19. «Tu mi soffochi.»

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Taehyung.




C'era stata un'evoluzione nella questione europea ed era arrivato il momento di dirlo a Jungkook. Avevo smesso di tenergli nascoste le cose che riguardassero la casa di moda francese quindi era sempre il primo a venire a conoscenza anche del più piccolo passo avanti o indietro.

Il problema era che a questo punto tutta la vicenda era diventata davvero seria, sarei dovuto partire a breve e temevo che informarlo lo avrebbe destabilizzato proprio ora che aveva ritrovato l'antica routine di avere me e Jimin insieme nello stesso posto e sempre a disposizione per lui. Però sarebbe stato solo per pochi giorni, niente di troppo impegnativo.

In ogni caso avevo pensato di fargli una sorpresa. Lo avevo convinto ad uscire mezz'oretta per portare a spasso Yeontan e dopo mille lamenti aveva accettato, uscendo di casa armato di guinzaglio, telefono e cuffiette.

Avevo comprato dei petali di rosa rossa e partendo dalla porta di casa avevo cominciato a spargerli a forma di freccia, creando un percorso che lo avrebbe condotto fino in camera nostra. Avrei voluto creare un disegno anche sul materasso ed ero talmente concentrato sul posizionare i petali che non sentii la porta di casa aprirsi, non sentii suoi passi sul corridoio e quando aprì la porta e mi chiamò, presi un bello spavento, rovinando quel poco che avevo fatto.

"Ehi tu! Sei tornato troppo presto!"

Lo guardai esterrefatto mentre lui sorrideva con gli occhi che gli brillavano.

"Hai detto mezz'ora e sono stato fuori più di quaranta minuti, Tae."

Si avvicinò ma io andai verso di lui, appoggiando entrambe le mani sulle sue spalle e spingendolo all'indietro.

"Non guardare, non ho ancora finito."

"Eddaiiiii fammi vedere, cosa stai facendo? Ho seguito le frecce." Il sorriso gli andava da orecchio ad orecchio ma dovetti scuotere la testa ancora un paio di volte finchè non mise il broncio come i bambini e a quel punto cominciai a sciogliermi.

"Non guardarmi così."

"Taetae~"

"Aish, ti odio."

Si avvicinò pericolosamente a me, intrecciando le mani tra i miei capelli.

"Non è vero." E mi baciò.

Entrambi cominciammo a camminare, io all'indietro, lui spingendomi finchè non cademmo sul materasso. I petali posizionati alla rinfusa saltarono in aria, ricoprendoci e almeno in parte l'effetto di quello che avevo programmato era stato portato a termine con successo.

"Avrei voluto un'esplosione di petali. Se mi avessi lasciato finire..." Gli dissi, staccandomi dal bacio.

"Ha funzionato." Rispose dolcemente, spostandomi un petalo che era finito sul mio viso.

"Non del tutto."

"Io l'ho adorato anche così."

Posai le mie labbra sulle sue sorridendo e le mani sul suo fondoschiena, spingendolo verso di me, per fargli capire di che cosa avevo realmente voglia e lui non perse tempo a intrufolarsi sotto la mia maglietta, sfilandomela lentamente per la testa.

Poi si alzò, rimanendo seduto su di me e spogliandosi lentamente mentre strusciava il suo culo contro la mia erezione che già premeva fin troppo, stretta dentro a boxer e pantaloni.

Lo presi per i fianchi e approfondii i movimenti e quando dalla sua bocca uscì un gemito strozzato, lo tirai nuovamente giù, riprendendo a baciarlo. Rotolammo sul materasso, levandoci i pochi indumenti rimasteci addosso, cercando di non staccarci neanche per un secondo.

Be my heavenly scenery | taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora