Capitolo 4 - Il Creatore

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Dopo aver percorso diverse centinaia di metri a piedi, finalmente sono arrivata alla strada. Ora sto facendo l'autostop e questa cosa è abbastanza strana. Un'ibrida che fa l'autostop....potrebbero far iniziare una storia così.

Dopo varie macchine che hanno tirato dritto, finalmente una si ferma. Il finestrino si abbassa e vedo un ragazzo che mi sorride.

"Serve una mano?" io annuisco e allora lui mi fa cenno di salire. Metto le mie cose dietro e salgo davanti.

"Dove vai?" bella domanda....dove posso andare?

"Il più lontano possibile da qui" lui mi guarda stupito, ma anche divertito.

"Io sto andando a Los Angeles....credi che sia abbastanza lontano?" io ridacchio e annuisco, così lui mette in moto.

"Comunque io sono Scott, Scott McHall" io mi giro di scatto verso di lui e lo guardo allibita.

"Sì, quasi come quello di Teen Wolf" dal tono che ha usato, credo che glielo abbiano detto spesso e che lui si sia stancato di sentirselo dire.

"Beh, un po' ci assomigli" lui mi lancia un'occhiata e poi mi sorride.

"Io sono Madison comunque"

"E dimmi Madison, perché sembra che tu stia scappando da qualcosa?" accidenti! Ha occhio questo qua.

"In sostanza, ho fatto da babysitter alla figlia di una mia amica per tre mesi, ma ora ho saputo che suo padre sta tornando e io ho avuto dei brutti trascorsi col padre" "brutti trascorsi" potrebbe essere definito l'eufemismo del secolo.

"Problemi di cuore?" magari fossero quelli, almeno sarebbero più facili da dimenticare.

"Non ha niente a che fare con l'amore, però preferirei non parlarne" lui annuisce e per qualche secondo cala il silenzio nell'auto, interrotto solamente dalla radio.

"Per esperienza personale, non fa mai bene scappare. Secondo il mio punto di vista, bisogna sempre affrontare di petto i problemi" lui ha ragione, però non sa ciò che so io e non credo che direbbe la stessa cosa se sapesse in che condizioni sono io.

"Se io lo affrontassi di petto, finirei con una mano al suo interno" non mi ero neanche accorta di averlo detto ad alta voce. Mi giro verso Scott e lo vedo che ha assunto un'espressione allibita.

"In senso metaforico, è ovvio" lui annuisce e si calma, mentre io penso a ciò che ha detto.

Forse dovrei affrontarlo.

"Puoi accostare?" lui annuisce e si ferma sul margine della strada. Io mi passo una mano sul viso e penso a cosa dovrei fare.

"Credi veramente che dovrei affrontarlo?" mi volto verso Scott e lui annuisce, così annuisco.

"Se non lo affronti, continuerai a scappare col problema che ti perseguiterà, quindi è meglio dargli un taglio" è vero, non posso continuare a scappare in eterno.

Apro la portiera e scendo.

"Vuoi che torni indietro?" io scuoto la testa.

"Ho bisogno di riflettere e lo faccio meglio quando cammino" lui annuisce e in seguito prendo la mia borsa sul retro.

"Grazie mille del consiglio" mi appoggio sul finestrino abbassato e lui mi porge un biglietto.

"Se ti servisse aiuto, non esitare a chiamare" lo guardo e leggo un numero.

"Lavori in una clinica veterinaria? È ironico se ci pensi" lui ride e ci sorridiamo a vicenda, dopodiché lo saluto e torno indietro.

...

The Hybrid Love || Klaus MikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora