18

5.7K 103 17
                                    

Louis mi sorride e mi fa uno sguardo complice, poi mi prende la mano.

"Vieni con me" dice ed io lo seguo. Usciamo dal parco e iniziamo ad attraversare la strada

"Dove andiamo?" chiedo curiosa

"In spiaggia, è qui vicino"

Mentre siamo sulle strisce una macchina arriva a tutta velocità. Urlo più forte che posso e sento Louis che mi spinge avanti, sono sull'altro marciapiede e spaventata apro gli occhi che lasciano uscire le lacrime, cerco Louis ed è lì vicino a me, spaventato anche lui. Mi posa le mani sulle braccia e mi guarda negli occhi

"Hey piccola, è tutto apposto...shh" mi stringe in un abbraccio ed io smetto di tremare, mi porta sulla spiaggia dove ci sediamo

"S-scusa, non volevo avere questa reazione" dico

"Oh, ma tranquilla" mi accarezza il viso e io accenno un sorriso

"Mi è tornata in mente una brutta esperienza" dico

"Ti va di parlarne?" chiede

"Non ne ho mai parlato a nessuno, ho sempre fatto finta che non fosse mai successo e mia madre ha sempre fatto lo stesso" premetto e lui rimane in silenzio facendomi capire che ho tutto il tempo che voglio.

Rincorro mia sorella nel giardino

"Dai Kessie" rido e continuo a correre

Kessie ha 14 anni e io solo 4 ma alcune volte mi sembra di essere molto più intelligente di lei, però con lei mi diverto un mondo, è la mia sorellona e quando non fa la sciocca come in questo momento mi vizia e si prende cura di me. Mamma e papà durante il giorno lavorano e lei mi fa da seconda mamma, ci vogliamo troppo bene.

"Bimbe fate piano. E andate a lavarvi le mani che è quasi pronto" urla la voce di mamma che ha preparato il pranzo della domenica

"Amy prendi la palla!" dice Kassie lanciandola in aria e io mi avvicino provando a saltare per prenderla, ma non ci riesco. La palla cade a terra e inizia a rotolare, così iniziamo a correre verso di quella, che ad un certo punto supera il cancelletto che oggi è rimasto aperto per non so quale motivo. La palla finisce in mezzo alla strada e io continuo a rincorrerla, ho quasi seminato Kessie quindi credo che vincerò io. Sto per prendere la palla ma una macchina corre velocissima verso di me.

"AMYYY!" grida mia sorella e mi spinge via dalla strada giusto in tempo, poi sento un botto e...un tonfo. Mi giro e alla fine della strada, steso a terra c'è il corpo della mia sorellona; corro verso di lei, è a pancia in giù e non si muove, mi avvicino di più mentre altra gente inizia ad accerchiarci. Non so che pensare, forse è svenuta, la scuoto

"Kessie, svegliati sei in mezzo alla strada" le tiro qualche schiaffo ma non si muove, la sua pelle sembra sempre più fredda. I miei genitori corrono verso di noi e quando vedo la mamma che urla il nome di Kessie e si accascia su di lei capisco che la cosa è più grave di quanto pensassi. Mio padre mi afferra e mi prende in braccio portandomi via

"Papà, ma Kessie si riprenderà?" chiedo

"A-amy" dice portandomi in casa e accomodandomi sul divano, io aspetto che finisca il discorso e nel frattempo noto che i suoi occhi stanno diventando lucidi

"Papà perché piangi? Ci sono io" dico sporgendomi in avanti ad abbracciarlo

"Amy, non sono bravo con le parole e forse non dovrei dirtelo così, ma sono sicuro che capirai. Kessie, credo...credo che lei sia morta" dice scoppiando a piangere. Io rimango lì, pietrificata, in silenzio senza avere alcuna reazione. Non può essere vero, sono sicura che presto Kessie starà meglio e torneremo a giocare insieme, probabilmente papà ha visto male e non ha capito bene la situazione, l'ha sicuramente ingigantita come fa sempre con qualsiasi cosa.

