Martina
Dei colpi forti alla porta mi fanno svegliare di soprassalto. Guardo ancora addormentata l'ora sul mio telefono e noto che sono le 10 di mattina. Chi sarà mai a quest'ora di domenica mattina. Sento ancora bussare e mi alzo passandomi una mano sulla faccia, ieri sera sono stata con le ragazze e abbiamo fatto tardi quindi sono ancora intontita per via del poco sonno. Scendo le scale e appena apro la porta rimango paralizzata quando vedo Jorge difronte a me. Fa il suo solito sorrisetto ammaliatore, << Buongiorno dormigliona >> borbotta lui ed entra in casa mentre io confusa lo guardo. << Che ci fai qui? >> farfuglio mentre cerco di svegliarmi mentalmente. << Tu oggi vieni con me >> si volta a guardarmi con l'aria entusiasta, << Io non vengo da nessuna parte con te >> gli faccio notare. Lui mi afferra per le spalle, << Tu invece ci vieni, mi volta spingendomi verso le scale per andare al piano di sopra, << Mettiti un bel costume, e prendi le cose necessarie per andare al mare >>. << Jorge >> mi volto di scatto e i nostri corpi si scontrano, faccio un passo indietro per mettere spazio tra noi, << Non vengo con te >> ripeto ancora una volta. << Martina ti prego non fare storie >> si mette una mano sul petto << Ti prometto che non te ne pentirai e che farò il bravo >> mi scruta attentamente << Ti prego >> ripete poi. Mi manca l'aria nei polmoni mentre i suoi occhi verdi mi fissano. Sbuffo e salgo al piano di sopra infastidita da questo comportamento, << Non sbuffare Tini >> lo sento urlare su per le scale, << Fottiti >> rispondo io. Dieci minuti dopo scendo con uno zaino che contiene il necessario, << Bene... partiamo >> sembra incantato nel guardarmi. Saliamo in auto e io non dico una parola, anche perché non so che dire, stare sola con lui mi mette agitazione e in qualche modo anche imbarazzo. << Come è andato il tuo sabato sera? >> mi domanda lui, << Bene >> rispondo solamente, << Sei stata con le ragazza? >> continua il terzo grado, << Esatto >> mi guardo le mani per frenare l'impulso di guardarlo. << Noi siamo andati ad una specie di festa, ma non era un granché siamo tornarti a casa presto >> mi racconta lui, << E hai pensato di venire a svegliare me? >> chiedo sarcastica e anche infastidita, << No... io era da qualche giorno che pensavo a questa cosa >> ammette lui voltandosi per un secondo verso di me, sento i suoi occhi bruciare sulla mia pelle. Rimaniamo in silenzio ancora mentre la musica scorre sulla radio dell'auto che smorza tutto questo disagio che si è creato. Non so a cosa pensare, il mio cervello è in tilt, sono confusa, proprio non riesco a capirlo, non so dove vuole arrivare facendo tutto questo. Una canzone passa alla radio e lui inizia a cantare, io lo guardo confusa mentre fa il simpatico canticchiando le parole. << Dai Tini canta >> mi sprona lui, << No >> rispondo semplicemente io, << So che conosci questa canzone... quindi canta >> mi dice intonando altre parole del testo. Mi viene da ridacchiare vedendolo così rilassato e senza quell'aria da arrogante che spesso lo accompagna. << Dai >> insiste lui sorridendo come un bambino. Presa da quello spirito inizio a cantare con lui, sembriamo due pazzi in auto e a me viene da ridere. << Sei brava a cantare >> mi dice poi, << Anche tu non sei niente male >> rido io cantando poi ancora qualche parole. << E' bello vederti ridere >> mi dice poi quando la canzone finisce, per la prima volta in vita mia sento le mie guance avvampare, diventare rosse dalla vergogna. << Non lo fai molto spesso >> mi fa notare, << In realtà si, ma non con te >> ribatto alle sue parole, << Beh è