39. «Sei la mia famiglia, vero?»

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Taehyung.




Incredibile ma vero. Era un venerdì pomeriggio e per la prima volta dopo tantissimo tempo avevo finito fin troppo presto al lavoro. Erano appena le 16 ma io non avevo più nulla da fare per quella giornata e per quella settimana e così avevo deciso che avrei potuto fare una sorpresa a Jungkook, tornare a casa in anticipo senza dirglielo, magari arrivando anche prima di lui e godermi alcune ore in totale serenità con lui.

Mi piaceva fin troppo il nostro nuovo equilibrio, sembrava sempre tutto perfetto, come se prima di tutto quello che era successo avessimo tenuto il freno a mano tirato e invece ora eravamo totalmente felici, totalmente liberi, totalmente innamorati.

Eravamo tornati quelli di prima ma ancora meglio.

Rientrai a casa ma quando vidi la macchina di Jungkook già nel parcheggio, ne fui stranito. Avevo pensato che sarebbe andato in palestra o che si sarebbe visto con Jimin e Namjoon per i preparativi del matrimonio eppure era già a casa. Meglio, pensai, avevamo quasi tutto il pomeriggio e la serata da passare insieme e inventarci qualcosa da fare.

Parcheggiai, mi diressi verso la porta, inserii le chiavi nella toppa e aprii, entrando in casa col sorriso sulle labbra. Posai le mie cose sulla mensolina dell'entrata, tolsi le scarpe, indossai le ciabatte e poi mi diressi verso la cucina, sentendo delle voci provenire da quella stanza ma quando feci capolino dallo stipite, mi bloccai e rimasi pietrificato.

Cominciai ad arretrare, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa, pensando che la stanchezza aveva cominciato a giocarmi brutti scherzi e forse avrei dovuto prendermi un periodo di pausa ma poi la mia schiena colpì qualcosa dietro di me, o meglio qualcuno.

"OH, Tae! Sei tornato prestissimo!" Mi disse Jungkook quando mi voltai a guardarlo. Mi sorrideva, mi chiesi se era consapevole di quella che stava accadendo in cucina.

"C'è...di là-" Indicai la stanza alle mie spalle.

"Oh si, le danno fastidio i capelli mentre mangia quindi sono andato a prenderle un elastico per legarli." Oh, quindi sapeva che c'era una bambina seduta al nostro tavolo in cucina.

"Jungkook."

"Vieni a conoscerla, ti va?"

"Jungkook, perché c'è una bambina in cucina?" Fui tremendamente serio nel porgergli quella domanda.

"Beh, fammi fare le presentazioni prima di chiedermi qualsiasi altra cosa, che dici?" Continuava a sorridere come se fossi solo io sull'orlo di una crisi di nervi.

"Dimmi perché cazzo c'è una bambina nella mia cucina seduta sulla mia fottuta sedia, Jungkook." Il suo sorriso si spense.

"Sulla tua sedia? Tae, non essere geloso di un oggetto inanimato. Abbiamo sei sedie in cucina e sono tutte uguali, sono solo sedie."

"Jungkook...amore-" Alzai le mani e solo in quel momento mi resi conto che stavo tremando. Gliele appoggiai sulle spalle e presi un respiro profondo. "C'è un mini essere umano di sesso femminile in casa mia, gradirei sapere il perché e chi l'ha fatta entrare." Cercai di parlare con tutta la poca calma che mi era rimasta in corpo.

Jungkook si scansò, allontanandosi da me e dal mio tocco.

"Casa nostra, Taehyung. Questa è casa nostra." Il suo tono di voce quasi mi fece paura. "Finiscila di fare il coglione e vieni di là a dirle ciao almeno. Se non lo vuoi fare, va bene. Finisco di farle fare merenda e poi la riporto alla Casa Famiglia, non ti preoccupare." E detto ciò si incamminò, superando la mia figura senza rivolgermi altre parole, senza lasciarmi il tempo di rispondere. Rientrò in cucina e lo sentii parlare con quella bambina come se niente fosse successo, le disse di avvisarla se la codina sarebbe stata troppo stretta.

Be my heavenly scenery | taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora