Martina
E' da due ore che sono in accademia. L'insegnate continua a farmi provare e riprovare la coreografia di danza moderna che stiamo imparando. Sono esausta, ho il morale sotto i piedi e le mie gambe tremano dallo sforzo che sto facendo. Sembra che non vada mai bene, anche se cerco di eseguire i passi in modo perfetto, anche se cerco di concentrarmi il più possibile sembra che non sia mai abbastanza. E' da quando sono bambina che frequento scuole di danza, è sempre stata una mia passione, forse perché in questo modo mi distraevo dal fatto che ero sempre sola, che i miei genitori non c'erano mai, che mi sentivo persa in un mondo a me sconosciuto senza nessuno che mi dicesse come comportarmi, come agire e reagire alla vita. Ho dovuto impararlo da sola, e la danza mi ha aiutato in questo, occupava il mio tempo, mi faceva sfogare e allo stesso tempo era l'unico modo che avevo per esprimermi al cento per cento. E' come se mi trasformassi ogni volta che la musica parte e io devo muovermi con essa. Il fatto di dovermi sempre concentrare sui passi, sul mio corpo mi permette di togliere dalla mia testa un sacco di pensieri pesanti che mi assillano sempre. << Ancora >> ripete l'insegnante quando per l'ennesima volta la musica termina. Prendo aria nei polmoni prima di rimettermi in posizione e ricominciare tutto da capo. Da quando mi hanno presa in accademia quattro anni fa tutto è cambiato, la differenza tra una scuola di ballo normale è che qui richiedono la perfezione, qui devi lottare per essere la numero uno, per essere ammessa agli spettacoli o nei gruppi di danza. Per mia fortuna sono sempre stata una delle migliori, ma ho dovuto lavorare e sacrificarmi un sacco per poter essere in cima alla lista, per poter essere vista come un talento, e anche se lo sono lavoro tanto quanto gl'altri, e da me pretendono ancora di più. Alcune volte però vorrei tanto mollare tutto e correre via, correre sentendo il vento sul viso, allontanarmi da tutto, potermi in qualche modo rilassare, ma sembra impossibile per me farlo. Non riesco a mai a trovare questa libertà, questa spensieratezza, la mia testa mi impone certe cose che non mi lasciano il tempo di distrarmi un attimo, è sempre attiva, che pensa, che non mi lascia pace un attimo. << Metti meglio quel piede e allunga meglio quel braccio Martina >> mi rimprovera l'insegnante. Vorrei tanto lasciarmi andare sul pavimento e sprofondare a terra, rimanere li ferma immobile. << Ok per oggi abbiamo finito >> dice dopo aver rifatto ancora migliaia di volte la coreografia, prendo un asciugamano e me lo passo sul viso per togliere il sudore, << Devi impegnarti ancora di più Martina, devi raggiungere la perfezione, sei davvero brava non sprecare questo talento solo perché non fai quel gradino in più... puoi raggiungere grandi traguardi >> si avvicina a me con un aria che sembra quasi comprensiva. << Ok, ci proverò >> risponde, << No Martina, non "ci proverò" devi dire "lo farò" >> esclama, io annuisco semplicemente e poi se ne va, lasciandomi in questa aula di danza da sola nell'immenso silenzio, mi tocco il mio braccialetto porta fortuna come gesto scaramantico sperando di riuscire a diventare quello che i miei insegnati vogliono che io diventi. Esco dagli spogliatoi dopo una doccia rigenerante, saluto la segretaria all'entrata dell'accademia che ricambia come sempre con un dolce sorriso. Appena varco la porta per uscire, l'aria fresca mi sfiora il viso. Qualcuno si schiarisce la voce e quando mi volto vedo Jorge appoggiato al muro e le braccia incrociate al petto. Mi fa un sorrisetto beffardo. Lo guardo con aria infastidita per qualche secondo e poi gli volto le spalle mettendomi le cuffiette nelle orecchie. << Ehi aspetta >> mi dice afferrandomi una mano per fermarmi, << Non toccarmi >> gli dico voltandomi a guardarlo, << Ok >> alza le mani lui come per arrendersi << Non ti tocco >> borbotta. << Come è andata? >> mi chiede indicando l'accademia dopo qualche secondo di silenzio, << Sei uno stalker? >> gli chiedo io, lui trattiene una risatina, << No... solo che... >> inizia a dire, << Solo cosa? Ti presenti qui fuori dalla mia accademia per tormentarmi, ti ho già detto di lasciarmi in pace o sbaglio? Non avrai da me ciò che vuoi, trovati qualcun'altra da torturare probabilmente avrai più possibilità di ottenere quel che cerchi >> butto fuori tutto d'un fiato. << Ehi Martina calmati >> mi guarda con un'aria quasi preoccupata. Gli sto buttando addosso tutta la frustrazione che ho addosso, non è un buon momento per starmi addosso, proprio per niente. << Che c'è che non va? >> mi chiede curioso e mi sembra davvero interessato alla cosa, ma forse è solo una mia stupida sensazione. << Niente e comunque non sarebbero affari tuoi >>. Appoggia di nuovo una mano sul mio braccio, << Non toccarmi ti ho detto! >> urlo quasi di rabbia. Con l'aria confusa indietreggia, i suoi occhi sembrano assenti come se stesse cercando di comprendere ciò che sta accadendo difronte a lui. Scuoto il capo e mi rinfilo le cuffiette nelle orecchie, senza dire più nulla e riprendo la mia strada lasciandolo li. Fermo come una statua e i suoi occhi che mi seguono. "Davvero?" mi arriva un messaggio da Mechi quando le racconto che Jorge era fuori dall'accademia, "Già... non lo sopporto più" le rispondo. Intanto nella chat di gruppo si sta parlando di cosa fare questo week-end, con Cande che spera vivamente in un'altra festa e infondo anche io perché ne avrei proprio bisogno, avrei bisogno di divertirmi con le mie amiche, di passare quelle ore senza pensieri, senza troppe ansie che mi affiggono. "Cara Tini, mi sa che quel ragazzo ha preso una sbandata per te se si presenta fuori dall'accademia solo per vederti" leggo il messaggio della bionda e alzo gl'occhi al cielo, "E' solo con coglione" ribatto io senza mezzi termini. Il telefono suona ancora annunciandomi un altro messaggio, penso sia di Mechi ma quando apro le conversazioni noto che è di mia madre. "Tutto bene tesoro?" mi chiede e vorrei tanto urlarle che non va tutto bene, che avrei bisogno di lei qui con me per parlare, per raccontargli ciò che succede, per parlargli dell'accademia, di quel ragazzo che mi dà il tormento, per avere qualche consiglio, per sentire l'amore di una madre che è sempre accanto a te.
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All'improvviso, l'amore.
Teen FictionMartina e le sue amiche si ritrovano all'ultimo anno di liceo in una nuova scuola. Molte cose cambieranno nelle loro vite, soprattutto dopo l'incontro con " le 5 meraviglie" dei ragazzi popolari e conosciuti per le loro feste e per il loro fare da r...