I giorni passano e Kessie non torna, ma so che lo farà; mi ripeteva ogni volta che per me ci sarebbe sempre stata, allora vado in cucina da mamma

"Mamma, ma quando torna Kessie?" chiedo, lei è pronta a rispondermi ma la voce di papà arriva per prima

"Basta Amy! Ti abbiamo già spiegato che Kessie è morta e non tornerà mai più ed anche colpa tua perché se è morta è stato per salvare te!" urla e io non lo riconosco più, non è più il papà di una volta. So bene quanto era legato a noi e soprattutto a Kessie, ma addirittura dirmi quelle brutte parole? La mamma è pietrificata e guarda papà come se fosse un verme. Salgo nella mia camera e per la prima volta da quando la mia sorellona non c'è più, piango. Credo di aver capito solo ora che non l'avrei più rivista e anche se papà è stato molto rude nel dirmi quelle cose, credo che abbia ragione, è tutta colpa mia.

Quando finisco di raccontare la storia a Lou mi accorgo che i suoi occhi sono lucidi

"Da quel giorno io e mia madre però non abbiamo mai più guardato mio padre nello stesso modo e non abbiamo più avuto lo stesso rapporto di prima, lui negli anni ha iniziato a bere, a non stare mai a casa e spesso tradiva anche la mamma, due anni fa è sparito definitivamente e di lui non abbiamo più notizie e sinceramente è meglio così" dico concludendo il mio lungo triste racconto

"Non avevi raccontato questa cosa mai a nessuno?" chiede

"A nessuno" ammetto e sinceramente mi sento molto meglio ora, è come se mi fossi tolta un peso e avessi "liberato" Kessie; è da lei che ho ripreso ne sono più che sicura e la cosa mi fa stare bene, anche se so bene che su molte cose sarebbe lì ad ammonirmi e correggermi.

"Mi dispiace così tanto" dice abbracciandomi, io ricambio l'abbraccio. Mi sento al sicuro tra le sue braccia, metto la testa nell'incavo del suo collo

"Mi manca così tanto" sussurro "non la sono neanche mai andata a trovare al cimitero perché mi sono sempre sentita tremendamente in colpa e non mi sembrava giusto andare davanti la sua tomba"

"Oh no piccola, ma non è così. Tu non hai colpe, devi andare a trovarla!" mi dice sciogliendo l'abbraccio

"Ma come faccio ora?! Sono qui, lontana da lei" dico

"Non è assolutamente un problema, ci sono i voli low cost e ti dico che tu tra poco sarai lì" dice alzandosi e io lo seguo, arriviamo alla sua auto ed entriamo

"Ok, però preferirei andare da sola" ammetto

"Come vuoi" dice e giuda fino all'aeroporto, faccio un biglietto velocemente e mi avvio per raggiungerlo dato che sta per partire.

"Hey, domani scrivimi l'orario e ti vengo a prendere io qui" dice e io sorrido annuendo, lui mi lascia un bacio all'angolo della bocca e adoro questa cosa che nonostante tutto rispetti le mie decisioni e i miei tempi. Mi avvio senza guardarmi indietro, odio farlo, mi riempie il cuore di tristezza. Il mio posto è accanto ad un signore che puzza a morte di cipolla e rimpiango di non essermi opposta alla decisione di Lou. Sorrido solo a pensarlo, quei suoi occhi azzurri mi catturano ogni volta sempre di più, che poi non sono mai sempre azzurri, dipende dal tempo e anche da quello che indossa; a volte sono grigi, altre volte ghiaccio, altre ancora quell'azzurro mi ricorda il mare. Con l'immagine dei suoi occhi nella mia testa, prendo sonno. Quando mi risveglio sono arrivata ed è quasi l'alba.

Sex lesson ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora