Capitolo 11. Margot.

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Stephan.

Penso che nella vita prima di fare qualcosa si deve riflettere.
"Margot te lo richiedo per l'ultima volta" ringhio più incazzato che mai "cosa hai raccontato?"
In quel momento fa una cosa che non avrei mai pensato succedesse, Margot mi sputò in faccia.
Non ci vedo più dalla rabbia.
"Tu grandissima puttana" dissi dandole uno schiaffo nella sua guancia destra "pensi di passarla liscia?" dissi girandomi per dirigermi dentro e prendere la mia attrezzatura da tortura.
Presi quella valigetta e uscì guardando Margot negli occhi, vedendo la valigetta scoppiò a piangere, lei sapeva cosa c'era dentro.
La misi sul tavolino che si trovava vicino al timone della barca.
"Allora vediamo se mi mancherai ancora di rispetto" dissi prendendo un coltellino affilatissimo tra i miei preferiti.
"Ti avevo detto che te lo richiedevo per l'ultima volta?" dissi appoggiandole il coltellino nella guancia,e spinsi finché non uscì una goccia di sangue.
"Pensi di dirmi qualcosa prima di morire?" chiesi portando il coltello verso la bocca e lasciandole un grosso taglio sanguinante immischiato alle lacrime che versava.
"Aspetta" urlò tra i singhiozzi "so che gli arriverà della roba tra tre giorni al porto" disse.
"quanta?" chiesi
"non so quanta ma so che è tanta, è roba buona viene dall'Honduras" (un paese che si trova in America Centrale).
"Per ora non ti uccido ma Metthew ti porterà in un posto abbastanza orribile, pensa ad altre informazioni" dissi.
"quindi non mi ucciderai?" chiese felice.
"Non ti sto uccidendo ora ma non significa che in futuro non lo farò" dissi facendole sparire quel sorriso dalle labbra.

Andai dentro la nave e notai che i ragazzi giocavano a carte.
"Metthew e Jack occupatevi di Margot" dissi pulendomi le mani con una tovaglia che era sopra il lavandino "portatela al capanno numero 56 bendatela e curatele la ferita, non voglio che muoia ha delle informazioni importanti" dissi.
"Cledia sei ancora qui.. La barca si guida da sola?" questa donna è stupida la dovrò licenziare.
Quando Cledia se ne andò spiegai la situazione ai ragazzi.
"Quindi dobbiamo fottergli la roba?" chiese Cameron.
"Esattamente" dissi.
"e se c'è qualcuno?" chiese Jack, ancora doveva abbutuarsi a questa vita.
"Lo uccidete" era palese che chiunque si sarebbe messo nella nostra strada sarebbe morto.
Jack era abbastanza sconvolto in viso.
"tranquillo dopo un pó ti divertirai" gli disse Cameron mettendoli la mano sulla spalla.
In quel momento Metthew tossí.
"Amico parla per te è personale" dissi acidamente.
Proprio in quel momento Cledia ci avverte di essere arrivati.
"Voi accuoatevi di Margot, e se riuscite cercate di ricavare altre informazioni" ordianai a Matthew e Jack.
"voi due invece cercate più informazioni possibili su degli arrivi di elevata merce" ordinati a Cameron e Logan.
Era giunto il momento di cambiare la vita a Los Angeles.

Lara.

Stephan James mi ha baciata.
Stephan James mi sta portando a cena.

Scossa ancora da questi ultimi avvenimenti. Andai a prepararmi, misi un vestito abbastanza elegante che usai una volta per un matrimonio.
Era un vestitino bordeaux, che arrivava a metà coscia, non aveva una scollatura eccessiva ed era senza maniche.
Mi truccai misi un filo di eyeliner, mascara e un lucida labbra. Sistemai i capelli facendo de boccoli alla fine senza rendermene conto erano le 20:50 e avevo bisogno di bere.
Trovai una bottiglia di rum in un mobiletto così me ne versai un pó nel bicchiere.
Mentre bevevo sentí bussare alla porta così bevvi ciò che rimase nel bicchiere e andai ad aprire la porta.
Rimasi estasiata da ciò che avevo davanti.
Uno Stephan James con giacca e cravatta davanti a me per me.
"Buonasera" disse dandomi un bacio a stampo.
Si leccò le labbra "mhh. Rum?" disse preoccupato.
"si, avevo bisogno di bere qualcosa" dissi sincera"ne vuoi un bicchiere? "chiesi.
" No grazie, andiamo"chiese.
"si un secondo" dissi prendendo la borsa dal tavolo.
Prendemmo l'ascensore e andammo in garage.
Prese la macchina che usò quando mi portò da Starbucks.
Dopo un 10 minuti in cui nessuno parlava ruppe il silenzio.
"Comunque sei bellissima" disse mettendomi una mano sulla coscia che io scrinsi.
"Grazie" dissi.
"che hai fatto oggi?" chiesi curiosa erano scomparsi tutti infatti ero molto Preoccupata.
Lui mi guardò come se fosse arrabbiato.
"perché?" chiese con un tono acido.
"così per parlare" dissi"essendo che eravate spariti tutti mi sono preoccupata"mi giustificati, per non mandare a rotoli questa serata.
"Devi stare tranquilla, meno sai e meglio è" disse senza degnarmi di uno sguardo.

"arrivati" disse dopo cinque minuti.
Davanti a noi c'era un grande palazzo o meglio dire un grande casinò.
"che vi facciamo in un casinò? " chiesi
"questo è il mio casinò " disse con un sorriso soddisfatto.
"e perché siamo qua?" ero un pó delusa mi aspettavo un ristorante io e lui.
E non io, lui e il suo lavoro.
"non volevi lavorare per me?" disse.
"si ma non mi riferisco a questo"dissi delusa.
" tu conterai e mi organizzerai tra due mesi tutti i miei soldi in uscita e in entrata dai casinò, dallo spaccio, dai riscatti e da tante altre azioni della mia azienda. "disse orgoglioso.
" quindi sarei la tua contabile? "chiesi abbastanza sconvolta essendo che io di questo non sapevo nulla." perché non ci capisco nulla di tutto questo"dissi.
"infatti per questo fra due mesi" disse "farai dei corsi con un professore universitari su tutti questi affari, su l'organizzazione economica eccetera eccetera" disse."ma non farai solo questo diventerai anche la mia segretaria" disse dandomi una carezza nella guancia.
"Domani cominci a studiare" disse prima di dirigersi verso la porta.
"E oggi?" chiese del tutto arrabbiata per aver perso tutto questo tempo a preparami e aver pensato che avevo un appuntamento.
"oggi ci divertiamo" esclamò invitandomi a uscire dal suo ufficio.

Oggi vi vizio.
Due capitoli.
❤️❤️🌼
Non dimenticate la 🌟.

🌼

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