40. «Tu sei il fidanzato di Koo?»

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Taehyung.



Jungkook mi stava nascondendo qualcosa e mi stava mentendo di nuovo solo che questa volta ero curioso, tremendamente curioso di capire che cosa gli stesse passando per la testa e soprattutto perché non si sentisse libero di parlarmene. Avrei solo voluto che colmasse i miei dubbi che ogni volta che lo vedevo si facevano sempre più profondi.

Erano ormai un paio di settimane che, dopo aver concluso il distaccamento della filiale francese e aver portato a termine e con successo la sfilata anche se a distanza, avevo meno lavoro da sbrigare in ufficio e sempre più spesso mi era capitato di tornare a casa prima, molto prima rispetto ad altri orari a cui ero abituato. E in due settimane, avevo visto Jungkook uscire di casa tenendo per mano quella stessa bambina per ben quattro volte. La faceva salire in macchina, le legava la cintura di sicurezza e poi usciva dal cancello, portandola chissà dove. Quando rientrava io solitamente mi facevo trovare in casa e lui mi diceva sempre che era appena tornato dalla palestra. Sapevo che fosse una bugia e avevo anche provato ad aspettare che fosse lui ad approcciare l'argomento ma non l'aveva mai fatto, neanche un accenno.

E quel pomeriggio era la quinta volta che accadeva solo che quando li vidi, invece che svoltare e in una stradina laterale e aspettare che lui uscisse dal cancello prima di entrare io con la mia auto, avevo deciso di affrontarlo o almeno fingere di coglierlo sul fatto per la prima volta.

Quando scesi dalla macchina e mi avvicinai a loro, la sua espressione si congelò, quasi come se avesse avuto paura di una mia reazione sconsiderata.

"Ehi." Gli andai in contro sorridendogli.

"Tae...ehm-" Guardò la bambina che gli stringeva forte la mano e che si andò a nascondere dietro le sue gambe. "S-sei...mh sei tornato prima."

"Sì, non avevo altro da fare in ufficio." Mi chinai sulle ginocchia. "Ciao principessa." Dissi a quella bambina che chiuse gli occhi a voltò la testa, come se non avesse voluto vedermi ma dopo tutto non mi conosceva, per quanto la riguardava non mi aveva mai visto e non sapevo neanche se Jungkook le aveva mai parlato di me. Sorrisi e tornai ad alzarmi, fronteggiando il mio ragazzo. "Torni per cena?" Chiesi col tono di voce più tranquillo che potessi usare.

"Si...si, certo. La riaccompagno a casa e poi torno." Rispose titubante.

"Okay, guida con prudenza allora." Mi chinai e gli lasciai un fugace bacio sulla guancia prima di sorridergli ancora e camminare velocemente verso la porta di casa, aprendola e poi richiudendola alle mie spalle.

Mi ci appoggiai contro e rimasi fermo immobile con gli occhi chiusi finchè non sentii il cancello automatico aprirsi e la macchina di Jungkook venir messa in moto. Poi lasciai andare il respiro che non mi ero neanche accorto di aver trattenuto fino a quel momento. Avevo pensato che se mi fossi mostrato aperto e accondiscendente, forse lui si sarebbe sciolto e mi avrebbe detto la verità che io morivo dalla voglia di capire.

Passò quasi un'ora e quando rientrò, mi raggiunse direttamente in soggiorno dove io mi ero seduto comodamente sul divano col computer sulle gambe. Avevo le cuffie ma ero perfettamente consapevole della sua presenza nella stanza quindi non mi stupii più di tanto quando fece il giro e si sedette sul lato opposto del divano rispetto al mio. Lui rimase in silenzio, fissandomi mentre io continuai a digitare sulla tastiera, fingendo di avere da fare finchè non resistetti più, tolsi le cuffie, abbassai lo schermo del computer prima di appoggiarlo sul tavolino di fronte a me e mi voltai a guardarlo.

"Jungkook." Dissi appena il suo nome eppure lui abbassò immediatamente la testa, come se si sentisse colpevole per qualcosa che non aveva fatto. "Guk, ehi..." Mi avvicinai e gli feci alzare il viso, costringendolo a guardarmi. "C'è qualcosa che vuoi dirmi?"

Be my heavenly scenery | taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora