** Twenty-Two **

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Preferirei dividere una sola vita con te che affrontare tutte queste ere da sola.

-Il Signore degli anelli

Narrator's pov

Era come se si fosse rotto un oggetto, come se si fosse distrutto in mille pezzi.
Come se adesso fosse irrecuperabile.
In quel caso però, ciò che si era distrutto, non era un semplice oggetto ma bensì era il cuore della povera Hermione.

La ragazza si sentiva umilita, illusa e anche parecchio stupida, per aver perso così tanto tempo dietro qualcuno che non ricambiava i tuoi sentimenti.
O almeno così credeva la ragazza.

Le lacrime si fecero velocemente spazio sul suo volto, così per non far vedere a nessuno quella sua parte vulnerabile, decise - con le poche forze che aveva - di smaterializzarsi e ritornare a casa.

Si cambiò rapidamente, come se togliersi quello splendido abito potesse ricordarle il meno possibile la festa e ciò che aveva visto.
Non indossò però la maglia che Ron le aveva dato per dormire, sarebbe stata ancora più male.
Prese una canotta e degli shorts a caso dal suo baule, adibendoli a pigiama, notando con tristezza che non erano comodi quanto la maglietta del suo migliore amico.

Cacciò tutte le lacrime che aveva in corpo.
Si sfogò e si lasciò andare come non faceva da molto tempo.
Ripensò a tutto, a ciò che aveva visto solamente 20 minuti prima, al fatto che credeva di piacere a Ronald, a tutto il tempo che aveva sprecato facendo mille film mentali o immaginandosi un loro possibile bacio.

Pianse.
Pianse tanto.
Perché si sa, quando si é tristi, le uniche che riescono a confortati sono le lacrime.
In ognuna di esse c'è un sentimento diverso.
Magari in alcune c'è la rabbia, in altre la delusione o semplicemente la tristezza.
Ma ogni singola lacrima fa più male della precedente.
Ed é un dolore di cui tu non puoi fare a meno.

Piangendo, abbandonata ai suoi pensieri, le venne in mente anche di Harry e Ginny.
Certo, non nella maniera più  romantica del mondo, però finalmente tra i due stava accadendo qualcosa.
Qualcosa di bello.
Chiamato comunemente amore.
In realtà c'era sempre stato, soltanto adesso se ne stavano rendendo conto.

Un piccolo sorriso, per pochi secondi, rovinò l'andamento diritto delle lacrime che scorrevano indisturbate sul volto di Hermione.
Avrebbe voluto far accadere qualcosa del genere anche tra lei e Ronald.
Magari ubriacarsi fino a non ricordarsi più il suo nome e baciare il suo migliore amico.
Sembrava uno di quei romanzi rosa che leggeva spesso.
Solitamente non avrebbe mai voluto farne parte, li considerava troppo sdolcinati.
Per ironia della sorte però, questa volta avrebbe pagato oro per essere il personaggio principale di un libro del genere e non una figura secondaria.
Avrebbe voluto vivere la sua bella storia d'amore e concludere il libro con un "e vissero tutti felici e contenti".

Ma no.
Per Hermione la storia si concludeva con "e il ragazzo di cui era innamorata baciò un'altra".

In realtà non si era resa conto che si, quella era la fine, ma soltanto di uno dei primi capitoli.

Continuò a piangere, però ore intere, facendo evanescere spesso dei pacchi di fazzoletti e qualche cioccolatino.
Da come le aveva detto il prof Remus Lupin al terzo anno,
"il cioccolato é la migliore medicina"
E lei non se l'era fatto ripetere due volte.

Forse però quando si ha un cuore infranto dei semplici carboidrati non sistemano la situazione.

Hermione, la strega più brillante della sua età, si sentiva vuota.
Quasi persa.
E no, non perché c'era un compito e non aveva studiato.
Non perché l'avevano messa in punizione.
Non perché aveva preso un brutto voto.
Ma perché il suo migliore amico, la sua cotta segretissima - in realtà neanche tanto, visto che se ne erano accorti quasi tutti - aveva baciato un'altra ragazza.
Magari poteva essere anche sbronzo o, che so io, fatto.
Ma l'aveva ferita.