un traguardo allora... oggi sono riuscito a farti ridere >> i suoi occhi si posano ancora su di me, ma questa volta incrociano i miei, lo stomaco mi si svuota in una frazione di secondo, delle strane sensazioni mi invadono il corpo e mi impongono di tornare a guardare fissa davanti a me. Non so cosa mi prende, ma con lui niente ha più una logica ormai, sembra che io non riesca più a gestire le mie sensazioni, mi fa arrabbiare con la stessa velocità in cui mi fa smettere di respirare. Parcheggia l'auto, dopo quasi un'ora di viaggio, davanti ad una spiaggia che è praticamente deserta. Apre il baule e tira fuori un cestino e uno zaino. << Pronta per una giornata al mare? >> chiede entusiasta, << Avrei preferito passarla con qualcun altro >> lo scherno io facendogli un sorriso stronzo, << Sei sempre la solita cattiva >> ridacchia lui. Ci avviamo verso la spiaggia e scegliamo un posto non distante dalla riva, il profumo di salsedine mi inebria, l'aria fresca che arriva dal mare mi accarezza la pelle e la pace del silenzio mi entra nell'anima. Lui stende un telo e inizia a spogliarsi restando in costume. Senza accorgermene lo guardo, nel suo fisico asciutto, alto e muscoloso al punto giusto. << Rimani vestita tu? >> mi chiede lui, mi guardo il vestitino bianco che indosso imbarazzata dal fatto che lo stavo fissando, << Si rimango vestita >> borbotto, << Come vuoi >> risponde lui, tira fuori una birra dal cestino e poi si mette seduto sul telone. Mi siedo anche io cercando di tenere una certa distanza tra noi, << Bello vero? >> chiede lui guardandomi sorridendo, << Si... come conosci questo posto? >> chiedo curiosa. Lui fissa il mare e il verde dei suoi occhi diventa di smeraldo, e il suo sguardo sembra malinconico. << Ci venivo quando ero piccolo con mia madre e... mio padre >> percepisco tristezza in quelle ultima parole << Era da tanto che non ci venivo >> ammette poi tornando a guardarmi. L'aria fresca mi fa volare leggermente i capelli e lui mi guarda come se fossi un angelo appena sceso in terra. << Come mai non ci sei più venuto? >> parlo per smorzare quella tensione, << Perché è cambiato tutto da quando lui è morto >> dice senza tanti giri di parole. << Scusa... non lo sapevo che... >> mi agito io, << Non preoccuparti >> mi sorride dolcemente e d'istinto gli sorrido anche io, appena mi rendo conto dell'intensità dei nostri sguardi ritorno a guardare il mare. << Ne posso avere una? >> chiedo indicando la sua birra, << Certo >> ne tira fuori un'altra dal cestino e me la stappa porgendomela. Le nostre mani entrano in contatto e mi vengono i brividi per tutto il corpo, cerco di nasconderlo, ma ho come la sensazione che lui se ne renda conto. Il mio telefono emette un suono e interrompe quel momento, guardo chi mi cerca e noto dei messaggi sulla chat di gruppo, dove Mechi chiede se ci va di andare a fare un po' di shopping. Cerco di inventarmi una scusa sul momento per la mia assenza. Vedo Jorge tendersi verso di me per guardare a chi sto scrivendo, << Mi spii? >> chiede guardandolo con finto nervosismo, lui ridacchia gettando indietro la testa. Rimango come una scema a gustarmi della sua vista, ad osservare in qualche modo la sua perfezione, il suo modo di ridere che in questo momento è genuino.
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All'improvviso, l'amore.
Подростковая литератураMartina e le sue amiche si ritrovano all'ultimo anno di liceo in una nuova scuola. Molte cose cambieranno nelle loro vite, soprattutto dopo l'incontro con " le 5 meraviglie" dei ragazzi popolari e conosciuti per le loro feste e per il loro fare da r...