracciglio e ghignai.
«Quando mai ti ho ascoltato?» Allungai la mano verso Johnny e lui mi diede il fucile, mentre io feci l'occhiolino a Thomas, sorridendo divertita come non mai.

«Scusa Thomas, ma non posso contraddirla.»

Si scusò il fratello ed Arthur rise di gusto.
Thomas gli lanciò un'occhiataccia e scuotendo la testa tornò al suo posto.

Guardai Johnny e quest'ultimo scosse la testa divertito, ricambiando il mio sguardo.

«Bene! Manca sempre meno, riconciliatevi con voi stessi.»
Andò al pub ed un sospiro uscì dalle mie labbra.

«Merda, vi rendete conto? Stiamo andando dritti dritti tra le braccia della morte.»

Commentai, scuotendo la testa e facendo ridere Johnny. «Come se veramente stai avendo paura.»
Mi diede una spintarella con la spalla e mi fece l'occhiolino.

Gli feci la linguaccia e ciò fece ridere Arthur, trasportando anche noi con la sua risata contagiosa.

***
Angolo scrittrice

Eccomi qui con uno degli ultimi capitoli di questa storia. Fatemi sapere cosa ne pensate, bacii

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