due paroline.

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Quando wattpad fa così mi sale il crimine, ma stendiamo un velo- anzi un PIUMONE pietoso

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Quando wattpad fa così mi sale il crimine, ma stendiamo un velo- anzi un PIUMONE pietoso.

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Ciao a tutti, lettori di questa storia. Non siete molti ma per me siete molto preziosi, e volevo ringraziarvi (con un po' di ritardo, lo ammetto) di aver letto questa storia.

Mi sono messa a leggere tutti i vostri commenti e devo dire che mi ha strappato un sorriso vedere quanto vi eravate affezionati alla trama e allo stesso tempo quanto vi foste dispiaciuti per la fine, ma come ho spiegato nel prologo e in qualche nota finale, questa non voleva essere proprio una storia ma più uno spunto su cui riflettere.

In quello che scrivo (e che non troverete pubblicato perché è tutto chiuso nel mio pc, e così resterà) cerco sempre di includere un po' del mio vissuto o di quello che mi passa per la testa. Mi sono era conto che ogni persona ha uno scritto diverso, ebbene il mio è come uno specchio, una finestra che si affaccia sulle mie emozioni. Questa storia è nata dalla voglia di esprimere i miei pensieri in maniera più diretta, senza nasconderli fra le righe di una qualche vicenda. Tirarle fuori dal mio quadernino e metterle alla luce, farle leggere ad altre persone e vederne il risultato.

E la mia mente subito ha pensato: "chi potrebbe avere come me pensieri tanto complessi e contorti se non il caro Hiccup?"

E da lì è nata la storia, la storia di un ragazzo dalla vena poetica che cerca di conversare con la sua cotta che, oltre ad essere una ragazza bellissima è anche molto intelligente. L'unica con cui riesca ad esprimersi.

E ovviamente il caro Hiccup è sempre il re del sarcasmo, del sorriso, e parte da concetti stravaganti per arrivare a parlare dei suoi pensieri profondi.

Ma come ho detto, per una volta ho deciso di mostrarvi qualche mio pensiero. Sì, perché solitamente non lo faccio mai, nel senso che non trovo mai qualcuno che possa essere degno del discorso, lo sminuirebbero, sminuirebbero me. E io sono una persona competitiva e irascibile, e finché dare fuoco alla gente sarà illegale, io me ne starò zitta. :,)

Allo stesso modo Hiccup che fa: Hiccup affascina la ragazza che ama con le sue parole, mette per iscritto i suoi pensieri facendole complimenti e lodi celate nelle sue metafore, e Astrid risponde ogni volta estasiata. Se avesse scritto a una qualsiasi altra persona, questa avrebbe bruciato il biglietto.

Ma qual è il problema dell'estasi? La voglia di avere di più. Nel momento in cui Hiccup trova un interlocutore degno dei suoi pensieri, o meglio ancora, nel momento in cui Astrid trova qualcuno che sappia esporre in maniera così poetica le sue riflessioni, lei vuole saperne ancora, vuole sapere chi è.

Ma dietro la domanda "chi sei" si cela la paura. Il terrore. Quando ti chiedono "chi sei" ti chiedono di rivelarti, tu, nudo, senza maschere, senza protezioni, senza nessuno accanto. Ci sei solo tu.

Ma bisogna farlo.

Perché?

Perché come ho detto, non si può vivere mascherati. A Hiccup conviene stare dietro il nome di Emerald, sceglie la strada più facile, quella in cui può essere qualcuno di rilevante nella vita della ragazza che ama anche se solo per un momento. Preferisce quello piuttosto che essere nessuno.

Hiccup sbaglia, ma lo capisce troppo tardi perché quando gli viene data l'opportunità di rivelarsi, lui scappa.

E invece no. No cazzo, non bisogna nascondersi e accontentarsi, non bisogna soccombere. Bisogna lottare. Lottare per ottenere quello che si vuole, rispondere anziché stare zitti, andare invece che star fermi. Ma questa è la strada difficile, quella tortuosa e piena di pietre, cadute, ferite, che ti fa rimpiangere il sentiero luminoso, liscio e tranquillo.

Ma la vita non è questo. Non è solo il momento che vuoi trascorrere tranquillo, ma è tutto quello che c'è intorno. E noi non possiamo nasconderci e vivere un solo momento, eclissando tutto il resto.

Astrid è una lottatrice. Lei combatte per quello che vuole, per quello a cui si è appassionata e che ama, ecco perché vuole conoscere chi si cela dietro quelle lettere. Ecco perché si fa avanti, a lei non bastano i cinque minuti. Lei vuole estenderli a tutta la vita.

E questa è una riflessione molto grande che ho fatto, dopo essere maturata da Hiccup ad Astrid.

Prima anche io ero un Hiccup. Siamo tutti stati un po' Hiccup, timorosi di emergere, abbiamo preferito la strada più semplice ma che ci nasconde. Non è un male essere Hiccup, Hiccup è un pensatore, guarda e riflette, poi elabora. Ha una capacità analitica impressionante, ma non la usa perché resta chiuso nel suo angolo, nei suoi cinque minuti.

Ecco perché è importante poi diventare Astrid, maturare, emergere, abbattere le barriere che ci chiudono in quei cazzo di cinque minuti. Le nostre doti, le nostre passioni, i nostri pensieri non vanno tenuti chiusi nella nostra testa ma vanno esposti, vanno analizzati e confrontati con altri per rendere il nostro punto di vista ancora più articolato e complesso in modo da capire cosa è più giusto per noi.

Ed ecco perché ho scritto questa storia. Ho scritto questa storia perché io sono cambiata, da Hiccup ad Astrid. Avevo trovato quel momento, quei miei cinque minuti, e mi sono detta: "perché così poco? Io devo stare bene sempre, non solo per poco tempo." Mi sono rimboccata le maniche e... ce l'ho fatta.

Tutto ciò che c'è di fantastico nella mia vita è grazie a me. Ed è una sensazione fantastica. La soddisfazione più grande.

Ho voluto raccontarvi la mia esperienza tramite questa piccola vicenda tra Hiccup e Astrid. E volevo dirvi grazie, grazie di aver letto, di aver partecipato, di aver cercato di capire cosa diamine significasse il latte e cereali... XD

In molti mi avete chiesto di continuare questa storia, ma questa storia non ha un seguito, non esiste. L'unico suo proseguimento è il nostro, la nostra vita. Dopo aver fatto il grande passo si apre il portone e abbiamo carta bianca, possiamo fare tutto, la vita è tutta nostra. Ognuno ha il suo seguito personale, il quale cambia sempre. I nostri cinque minuti hanno nomi diversi in base a quello che viviamo.

Attualmente i miei si chiamano Stefano, il ragazzo che amo, ma si chiamano anche Iris, la mia gattina, e si sono chiamati Milù, l'altra mia gatta, fino al 2018 quando mi ha lasciata. E si chiamano Noemi, si chiamano Ilenia, si chiamano Giorgia, Alex, Andrea, ma si chiamano anche libri, cioccolato, film, canto, medicina.

Sono la nostra felicità. E questa non può durare solo cinque minuti.

Vi prego, uscite fuori dal vostro piccolo. Brillate, stelline mie. Vi voglio tanto bene.

La vostra Ros.♡

Bᴜɴᴄʜᴇs ᴏғ Qᴜᴇsᴛɪᴏɴs  ||Hiccstrid||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora