PoV Astra
Mi sveglio e capisco solo ora che sono a casa del mio insegnante, nel suo letto e che ci ho parlato praticamente tutta la notte.
Oltretutto parlare con lui mi fa piacere, forse troppo dato che sono la sua alunna.
Scaccio questi pensieri dalla mia testa e mi alzo di soprassalto, prendendo tutto ciò che è mio e mi dirigo, in fretta e furia, al bagno.
Mi do una veloce sistemata e vado a controllare se lui sta dormendo, ebbene sì.
È cotto, ha un'espressione così dolce quando dorme.
Ma che cazzo sto pensando?
Esco di qui, non guardandomi alle spalle.
Mentre scendo le scale qualcosa mi tormenta, sento un peso sulla bocca dello stomaco.
Porca troia, mi sento in colpa ma veramente?
Non mi riconosco più.
Risalgo le scale senza suonare il campanello, perché so che è il suo giorno libero e voglio che si riposi.
Afferro un foglio a caso, da buttare e una penna nera da dentro il mio zaino.
Mi appoggio a uno degli scalini, pensando, forse in modo martellante cosa scrivere, dato che mi trovo in grande difficoltà.
Certo, potrei non scrivergli nulla e andarmene, ma a quanto pare la mia coscienza non ne vuole sapere proprio niente della parola "menefreghismo" oggi.
Stufa di pensare esageratamente alle parole da usare, inizio a scrivere di getto ciò che mi viene in mente.
Rileggo velocemente il contenuto e faccio passare il foglio, piegato, sotto la sua porta.
Osservo l'ora, 7:35, cazzo.
Devo muovermi, la corriera dovrebbe passare a momenti.
PoV Sam
Apro con fatica gli occhi.
Mi alzo d'impulso, sentendo la porta principale chiudersi.
Che sta succedendo?
Ci metto un po' ad alzarmi, anche perché ho dormito veramente poco a causa di Astra.
Parlare con lei è bello però non voglio pensarci...
È pur sempre una mia studentessa, giusto?
Quando vado verso l'ingresso del mio appartamento sento dei passi scendere per le scale.
Corro in camera mia, sbattendo malamente contro lo spigolo del tavolo e noto subito che manca qualcosa, anzi qualcuno.
Astrid.
Mi dirigo verso la finestra che dà alla strada principale, sotto casa mia e la vedo.
Corre, con quei capelli ramati che seguono il ritmo della sua corsa.
Che stronza, pensare che la volevo accompagnare io.
Mentre torno in salotto, noto qualcosa, stringo gli occhi, cercando di rendere più nitida la vista.
Un foglio piegato, a terra.
Apro.
"Ciao, non voglio disturbarti ulteriormente perché so di essere stata un peso.
Ho deciso di andare da sola a scuola e lasciarti riposare, ci vediamo domani a lezione.Grazie ancora,
Astra"
Apprezzo il gesto.
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Flechazo, "Amore a prima vista"
RomanceDue persone, due età e due vite apparentemente diverse, che con il tempo impareranno, forse, ad amalgamarsi. Perché ho scelto la parola "Flechazo" come titolo: colpo di fulmine, amore a prima vista, in spagnolo possiamo indicare l'amore che sboccia...