Eravamo rimasti che veniva alle otto, sono le 18:38 e già suona al citofono.
"perché non rispetti mai l'orario che dico..." mentre apro alla porta, non c'è Parker ma Lara.
"OH... em ciao, se aspetti qualcun'altro vengo la prossima volta" disse prima di girarsi e dirigersi verso l'ascensore.
"No" dissi prima di prenderla per il polso "puoi entrare, non aspetto nessuno"
"Okay" rispose non distoglieva mai lo sguardo dai miei occhi, cercava qualcosa? Magari il vecchio Stephan? Ma ormai il vecchio Stephan non c'è più, da quando Lara mi ha lasciato... Forse non c'è più dalla morte della mia famiglia.
"Entri?" chiesi quasi scocciato, ero felice che Lara fosse davanti alla mia porta, ma, non volevo che mi stesse così accanto.
"Si".
Si sedette sul divano, sembrava a disagio, guardai ogni singola parte del suo viso... Del suo corpo, era più magra, molto magra.
"com'era l'Italia?" chiesi, per colmare quel momento di silenzio che si era creato, per riascoltare la sua voce. "meravigliosa, mi ritrovavo in posti spettacolari" mi avvicinai a Lara, mi sedetti vicino a lei, presi le sue mani. "parlamene" dissi posando i miei occhi sui suoi.Mi parlò tutto il pomeriggio dei posti che aveva amato in Italia, non ho smesso di guardarla nemmeno per un secondo...non era la stessa Lara di 4 mesi fa, sembrava più matura qualcosa nel modo in cui parlava, in cui si esprimeva era diversa.
Le accarezzai il viso, lei sussultò. "Non sussultare sotto il mio tocco Lara" sussurrai, poggiando il mio pollice sulle sue labbra "mi sei mancata, non devi andare più così lontano da me" mi avvicinai al suo collo e la bacia "tu sei mia, e devi sempre starmi vicino" le diedi un altro bacio tra il collo e la spalla "hai capito?" chiesi dandole un leggero morso sul collo. Non parlò, fece su e giù con la testa. "Voglio sentire la tua voce" dissi. "si" disse in un sussurro che quasi non sentì.
Lara
Stephan continuava a baciarmi sul collo, accarezzava il mio corpo.
Non era lui, lo allontanai...
"Questo non sei tu" dissi.
"Hai ragione Lara, questo non sono io" disse alzandosi dal letto e allontanandosi da me.
"quando ho scoperto che eri andata a vivere in Italia da tuo padre, sono impazzito mi sono autodistrutto con l'alcool" disse dandomi le spalle "non volevo credere a ciò che Metthew mi aveva detto, in fondo sapevo che era soprattutto colpa mia...però quando tengo a una persona e quest'ultima viene strappata dalla mia vita, è brutto" sospirò. "non ho mai provato l'amore nei confronti di una persona che non facesse parte della mia famiglia" disse con amarezza "e quest'ultima mi è stata tolta tanto tempo fa, erano anni che vivevo solo nell'agonia del dolore, della colpa e della paura" si girò e mi guardò negli occhi "poi un giorno si trasferisce una ragazza nell'appartamento sotto al mio, e mi faceva impazzire in maniera negativa" distolsi lo sguardo "ero ossessionato, ero diventato geloso, però sapevo che non potevo rovinare quell'animo, distrutto e ferito, che mi faceva sentire diverso" disse avvicinandosi di nuovo a me, prendendomi il viso tra le mani e baciandomi con più foga di quanto avessi mai provato.Metthew
"Parker non te lo ripeto più" dissi puntando la pistola verso il suo corpo robusto "devi lasciare in pace Stephen, lo stai rovinando". "Noi ci divertiamo" disse facendosi un'altra striscia di cocaina "e penso che devi posare quell'arma" disse ridendo "non credo che tu voglia morire così presto" dopo aver concluso quella frase entrarono tre scagnozzi dalla porta di ingresso e si posizionarono dietro di me. "piccolo Metthew ho più anni e più esperienza di te" disse incrociando le gambe, proprio in quel momento caddi a terra con il buio che mi circondava e un dolore lancinante alla testa.
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Il mio uomo
Storie d'amoreDopo che i sui genitori divorziano,la madre costringe lei e suo fratello a trasferirsi a Los Angeles,dal nuovo compagno. Da lì inizia la sua nuova avventura,la sua nuova vita. Inizia a far parte di una vita pericolosa che non avrebbe mai pensato di...