Non c'era un manuale d'istruzione per questo, non c'era un libro che spiegasse come aggiustare un cuore.
O meglio c'era, ma parlava di chirurgia e Herm non intendeva sistemarsi il cuore in quel senso.

Perché l'aveva fatto?
Perché l'aveva fatta soffrire così?
Cosa aveva quella ragazzetta in più rispetto a 'Mione?

Certo sono d'accordo con voi, magari quei boccoli ribelli non erano proprio il massimo.
E nemmeno quei 164 centimetri miglioravano la situazione.
Ma lei era speciale.
Lei non era minimamente come le altre ragazze.
E Ron le aveva sempre detto come fosse proprio quella cosa, quel di più, a piacerle particolarmente di lei.

Quella sera però, evidentemente si dimenticò tutto, perché nell'arco di 10 secondi, passando da un bicchiere di vodka all'altro, si ritrovò con le labbra attaccate a quelle di una bionda.
Non era un semplice bacio a stampo, nossignore.
Si erano staccati inizialmente, si erano guardati un paio di secondi negli occhi e poi avevano iniziato a mangiarsi la faccia.
Magari era tutta colpa dell'alcool.
Forse erano solo gli ormoni.
Ma oramai era successo.
E la piccola Hermione, che in realtà tanto piccola non era, si era ritrovata a guardare tutta la scena e, a ritrovarsi inaspettatamente nel mitico mondo delle fanciulle che piangono per i ragazzi, mangiano fino a stare male e sentendo canzoni depresse che le fanno stare peggio.

La riccia non era mai stata brava con i sentimenti.
Non che non sapesse dimostrali, anzi.
In realtà non era in grado di controllarli.
Ogni cosa che non riusciva a controllare le dava sui nervi.
Ma come impedisci alle tue guance di andare a fuoco quando la tua cotta ti dà la sua maglia?
O quando ti fa i complimenti?
O anche quando ti chiama "piccola"?
Eh.
Bella domanda.

Se avesse potuto, avrebbe fermato il suo cuore.
Metaforicamente parlando, sia chiaro.
Avrebbe spento uno degli organi vitali più importanti che ci sono nel nostro corpo e avrebbe lasciato acceso solo i cervello.
24 ore su 24.

Come può un sentimento del genere farti stare così bene, ma allo stesso tempo così tremendamente male?

Erano queste le domande che Hermione continuava a porsi.
Era così assorta nei suoi pensieri da non essersi nemmeno accorta che la sua compagna di stanza, nonché la sua migliore amica, era rientrata e - con la grazia di un elefante in una cristalleria - si era messa a letto.

Ormai per quanto aveva pianto la sua pelle era diventata ruvida come la carta pesta.
Aveva singhiozzato così tanto da fare invidia a uno con il morbo di Parkinson.
Non si vergognava di aver pianto.
Tutt'altro.
Era contenta di essersi sfogata.
Di aver cacciato tutto fuori, perchè - come credo tutti possiamo affermare - Meglio fuori che dentro.

Hermione Jean Granger per la primissima volta nella sua vita aveva pianto per un ragazzo.

In una piccola, piccolissima parte, era anche positivo.
Alla fine non era morto nessuno, Harry non doveva affrontare nessun torneo 3 maghi e Ginny non era nemmeno stata rapita da Tom Riddle.
Aveva pianto per qualcosa di normale, come una normalissima adolescente.
Per la prima volta nella sua vita.

Dopo ore, tante ore, si addormentò sfinita.
Cadendo quasi subito nelle braccia di Morfeo.

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Spazio autrice! 🥰

Ma hey.
Si lo so, Hermione sembra una di quelle ragazze depresse su tumblr nel 2014.
Mi dispiace.
Spero di non avervi annoiata troppo con un capitolo del genere, essendo che non accade nulla a livello "romione" ed é anche completamente riflessivo.
Volevo farvi capire a pieno come un semplice gesto abbia ferito così profondamente Herm. 🥺🥺

Anyway spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi chiedo cortesemente di lasciarmi una valutazione o un commento. ❤️

Scusate per eventuali errori. 🐾

Bye 👋
Lylpotterhead 🧚‍♀️

Your sweater  // RomioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora