Capitolo 10. Gioco di sguardi.

2.2K 93 6
                                    

La con lo sguardo infuocato, non l'avevo mai visto così incazzato.
Si guarda intorno finché il suo sguardo non trova il mio e proprio in quel momento capisco che sono nei guai.
Si avvicina pericolosamente senza staccare un attimo lo sguardo da me.
Arriva davanti al tavolo in cui sono seduta.
"Lara andiamo!" mi ordina con tono autoritario.
"Staphan ma che piacere rivederti, come stai?" proprio in quel momento Stephan guarda la persona che era seduta davanti a me.
Professor Simon "guarda con sguardo interrogativo il mio professore.
" Il Professor Simon fu il mio mentore, e mi insegnò molte cose sulla storia, essendo che è una delle mie tante passione" spiegò Stephan.
"In tutti gli anni che insegno lui è stato il mio allievo preferito" disse il Professor Simon, guardando il braccio di Stephan che mi circondava le spalle.
"Prof è stato un piacere rivederla" disse Stephan stringendogli la mano "ma io e Lara ora dobbiamo andare" disse Stephan.
"Va bene tranquilli." sorrise il professore" Lara ci vediamo domani a lezione". Disse prima che io e Stephan ci alzassimo e uscivamo dal quel bar.
Salimmo in macchina e a Stephan squillo il telefono. Ma sempre quando siamo in macchina squilla?.
"Metthew dimmi?"
"che significa che è stata lei a dargli quei ordini" grida Stephan abbastanza nervoso.
"Andate a casa sua e trovatela, ora ci penso io a lei" gridò al telefono staccando subito dopo.
"Problemi?" chiesi più sicura possibile, essendo che avevo molta paura.
"Che cazzo ci facevi al bar?" chiese senza togliere lo sguardo dalla strada.
"prendevo un tè con il mio professore di storia" dissi.
"e ti sembra normale?" chiese.
"si cosa c'è di male?" chiesi incazzatissima.
"È il tuo professore" urlò.
"non continuo questa discussione stupida, se ti va male il lavoro non rompere il cazzo a me" dissi guardando fuori dal finestrino.
Proprio in quell'istante si fermò. Mi prese la faccia e la girò verso di lui.
"chiariamo una cosa" ringhi a due centimetri dalle mie labbra "a me nessuno parole in quel modo e con te io parlo come mi pare" dissi avidamente "le regole le detto io e non tu e ciò che a me non va bene tu non lo devi fare"
"io non prendo ordini da te. Maniaco del controllo" grido staccando la sua presa dalla mia faccia.
"Lara!!" urla"Smettila di contraddirmi, mi fai diventare pazzo"dice dando un pugno al volante.
"ma tu devi capire" disco prendendoli le mani che tenevano strette il manubrio"che io voglio essere libera di prendere le mie scelte"dico sistemandogli una ciocca di capelli che era caduto dal ciuffo.
Alzo lo sguardo e lui guardava me, aveva gli occhi di un colore brillante potevo vedere il mio riflesso nel suo sguardo.

Sephan

Questa ragazza mi fa impazzire, mi fa incazzare e subito dopo mi calma come se fosse dell'eroina che mi iniettato nelle vene è droga pura una di quelle di cui non si può fare ammeno.
Cerco di allontanarmi da le ma non riesco, dal primo giuro che la vidi, davanti all'ufficio di George mi aveva fatto impazzire pensavo a lei e mom smettevo.
La volevo lontano per questo mi comporto sempre da Stronzo, poi quando ci ritroviamo in questi momenti, lei davanti a me con quelle labbra così carnose che avevo voglia di mordere e così vicino a me e cosi fu.
Mi avvicinavo lentamente a lei non volevo farlo di corsa volevo godermelo quel bacio.
Proprio mentre appoggiavo le mie labbra sulle sue suonò il mio telefono. Non volevo staccarmi ma fu lei ad allontanarsi.
"Penso che devi rispondere" disse rossa in viso.
"Si" presi il telefono dalla tasca e vidi il nome Metthew csullo schermo del Telefono. Così accettai la chiamata.
"Pronto?" dissi guardando Lara che giocava con una ciocca dei suoi capelli.
"Capo abbiamo trovato Margot era vicino..." non mi interessa dov'era portatela alla mia barca "risposi e staccati la chiamata.

Quella puttana mi ha tradito, ha sbagliato a mettersi contro di me e oggi andrà a visitare i fondali marini...

Accompagno Lara a casa sua per dirigermi al porto.
" Lara non uscire rimani a casa io vengo tra un paio di ore, preparati alle 21 ti vengo a prendere"
"Aspe cosa dove andiamo?" chiese, con quelle guance rosse e gli occhi lucidi.
"Ho bisogno di uscire con te" dissi portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio e dandole un leggero bacio sulle labbra.
"Vestiti elegante" dissi prima di slacciarli la cintura e aprirgli lo sportello.
Aspettai che entrasse nel palazzo.
Adesso ho una questione da risolvere.

SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE
VI VOGLIO BENE.
HO AVUTO DA FARE.
E MI HANNO PRESO AD UN CONCORSO CHE NON POTEVO RIFIUTARE, PER QUESTO NON HO AGGIORNATO.

❤️❤️❤️

Il mio uomo    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora