Capitolo 33

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Sono passate due settimane dalla fatidica sera il cui io e Isaac ci siamo detti addio e ho rivelato a Shawn i miei sentimenti. Due settimane dove mi sono presa del tempo per me, dove ho visto Shawn raramente e sono uscita spesso con i miei amici. La mattina seguente alla festa sono uscita di pomeriggio a prendere un aperitivo con le mie amiche e ho vuotato il sacco. Ho raccontato tutto, persino nei minimi dettagli, perché erano davvero preoccupate e pensavano che questa volta non mi sarei ripresa.
Io e Shawn non abbiamo più parlato come ci eravamo detti, ma credo che lo faremo a breve dato che adesso mi sento decisamente meglio; nel frattempo Phoebe, Dave e Travis sono tornati a San Francisco ma torneranno presto in vista del matrimonio. Inoltre mancano solo due settimane a questo evento e Lexy sta impazzendo, perciò ogni pomeriggio andiamo alla location per allestirla e far si che tutto sia perfetto. Non sta più nella pelle e non vede l'ora di far parte ufficialmente della nostra famiglia.
Per quanto riguarda Isaac, non l'ho più visto se non di sfuggita mentre facevo avanti e indietro dall'ufficio di mio padre, che mi ha sommersa da lavoro da fare. Sta andando tutto a gonfie vele e abbiamo ricevuto molte richieste di collaborazioni con aziende europee, perciò le entrate sono incrementate e c'è più lavoro da fare.
Quando stacco da lavoro io Lexy andiamo ogni pomeriggio da due settimane a questa parte ad allestire la chiesa e il giardino. A soli quattordici giorni dal matrimonio, possiamo dire di aver quasi completato tutto, ma mancano ancora alcune cose da fare, come prenotare la limousine per gli sposi e far modificare i vestiti dei cugini della mia amica, che sono stati invitati solo dieci giorni fa; ho provato a convincere i suoi genitori a venire, visto che conoscendo la mia amica e dopo averne parlato ci teneva che fossero presenti almeno alla cerimonia, ma solo il padre ha accettato. Avevamo contattato anche la madre ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta, ma almeno potrà essere accompagnata all'altare dal sangue del suo sangue.
So che appunto in imminenza del matrimonio lei e suo padre stanno cercando di riprendere i rapporti, e ne è la dimostrazione che è atterrato qui a Los Angeles ieri sera per passare del tempo con la figlia; stasera infatti sarà la mia prima serata libera perché la mia amica uscirà con suo padre che le presenterà la sua nuova compagna.
Dopo due settimane dove rientravo tardi la sera, praticamente all'ora di cena, finalmente potrò sedermi sul divano a rilassarmi un po'.
E poi io e Shawn dovremmo parlare, abbiamo una questione in sospeso e non possiamo fare come se niente fosse accaduto. Per questo motivo, mentre sono seduta alla mia scrivania al lavoro, sepolta da fogli e elenchi di numeri, gli mando un messaggio dicendogli che stasera torno presto e che dobbiamo parlare.

‹‹Posso entrare?›› mi chiede mia madre affacciandosi alla mia porta.

Ero talmente assorta nel fissare il mio telefono che non ho nemmeno sentito i suoi passi.

‹‹Certo, siediti pure.›› le dico indicando con un cenno la poltrona davanti alla mia scrivania.

‹‹Vorrei parlarti di una questione importante.›› dice facendomi un sorriso teso.

Oh no, non si preannuncia niente di buono.

‹‹Parla, sono tutta orecchi.›› dico impassibile.

‹‹Vorrei che tornassi a casa. Non mi va che mia figlia abiti con un ragazzo con cui non è fidanzata.›› dice.

‹‹Mamma, è il mio ex ragazzo e conosci benissimo Shawn, sai com'è fatto. Inoltre vorrei ricordarti che ormai non sono più una minorenne e non hai nessun potere nella mia vita, puoi solo consigliarmi. Non tornerò a casa, rimarrò insieme al ragazzo che amo.›› dico a testa alta.

‹‹Lo ami ancora?›› chiede addolcendo lo sguardo.

‹‹Si, non credo di aver mai smesso in realtà.›› ammetto con un filo di voce e con le guance che mi vanno a fuoco.

‹‹Va bene, sei una donna adulta ormai. Sei in grado di prendere le tue decisioni da sola, sono fiera di te.›› dice avvicinandosi ed abbracciandomi.

‹‹Grazie mamma. Ti voglio bene.›› dico circondando il suo busto con le braccia e appoggiando la testa sulla sua spalla.

‹‹Anch'io te ne voglio scimmietta.››

‹‹Va bene, se non ti dispiace io devo tornare a casa. Io e Shawn dobbiamo parlare di una cosa.›› dico infilando in borsa le mie cose e il materiale per lavorare anche un po' da casa.

‹‹Volete tornare insieme vero?›› mi chiede.

‹‹Si, quindi non sorprenderti se dovessimo venire insieme ai pranzi e alle cene. E anche al matrimonio.›› dico facendole l'occhiolino e uscendo dal mio ufficio.

Sono talmente agitata che non prendo nemmeno l'ascensore e scendo le scale per poi infilarmi in macchina. Cinquanta minuti dopo, per colpa del traffico, arrivo a casa e mollo le chiavi nella ciotola vicino alla porta d'ingresso.

‹‹Shawn? Sei a casa?›› grido togliendomi i tacchi con una mano appoggiata alla parete.

Siccome non ricevo nessuna risposta, mi dirigo nella camera da letto che trovo vuota; visto che ci sono poggio la borsa sulla sedia vicino alla cabina armadio e quando sto per uscire dalla stanza noto che il suo telefono è appoggiato sul comodino.
Quindi è a casa, e scommetto quello che volete che si trova nello studio a scrivere qualche canzone o a cantare.
Infatti la porta della stanza è socchiusa e da essa filtra un raggio di sole, che sta ormai tramontando; lì con una chitarra in mano, una matita dietro l'orecchio e con il plettro infilato tra le labbra trovo il mio coinquilino.
Non mi ha sentita arrivare perciò socchiudo la porta dietro di me e mi avvicino silenziosa a lui, appoggiandogli le mani sulle spalle e accarezzandole.

‹‹Ehi, sei tornata presto.›› dice sorridendomi.

‹‹Si, ti avevo scritto un messaggio per dirtelo ma immagino che tu non lo abbia letto.›› dico mentre si toglie la chitarra di dosso.

‹‹No, ho lasciato il cellulare da qualche parte. Volevo scrivere un po'.›› dice afferrandomi dai fianchi e appoggiandomi sulle sue gambe.

‹‹La mamma mi ha chiesto di tornare a casa. Ovviamente le ho detto che non sarebbe successo e le ho spiegato il perché. Le ho detto di non sorprendersi se però dovessi andare a farle visita e ti portassi con me.›› dico toccandogli una guancia con l'indice.

‹‹Cosa vuoi dire con questo?›› chiede mentre il suo sorrisetto si allarga.

Faccio un respiro profondo e scuoto la testa prima di parlare.

‹‹Che voglio stare con te. Dunque, signor Mendes, accetta di essere il mio fidanzato e di dovermi sopportare?›› chiedo scherzando con formalità.

‹‹Non lo so signorina Collins, ci dovrei pensare.›› dice stringendomi un fianco.

Spalanco la bocca offesa, ma la sua risata me la fa richiudere e sorridere.

‹‹Certo che accetto, in realtà volevo chiedertelo io. A quanto pare mi hai battuto sul tempo.›› dice prima di baciarmi.

‹‹Ciò significa che sarai il mio accompagnatore anche per questo matrimonio?›› chiedo staccandomi da lui.

‹‹Si signora. Come per quello di tua zia.››

‹‹Oddio che ricordi. Avevi voluto per forza noleggiare una Ferrari.›› rido ridendo.

‹‹È stata una bella giornata.›› dice accarezzandomi una coscia.

‹‹Già, forse la migliore in assoluto.›› dico prima di riprendere a baciarci.

Ed eccoci qui, dopo quattro anni di nuovo insieme e innamorati come se fosse la prima volta; quattro anni fa se mi avessero detto che il destino mi avrebbe ricondotto tra le sue braccia avrei probabilmente riso, pensando che sarebbe stato impossibile. Invece nonostante tutto, i litigi, gli allontanamenti e i fidanzati siamo tornati, più forti di prima ma soprattutto con una maturità che prima non possedevamo. Quanto è strana la vita?

Incorriggible || Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora