Capitolo 5 [Scott]

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PoV Astra

Afferro lo zaino ed esco dall'aula camminando velocemente.

Mi sento a disagio per il mio occhio nero e imbarazzata perché il nuovo prof mi ha vista in questo stato.

Corro in bagno, apro una delle porte e mi ci rinchiudo, spero potrò starmene un po' per i fatti miei in questo spazio claustrofobico.

Inizio a piangere a dirotto.

Lacrime estremamente salate segnano il mio viso e scottano ulteriormente la ferita sull'occhio, eppure non sto piangendo per il dolore o per la vergogna di aver avuto occhi su occhi puntati verso la mia direzione.

Sono arrivata al culmine, non riesco a cancellare dalla mia mente la scorsa notte, l'ennesima notte d'inferno.

Mentre sono seduta sulla tavoletta abbassata del gabinetto, tutto nella mia testa diventa nitido e riprende forma.

Prendo un respiro profondo, giusto per calmarmi un po'.

Tento di  rimettere a posto i miei pensieri negativi che come uno tsunami, spazzano via tutto il resto.

Mia madre, ecco sì,  è iniziato tutto a causa sua.

Ha fatto entrare per la millesima volta in casa nostra il suo ex compagno.

Scott.

Scott Wayler, un verme per me, nient'altro.

Un sudicio porco che non pensa altro che a bere senza sosta e al sesso.

Oltre a essere una persona viscida, ha un aspetto a dir poco orrendo.

Capelli perennemente unti, peli ovunque anche laddove i peli non dovrebbero esserci ed emana un tanfo allucinante.

Paragonarlo a un uomo è una vera e propria ingiuria, non so neanche cosa ci abbia trovato mia madre di così tanto interessante.

Ah giusto, la droga.

Già, Wayler oltre a essere un alcolizzato e un molestatore, è oltretutto uno spacciatore molto noto in zona e mia madre è una preda perfetta per un tipo come lui.

Come mai?

Semplice.

Se potessi descrivere mia madre in tre parole, agli occhi di Scott, lei è: donna, tossica e vedova.

Le tre cose che l'hanno sempre fregata e avvicinata, puntualmente, a uomini con intenzioni decisamente brutte..

Dopo l'ennesima litigata, lui ieri sera è tornato.. Pioveva parecchio, tanto che non avevo sentito il campanello di casa suonare per lo scrosciare dell'acqua sulle tegole.

E da lì, il delirio.

Mia madre strafatta si era addormentata sulla poltrona al piano di sotto, con la tv ad alto volume.

Scott, lentamente è salito in camera mia e senza preavviso è entrato.

Aveva già la cinta slacciata dei pantaloni, pronto a fare chissà quale cosa con me... Un brivido percorre alla sola idea la mia schiena.

La sua voce riecheggia nella mia testa, ancora e ancora.

Scott: "Ciao piccolina, allora, ti va se giochiamo un po' insieme?"

Inizialmente quando l'ho visto sono rimasta di stucco, credo che il primo pensiero che ha oltrepassato il mio cervello è stato "Questo non è ancora morto?"

Non sono voluta arrivare alle mani o a fare chissà quale sceneggiata, perché so, da esperienze passate che non mi avrebbe portata da nessuna parte.

Ho finto di non capire cosa volesse da parte mia, ho finto di non cogliere le sue vere intenzioni.

Flechazo, "Amore a prima vista"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora