Capitolo 14.Litigi.

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Lasciai i ragazzi che bruciavano il capannone, mentre andavo a prendere Lara a scuola.
"Ciao" disse Lara salendo in macchina e dandomi un bacio in guancia.
"Hai una cosa rossa in faccia" disse con un viso strano.
Si leccò un dito e me lo passo nel punto in cui avevo il sangue di Margot.
"Manda un messaggio a Metthew e digli di venire tutti al casinò" le ordinai.

Lara

Era di ma l'umore,il tono che utilizzò per ordinarmi di mandare il messaggio a Metthew.
Quella macchia rossa era sangue, cos'era successo? Cosa aveva fatto?E di chi era?
Presi il cellulare e feci come mi ordinò, odio essere comandata ma capisco quando non è l'ora di contraddirlo.
"Ehi qualcosa non va?" chiesi accarezzandogli la guancia, proprio dove era la macchia.
"Tutto bene, ora se non ti dispiace voglio rimanere in silenzio"disse scostando il viso dal mio tocco.
Questo mi fece male, mi misi attaccata allo sportello della macchina, mi rinchiusi nella mia bolla.
Chiusi gli occhi per trattenere quelle lacrime, non per ciò che aveva fatto, ma perché avevo abbassato quel muro che separava me dalle altre persone troppo in fretta, e questa era la pena in cui mi ero abbattuta.
Si proprio così la mia pena era lui, e dovevo smetterla di attirare la sua attenzione, dovevo smetterla di dargli l'importanza che non meritava, e dovevo smetterla di essere ciò che a lui sarebbe piaciuto, una brava ragazza che seguiva i suoi ordini in silenzio.
"Lasciami a casa" dissi guardandolo furiosa.
"Non dire cazzate, non è giornata" disse senza degniarmi di uno sguardo.
"TI ho detto di portarmi a casa mia, subito!! " urlai istericamente.
"Lara ora ti porto al casinò" disse che un pizzico di rabbia.
"No!" dissi "tu mi porti dove voglio io, non farò la sottomessa, non seguirò più nessun tuo ordine".
Senza farmi finire di parlare accostò la macchina si tolse la cintura furiosamente.
"Ora ti spiego per l'ennesima volta chi comanda e chi decide dove andare" disse con tono autoritario.
"Lara tu sei mia, farai ciò che voglio io quando dico io" disse senza staccare quello sguardo gelido dai mie occhi neanche per un secondo "sei io ti dico che ti porto al casinò tu vai al casinò! Se io ti comando di rubare chili di coca da un magazzino tu lo fai in silenzio e abbassando la testa! Se io ti ordino di uccidere una persona tu lo fai senza dire una parola, senza contraddirmi mai" disse, rimetendosi la cintura.
"Queste é la mia città Lara Miller, e si da il caso che io sia il tuo capo e le regole le stabiliscono io e non tu " disse accedendo la macchina.
"Tu non sei il mio capo,io non lavoro per te, e su me stessa scelgo io il luogo in cui devo andare".
"Non sarò il tuo capo, ma tu sei di mia proprietà, tu hai scelto di diventare la mia segreteria e ora lo sarai"disse.
" Stephan ferma la macchina "dissi, io non sono un oggetto non sono una marionetta e tanto meno sono una sua proprietà.
Ha sbagliato, momento e parole e io non realizzo ancora le parole che ha usato.
" Stephan fermati"urlai piangendo.
Non era per la paura era per tutte le altre cose.
Le sue parole, il suo comportamento, il mondo in cui sono andata a buttarmi, il nervosismo che mi trasmette quest'uomo e la paura che succeda qualcosa a mio fratello.
Tutti questi motivi trasmettono al mio corpo diverse emozioni che non riesco a reggere.
Il fiato si fa pesante non respiro regolarmente , finché non diventa tutto nero e l'ultima cosa che sento è Stephan che urla il mio nome.

Stephan

Dopo che litigammo, ebbe un attacco cardiaco corsi all'ospedale e ora mi ritrovo in un ospedale con Lara attaccate a delle cazzo di macchine e tutto questo solo per colpa mia.
Lara ha quasi avuto un infarto, i dottori  mi hanno detto che Lara ha problemi al cuore.
Sono seduto su una sedia vicino a lei, il fratello sulla poltrona vicino alla finestra che guarda il vuoto, i ragazzi sono tutti nella sala d'aspetto.

"Dov'è mia figlia?" la madre di Lara entrò sbattendo la porta, vedendo sua figlia cadde in ginocchio piangendo.
"Cosa ha?" chiese George guardandomi e abbasandosi per abbracciare la compagna.
"Ha avuto un attacco cardiaco, stava per avere un infarto ha dei problemi al cuore" dissi tutto in un fiato non riuscì a fermarmi.

Tutto questo e solo colpa mia, aspetterò che si svegli e poi me ne andrò per sempre dalla sua vita.

Perché ho paura di perdere un'altra persona importante nella mia vita,ma la vita è piena di ingiustizie.
La mia sarà rimanere solo senza le persone che amo.

Il mio uomo    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora