10: Astrid

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Il tuo segreto più grande non è il tuo segreto più grande se i tuoi migliori amici non ne sono a conoscenza.

Anche oggi sono al tavolo con i gemelli, e questa volta ho le idee chiare nella mia testa. Bruta e Tufo devono sapere di Emerald, anche per aiutarmi.

Spiego loro la situazione in breve, dico loro di come mi sia trovata questo biglietto insolito negli armadietti e del gioco in cui consisteva, della stellina, il nome in codice, la cura per i dettagli e le domande...

Testa Bruta -pur non essendo la classica ragazza romantica- mi fa un sorriso e porta il gomito sul tavolo e la testa nella mano. "Ma che dolce... è una cosa così-"

"Ridicola." Viene interrotta dal fratello, il quale tiene le braccia conserte e sbuffa. Ha tenuto il muso per tutto il discorso, ora che ci penso.

"Oh sì, tanto a te interessano le ragazze che ti aprono le gambe e basta, non di averci qualcosa di serio" lo richiama la sorella, e io abbasso appena la testa: non mi sono mai vista sotto questa prospettiva, ero sempre convinta di essere stata diversa, speciale... ma a volte mi sono sentita solo una delle tante.

Tufo forse se ne accorge e sospira "Astrid non fare così..." mi dice, e allora rialzo lo sguardo anche io.
"Perché pensi sia ridicolo?" La mia voce è sottile e leggermente ferita, a dir la verità.

"Proprio perché penso che il romanticismo sia importante, è ridicola questa storia dei biglietti. Se va avanti anche da una settimana o più dovrebbe farsi avanti, almeno penso. Che ne sai, magari ti sta solo prendendo in giro..."

Le ultime parole mi abbattono più di tutto il resto, e sinceramente mi mettono a pensare.
Mi sta prendendo in giro? Non voglio crederci, no...
Ma se così fosse? Dopotutto Tufo ha ragione, non posso saperlo.

In fretta apro lo zaino e comincio a rovistare in esso, cercando qualcosa.
"Ora che fai?" Mi chiede Bruta, confusa.

"In un certo senso... è vero. Non so nemmeno chi sia questo Emerald..." afferro il biglietto e una penna, poi guardo ancora i due ragazzi. "Ma in un certo senso so che di lui mi fido e voglio continuare a fidarmi." abbasso di nuovo lo sguardo sul foglio e comincio a scrivere qualcosa di cui spero non pentirmi.

 Ed è proprio perché vorrei viaggiare nella mente delle persone che vorrei sapere cosa ti passa per la testa. Questo tuo "gioco" è curioso, intrigante, tuttavia non vale la candela se non conosco il volto che si cela dietro questa bella calligrafia e la stellina verde. Sono certa che le nostre conversazioni possano essere più spontanee e ricche di contenuti se tenute davanti ad una tazza di tè, o quello che preferisci, piuttosto che scritte in questi biglietti. Mi piacerebbe molto passare un pomeriggio con te, una volta di queste. Ovviamente non direi a nessuno di te, se la cosa ti turba... ma vorrei davvero sapere chi sei.  

poi ripiego di nuovo il foglio e lo rimetto nello zaino. Lascio andare un lungo sospiro e Bruta, seduta accanto a me, circonda il mio corpo con un braccio e mi stringe.

Apro gli occhi guardando Tufo di fronte a me, il quale ricambia l'intesa leggermente nervoso. È come se leggessi una nota di gelosia o di invidia nei suoi occhi, chi può dirlo. Magari mi sbaglio, magari è solo contrariato.

Magari è contrariato a causa mia, o magari sono io a farmi troppi film sul fatto che io possa piacergli ancora.

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Bᴜɴᴄʜᴇs ᴏғ Qᴜᴇsᴛɪᴏɴs  ||Hiccstrid||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora