26. «Io ti aspetto qui.»

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Jungkook.





Mi svegliai di soprassalto quando suonò la sveglia e mi resi conto che anche se avevo passato un brutto momento, il lavoro mi aspettava e non potevo tirarmi indietro. Per di più avrei potuto raggiungere Taehyung in ufficio o in ogni caso conoscevo i suoi orari quindi mi sarei potuto appostare fuori casa e aspettarlo e no, non me ne sarei andato finchè non avessi avuto la possibilità di confrontarci.

Cercai di fare meno rumore possibile per non svegliare mia madre che si era preoccupata tanto la sera precedente, mi aveva preparato una camomilla e mi aveva rimboccato le coperte dopo avermi ascoltato per ore. Le avevo raccontato tutto nei minimi particolari, dal ritorno di Jaehyun, la gelosia di Taehyung, la prima litigata, il riavvicinamento, io che compro un secondo telefono, la seconda sfuriata, Taehyung che non torna a casa per cinque giorni, quello che ci aveva detto l'avvocato, quanto mi era stato vicino e come io poi avessi rovinato tutto di nuovo non solo con lui ma anche con Jimin. Le avevo spiegato quali sarebbero state le mie intenzioni, parlare con Jaehyun e dirgli in modo educato che non potevo continuare ad essere suo amico perché la mia priorità era Taehyung e la nostra vita insieme e se amore e amicizia non potevano andare di pari passo, io avrei scelto l'amore. E volevo approfittare del fatto che Taehyung fosse presente proprio per dargli modo di vedere con i suoi occhi che poteva fidarsi di me, che ero con lui e che avrei preferito sempre lui.

Mi ero irritato per niente e nel momento sbagliato. Ero devastato dalla settimana passata lontana da lui, avendolo in casa ma senza potergli parlare, senza poterlo guardare, abbracciare, baciare. Ci eravamo riavvicinati, mi aveva permesso di dormire su di lui, mi aveva rincuorato e coccolato, lo avevo tenuto per mano, mi aveva sorriso e scompigliato i capelli, preparato la colazione, accompagnato dall'avvocato. Per quelle poche ore sembrava essere tornato tutto normale e io volevo chiudere con Jaehyun il più velocemente possibile per dedicarmi totalmente e completamente a Taehyung e quando aveva alzato la voce, mi ero sentito frustrato da queste sue reazioni e a mia volta gli avevo urlato parole che avrei voluto spiegargli con più calma.

Avevo sbagliato, di nuovo, però volevo solo che le cose tornassero alla normalità e sembrava che lui non ne volesse sapere e questo fatto mi aveva ferito. E lui aveva frainteso e tutte le mie buone intenzioni erano andate a rotoli.

E a mia madre avevo spiegato tutto questo e lei era rimasta in silenzio ad ascoltarmi e aveva asciugato le mie lacrime che non avevano smesso di scendere copiose neanche per un secondo. Avevo dormito male e quando mi guardai nello specchio del bagno vidi profondi solchi neri sotto agli occhi, sguardo spento.

Volevo solo uscire da lì e andare a parlare in ufficio con Taehyung o raggiungerlo in qualsiasi altro modo ma di fronte alla porta di casa trovai mia madre che mi aspettava.

"Hai fatto colazione?"

"No mamma, non ho fame."

"Vai a parlare con lui?"

"Ci provo, si."

"Devi avere energie per farlo. Facciamo colazione insieme, sono secoli che non lo facciamo. Mi manca versare il latte e i cereali nella tazza al mio bambino." Disse con tono dolce e permissivo e in quel momento pensai che forse avrei potuto prendermi giusto qualche minuto in più per farmi coccolare da lei.

"Solo se ci metti più caffè che latte." Le dissi e lei mi sorrise andando verso la cucina. Io la seguii, sedendomi al tavolo.

"Allora-" Esordì dopo un po', dopo aver sorseggiato un po' del suo caffè nero con due cucchiaini di zucchero. "Ho pensato a quello che mi hai raccontato."

Alzai lo sguardo con fare interrogativo.

"E a cosa hai pensato?"

"Ho ripensato ad una conversazione che ho avuto non troppo tempo fa con lui. Ti ricordi quel sabato che siete venuti qua a pranzo e tu ad un certo punto sei sparito perché ti ha chiamato Jimin?" Annuii. "Ecco, io e Taehyung siamo rimasti soli e abbiamo parlato di te...di voi."

Be my heavenly scenery | taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora