Capitolo 18

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Quella mattina a scuola Giorgia non riusciva proprio a tenere gli occhi aperti. Era rientrata a casa poco prima delle sei, quindi aveva dormito si e no un'oretta. Per fortuna i suoi non l'avevano sentita rientrare altrimenti l'avrebbero uccisa. Riccardo era stato molto dolce, prima di lasciarla l'aveva riempita di parole dolci e baci ardenti a cui lei, ormai, non riusciva a resistere. Quando quegli occhi penetranti agganciavano il suo sguardo e la squadravano con desiderio si sentiva morire, la mente andava in tilt e nello stomaco si scatenava una scuola di danza.

Le palpebre le divennero sempre più pesanti fino a quando non crollò con la testa sul banco.

Il giovane supplente di Italiano stava spiegando Ungaretti quando la vide immersa nel mondo nei sogni.

Si interruppe e fissò la scena divertito, mentre tutti i compagni si voltarono istintivamente verso la fonte che aveva scatenato il sorriso del professore.

Quando la vide, Valentina le picchiò una gomitata e lei sobbalzò.

"Buongiorno signorina!" l'apostrofò il professore.

Giorgia si guardava attorno confusa, ancora insonnolita.

"Che succede?" sussurrò frastornata.

"Abbiamo fatto le ore piccole ieri sera?" chiese l'insegnante, riportandola alla realtà.

Cazzo!

Si era addormentata?

Ricazzo!

"Scusi professore" affermò, avvampando per l'imbarazzo "Non mi sento molto in forma oggi!" asserì, cercando di giustificare il suo comportamento.

Francesco, il supplente di letteratura, che era anche lui un ragazzo, rise ancora divertito. Anche a lui era capitato molte volte di addormentarsi a lezione dopo una notte passata in giro con gli amici.

La rimproverò bonariamente con lo sguardo.

"Va bene Giorgia, ma cerca di prestare più attenzione adesso!".

La ragazza annuì ancora imbarazzata, mentre l'insegnante riprendeva la spiegazione.

Intanto Valentina, come tutte le ragazze della classe, ascoltava il professore trasognata. Era davvero un bel ragazzo, alto, moro e dal fisico asciutto.

Ogni volta che entrava in classe con una delle sue camicie aderenti cominciava la scarica di ormoni delle fanciulle.

Che fregno! Pensava Valentina, scrutando con attenzione quelle labbra da cui fuoriusciva una voce calda e profonda.

Poi spostò lo sguardo sul suo petto scolpito scendendo lentamente sugli addominali modellati, messi in risalto dalla camicia bianca aderente.

Lo stava ispezionando da capo a piedi.

Lui si accorse di quell'occhiata lasciva e le lanciò un caloroso sorriso.

Era davvero bello quando sorrideva.

Gli angoli degli occhi e quelli della bocca si muovevano simmetricamente rendendo il suo viso ancora più armonioso.

Francesco era consapevole di essere un bel ragazzo e di avere molto successo tra le sue alunne, ma voleva essere professionale. Quello era il suo primo incarico da docente, non poteva mettersi a flirtare con una di loro altrimenti addio posto.

Ce ne era una però che lo aveva colpito molto.

Era minuta, con le forme al posto giusto e un visetto molto grazioso.

Valentina.

In quel momento lo stava mangiando con gli occhi e, quando si era accorto di quello sguardo lussurioso che indagava il suo corpo millimetro dopo millimetro, la sua risposta fisica non si fece attendere.

I tuoi occhi mi fanno impazzireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora