30. «Non voglio tornare a casa.»

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Jungkook.





-Il numero da lei chiamato non è al momento irraggiungibile, risulta spento o inesistente.-

Panico. Puro e completo panico.

Taehyung aveva semplicemente bloccato il mio numero con questa facilità, l'avevo spinto fino a questo punto e ora cominciavo sul serio a pentirmi di ogni scelta avessi fatto negli ultimi mesi. Non pensavo veramente quello che avevo detto, mi ero sentito arrabbiato e deluso, non mi ero soffermato a pensare neanche per un secondo che forse quelle foto erano state scattate a tradimento, lui non guardava dritto in camera neanche una volta. Aveva bevuto e lo avevo capito dalla sua voce impastata, era arrabbiato ed era solo, nessuno avrebbe potuto fermarlo o farlo ragionare e la combo di queste tre cose poteva voler dire solo una cosa: non si sarebbe risparmiato, avrebbe dato il peggio di sé ed io, che non avevo mai provato un dolore simile sulla mia pelle, ero semplicemente terrorizzato.

Riaprii i social, rendendomi conto che mi aveva bloccato anche lì, non avrei potuto guardare cosa stesse succedendo e cosa stesse facendo ed ebbi la malsana idea di controllare le storie instagram di quei due modelli. E quello che vidi mi fece venire la nausea. Taehyung ballava, col bicchiere pieno in mano, con i capelli sudati appicciati alla fronte, la camicia troppo aperta, era troppo scoperto e poi uno dei due gli aveva appoggiato quella lurida mano sul suo culo e lui aveva abbassato la testa, aveva bevuto ancora ma non aveva reagito, non gli aveva chiesto di smetterla, non lo aveva fermato.

Mi appoggiai contro il muro di camera mia e lentamente cominciai a scivolare verso il basso finché non fui completamente seduto a terra, appoggiai lentamente il telefono sul pavimento, feci scontrare la testa contro la parete, chiusi gli occhi e cercai di concentrarmi sul mio respiro, inspiravo ed espiravo lentamente, proprio come mi aveva insegnato Taehyung. Il problema? C'era sempre stato lui in questi momenti, quando sentivo il respiro venirmi meno, quando il mio cervello smetteva di ragionare e il mio corpo a rispondere agli stimoli. Stavo male, stavo malissimo, sentivo il cuore battere all'impazzata, mi girava la testa e volevo solo piangere. Strinsi le dita a pugno e pensai che non avrei più avuto nessuno da tenere per mano.

Copiose lacrime presero a bagnarmi il volto ma io non potevo permettere che accadesse, non potevo lasciarlo che facesse quello che c'era la possibilità che facesse. Eravamo letteralmente sul filo del rasoio e se Taehyung fosse finito a letto con uno di quei due modelli, appena atterrato in Corea mi avrebbe lasciato, avrebbe completamente chiuso il suo cuore nei miei confronti e non avrei più avuto nessuna possibilità di riconquistarlo, neanche lontanamente.

Mi alzai di scatto, corsi verso la porta di casa e cercando di fare meno rumore possibile, mi infilai le scarpe, presi le chiavi della macchina e guidai a velocità folle fino a casa di Seokjin, sapendo che lì avrei trovato Hoseok. Poco mi importò se erano le 4 del mattino, poco mi importò se avessi dovuto disturbarli, Hoseok era il migliore amico di Taehyung e di conseguenza anche la mia unica speranza.

Suonai ripetutamente al campanello, ci appoggiai il dito sopra e lo sbattei contro quel piccolo pulsantino con la mano tremante e dopo alcuni minuti, che a me sembrarono ore, la luce della telecamera per il riconoscimento facciale si accese.

"Jungkook? Che cazzo ci fai qua? Sono le 4!"

"Hoseok-hyung è qua?"

"Cosa?"

"Hoseok-hyung è qua da te?"

"Sì, perché?"

"Fammi salire."

"Jung-"

"Hyung, fammi salire, Taehyung sta per scoparsi un altro, apri questo cazzo di portone, devo fermarlo." Dissi tutto d'un fiato guardando dritto nel sensore per fare in modo che lui vedesse i miei occhi e la mia espressione.

Be my heavenly scenery | taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora