Lo sai che ci penso

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Cristian POV

Mi volto di scatto vedendo Nyv che dirige il suo sguardo verso la porta d'ingresso. Martina, Gaia e Giorgia sono rimaste in piedi ascoltandomi mentre suonavo il piano.
Sento gli occhi di Gaia su di me mentre mi alzo dal panchetto per dirigermi verso di loro e salutarle. Non sono sicuro che sia la cosa giusta da fare, specie perché è la prima volta che vedo Gaia dopo la nostra discussione, ma anche perché è la prima volta che conosco sua sorella.
Se avesse avuto un fratello sono sicuro che in questo momento mi starebbe minacciando con lo sguardo.
Mi avvicino a loro esattamente di fronte a Gaia, guardando prima lei poi sua sorella. Le porgo la mano salutandola e mostrandole un sorriso sincero. Lei ricambia facendo lo stesso.

C - Piacere Cristian

GIO - Giorgia, piacere mio

Fortunatamente Martina comincia a parlare diminuendo questa situazione di imbarazzo. Poi chiede a Giorgia di seguirla verso il piano. Si siede ed inizia a suonare Luci Accese.
Io e Gaia rimaniamo soli, seppur immersi tra tutti i nostri compagni di viaggio. I suoni sembrano ovattati, lasciando spazio solo alle nostre parole.

C - Ciao

G - Ciao

C - Come stai?

G - Beh

Continuiamo ad osservarci lasciando i nostri occhi puntati in quelli dell'altro. Con tono fermo ma anche troppo calmo, considerato il modo in cui eravamo rimasti, mi chiede se ho intenzione di parlarle. In tal caso possiamo andare da un'altra parte. Altrimenti non c'è neanche bisogno di chiedere come stiamo.
È arrabbiata, giustamente. Non ho avuto neanche le palle per rispondere al suo messaggio.
Nessuna mi aveva mai scritto come ha fatto lei, mettendo a nudo quei sentimenti dei quali in quel momento avevo paura.
Non credevo di averle dato così tanto.

C - Va bene andiamo

Neanche il tempo di fare un passo avanti che Javier entra nella hall urlando a squarciagola, e chiedendo a me e Jacopo di aiutarlo a portare dentro alcune cose.

G - Tranquillo vai

Nel momento in cui finalmente mi ero deciso a confrontarmi con lei, ovviamente devo fare altro. Nessun problema penso. Aiuto gli altri a portare dentro le casse per mettere la musica e i bagagli di Talisa ed Javier, e poi torno dentro da Gaia.
Sarebbe tutto troppo semplice però.
Nel momento in cui finalmente mi libero dalla morsa del cubano, che nel frattempo mi aveva tartassato di domande della serie "Que pasa hermano? Todo bien con Gaia?", noto lei parlare con Louis, l'amico di Javier.
Stanno semplicemente seduti l'uno davanti all'altra assieme a tutti gli altri. Eppure comincio a sentire un formicolio insistente che mi obbliga a guardare altrove. Maledetta gelosia.
Sono agitato, le mani cominciano a tremarmi senza alcun motivo e il pacchetto di sigarette che stavo tirando fuori dalla tasca dei pantaloni cade a terra. Mi piego per raccoglierlo quando sento dei passi avvicinarsi a me.

M - Stanno solo parlando

C - Ma che parlino pure, nessun problema

M - Non sai mentire bello, lo capisco che sei geloso. Lo sarei pure io

C - Forse

M - Mi spieghi che cazzo è successo Cris, perché io davvero non riesco a capire. Avevo sentito Gaia il giorno prima ed era felice come non mai. Il giorno dopo invece piangeva ininterrottamente

C - Lo sai Marti, sono un casino. Non credo di essere in grado di avere una relazione seria, non ora almeno

M - Stronzate

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