17. Tenebre.

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"Capo penso sia arrivato il momento di finirla di bere" disse Metthew per la seconda volta.
"Non credo di averti chiesto la tua opinione ma soprattutto la tua presenza" dissi acido.
Non volevo nessuno vicino a me, ero ubriaco marcio. Non mi ubriacavo così dalla morte della mia famiglia. Non voglio bere anzi so di non dover bere per i ragazzi, per me, per le promesse che ho deciso di mantenere.
Proprio in quel momento dal bar entrò Thomas Parker. "Non posso credere hai mie occhi Stephen James è tornato" disse gridando, tutte le persone che non mi avevano notato si girarono  a fissarmi, vidi Metthew serrare i pugni, non si sono mai sopportati lui e Thomas . "e questo deve essere il piccolo Metthew" disse avvicinandosi a lui e scompigliandogli i capelli.
Metthew avvicinò la mano alla pistola. Lo gurdai male e allontanò la mano dalla fondina.
Thomas si sedette nello sgabello accanto al mio.
"Sai volevo contattarti da un paio di giorni, ma con il bar e gli affari delle scommesse sono molto occupato" disse, sorseggiando il suo solito  Moscow Mule.
"voglio tornare nel giro" disse guardando il fondo del suo bicchiere "Odio questi bar, voglio ricominciare a vivere".
"Non mi fido di te" dissi senza guardarlo.
"Non ti ho mai tradito" disse.
"Se mi avessi tradito saresti diventato cibo per maiali" dissi alzandomi dallo sgabello.
"Dammi un possibilità" disse come una supplica, amavo quel suono, la voce di un uomo che supplica per me, così fragile, così bello.
"ti contatterò presto, forse mi potresti pure servire" dissi aprendo la porta e uscendo con lo sguardo di tutti addosso.

4 mesi dopo.

Dopo aver passato quattro mesi in Italia decisi di ritornare in America, non mi ambientavo anzi non riuscivo. Pensavo troppo a Stephan, lo pensavo tutti i santi giorni. Sono su quest'aereo a guardare il cielo. Passai il resto del viaggio ad ascoltare la musica, finché non arrivai a Los Angeles. Ad aspettarmi cerano Jack e Metthew appoggiati alla macchina, non si resero conto che ero arrivata erano presi da una discussione abbastanza animata. Così mi soffermai a osservarli, mi fratello aveva più tatuaggi dell'ultima volta che ci eravamo visti ed era più muscoloso. Invece Metthew era più alto e aveva fatto crescere i capelli. Si accorsero di me, così li raggiunsi mi abbracciarono e salimmo in macchina. Parlammo dell'Italia, di mio padre e di come avessi passato questi quattro mesi.

Senza rendermene conto dalla mia bocca uscì quella domanda che pensavo da mesi.

"Come sta Stephan?'" mio fratello strinsi le mani sul manubrio finché le nocche non gli divennero bianche. Metthew mi guarda con lo sguardo incerto e indecifrabile. "è stato male, non riusciva a smettere di bere. Poi di punto in bianco a smesso, però non è più quello di prima" sospira Metthew mettendosi la testa fra le mani "è più crudele, non guarda più chi ha davanti lui uccide e basta, si sta autodistruggendo è come una di quelle bombe con il timer prima o poi esploderà" disse chiudendo il discorso e chiudendosi in se stesso.

Mi appoggiai con la schiena al sedile. Stephan non era più il cattivo ragazzo che conoscevoera peggio, era un mostro. Mi addormentai e sognai uno Stephan con gli occhi neri e circondato da tenebre.

"Lara svegliati" mi svegliò Jack, mi alzai e notai che eravamo davanti al solito palazzo. Notai le luci del nostro appartamento spente. "Non ci sono, George aveva un viaggio di lavoro in Giappone" disse mio fratello. Alzai lo sguardo e le luci dell'appartamento di Stephan erano accese. "Io e Metthew dobbiamo incontrare una persona" disse mio fratello uscendo la mia valigia dal bagagliaio "Tu sali e riposati, stasera ti portiamo a cena" disse Metthew. "Allora a più tardi" dissi prendendo la valigia e dirigendomi verso l'ascensore.

Vagavo per casa con una tovaglia intorno al corpo, i capelli che gocciolavano sulle spalle cadendo a terra. Il mio unico pensiero era Stephan, pensavo a ciò che avevo sognato. E proprio in quel momento decisi di dover vedere con i miei occhi.

Il mio uomo    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora