28. «Resistiamo, amore.»

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Yoongi.




"Jimin-ah..."

Ero tornato dal lavoro e per il terzo giorno consecutivo l'avevo trovato seduto sul divano, computer sulle ginocchia, cuffie nelle orecchie e teneva il volume talmente alto che potevo praticamente sentire l'intero discorso dei due attori che recitavano nel drama che stava guardando.

Mi avvicinai e mi sedetti al suo fianco, sfilandogli lentamente una cuffia.

"Jimin, amore."

"Bentornato! Com'è andata oggi?" Chiese con tono piatto, senza staccare gli occhi dallo schermo.

"L'hai già visto questo drama. Due volte."

"Lo so."

Si riprese la cuffietta e la reinserì nell'orecchio, non mi guardò neanche per un secondo. Io lasciai andare un respiro profondo e poi mi alzai, optando per andare a farmi una doccia e cambiarmi.

La sera precedente avevamo discusso perché io gli avevo raccontato come stava Jungkook, sotto suggerimento di Hoseok. Non aveva voluto ascoltarmi, avevamo alzato il tono di voce ed io, preso dalla frustrazione, gli avevo detto che ero stufo di guardarlo poltrire sul mio divano e se mi considerava ancora il suo ragazzo o solo il suo sugar daddy. Avevo ricevuto uno schiaffo e mi ero immediatamente pentito di quello che gli avevo detto. Aveva dormito nell'altra stanza durante la notte e a me era tremendamente mancato però almeno non se ne era andato.

Dopo essermi lavato e aver cominciato a imbastire la cena, tornai da lui. Volevo parlargli, almeno scusarmi per il mio comportamento.

Io e Jimin non litigavamo mai, non da quando le cose tra di noi erano tornate a posto. A volte capitava che alzassimo la voce a causa di opinioni contrastanti ma quando avevo sentito Taehyung raccontare le sue discussioni con Jungkook, avevo capito che quello che capitava a me e a Jimin era niente in confronto. Ecco perché non riuscivo a vivere con la consapevolezza che lui non mi parlasse e non mi guardasse. Ero stato male e mi ero sentito agitato tutto il giorno, volevo solo chiarire con lui.

Sapevo che tutta quella situazione lo stava stressando, lo sapevo quanto fosse preoccupato per il suo migliore amico, sapevo quanto stesse male e quanto si odiava per non poter fare praticamente niente.

"Sto preparando il Boribap e il Kimchi. Ti va bene?" Annuì senza alzare la testa. Io lo osservai per un po' e poi alzai una mano, gli accarezzai lentamente e delicatamente i capelli, portandoglieli dietro l'orecchio.

"Che stai facendo, Yoongi?"

"Mi sei mancato oggi. Tantissimo."

Mise in pausa l'episodio del drama che si stava riguardando per l'ennesima volta e finalmente i suoi occhi incontrarono i miei. Erano tristi, spenti e mi fece tenerezza.

"Anche tu." Sussurrò.

Gli spostai lentamente il computer, appoggiandolo sul tavolino posizionato di fronte al divano, gli tolsi le cuffie e posai la mano sulla sua nuca, massaggiandogli piano i capelli all'attaccatura e poi me lo tirai addosso, avvolgendo le bracca intorno al suo busto e abbracciandolo. Si accoccolò contro di me, tirando su le gambe e ricambiando l'abbraccio.

"Scusami per come mi sono comportato ieri, per quello che ti ho detto. Non lo penso davvero, Jimin-ah."

"Però in parte hai ragione."

"Jimin-"

"Sarà difficile trovare un lavoro nel campo in cui mi sono laureato qua a Busan. E finché non troverò qualcosa da fare, tu continuerai a mantenermi e l'unico modo che ho di ripagarti è il sesso. Quindi sì, un po' è come se fossi il mio sugar daddy."

Be my heavenly scenery | taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora