🌬Cacciatori e Sparizioni~ capitolo 5

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canzone del capitolo:
Pompeii dei Bastille

"Non ci posso credere, sei tornato. Dopo circa tre anni posso tornare a vederti gironzolare per casa. Solitamente non sono una ragazza che si mette a scrivere una lettera per dimostrare quanto ci tenga ad una persona, ma per te posso fare un'eccezione. Vediamo, da dove posso incominciare. Per me non è semplice mettere a nudo le mie emozioni, ritieniti fortunato, ma quando una cosa non può essere tenuta dentro va detta: mi sei mancato. Vorrei tanto correre ad abbracciarti nel momento in cui varcherai la soglia di questa casa, ma non posso. È da giorni che stiamo organizzando questa festa e di certo una stupida ragazzina non può venire a rovinare tutto. Queste parole le riceverai solo quando la festa sarà finita, quando vorrai solo riposare, ma questa bustina azzurra catturerà la tua attenzione e dirai: <<Ma chi ha voglia di leggere una letterina a quest'ora >> ma so che lo farai lo stesso.
Insomma so che ti ho annoiato, ma con questo giro di parole volevo dirti che ti voglio bene.
PS. non dire a nessuno che l'ho detto altrimenti addio reputazione :D"
Questo era quello che avevo scritto sul bigliettino per Isaac, era stato complicato rivelare finalmente le mie emozioni, ma non mi importava. Gli volevo bene e volevo dimostrarglielo.

Il mattino seguente mi svegliai molto tardi, ero stanca morta e la faccenda dei cacciatori iniziava a darmi alla testa.
"Scott il frigo è vuoto" urlai aprendo l'anta del regno delle meraviglie, ma non ottenni nessuna risposta. Il "divano letto" di Isaac era completamente sottosopra ma lui non c'era, forse era in bagno o era andato a cambiarsi.
Presi una bottiglia di latte freddo dal frigo e me lo versai distrattamente in una tazza, quando mi girai, dopo aver chiuso lo sportello, Isaac era lì seduto sul divano che mi sorrideva.
"Ehi" dissi sorpresa
"Buongiorno" pronunciò lui
"Come va... Sai dopo ieri sera"
"Bene. Sono ancora qui." sorrisi
"È incredibile il modo in cui affronti la situazione"
"Semplicemente credo nelle mie capacità. Posso farcela da sola" mi voltai per salire
"Tre anni fa però..." mi fece notare e mi bloccai immediatamente
"Tre anni fa ero solo una ragazzina stupida a cui avevano messo mille idee in testa" ammisi
"Mi dispiace"
"Non importa. È passato"
Lui mi sorrise teneramente e io continuai a camminare per abbandonare la sala
"Grazie" mi interruppe nuovamente
"Di cosa?" chiesi
"Ti sono mancato"
"Non immagini quanto"
"La lettera, sai, mi ha rallegrato"
"Sono felice" mi voltai facendo traballare la tazza dalla quale cadde una goccia di latte
"Aspetta!"
"Si?"
"Mi sei mancata anche tu" sorrise e io feci lo stesso, poi finalmente salii in camera mia.

Bevvi velocemente il latte. Dalla camera accanto si sentì una voce femminile, Malia aveva passato la notte qui.
Passai davanti al mio specchio e mi sembrò di rivederlo. Quel laser rosso era puntato sul mio petto, nemmeno il tempo di capire che iniziarono a sparare.
Il mio torace si ritrovò avvolto strettamente da due braccia e venni scaraventata a terra. Chiusi gli occhi sapendo oramai che il vero obbiettivo era Scott, ma se avessero preso prima me sarebbero giunti più facilmente a lui e tutto il branco. Gli spari continuarono per svariati minuti senza interruzioni sempre e solo puntando a quella finestra. Tutti erano a terra, non aveva senso continuare eppure lo fecero. Io ero quella più lontana dall'obiettivo. Ero stata scaraventata talmente forte che mi ero ritrovata nell'atrio con le sue braccia che mi comprimevano sempre di più il petto per non lasciarmi andare.
"Non riesco a respirare" sibilai continuando a tenere gli occhi chiusi, forse per la paura.
La presa divenne più lenta e finalmente riuscii a muovermi. Quando gli spari cessarono riaprii gli occhi, aspettammo tutti ancora un po' prima di risollevarci.
Mi alzai e mi girai verso di lui, aveva del vetro conficcato sulla spalla e lo spazio attorno a esso rendeva la sua camicia rossa.
"Grazie" gli sorrisi stranamente senza attaccarlo. Theo annuì e restò immobile sul pavimento a togliere le schegge dal proprio corpo.

Scossi la testa e mi ritrovai alla realtà.
Dopo essermi lavata e cambiata sentii Scott e Malia scendere rumorosamente le scale, il primo era al telefono con qualcuno: Stiles.
"Devi venire subito alla centrale" tendetti le orecchie e ascoltai la conversazione
"Sono scomparsi due bambini ieri sera Scott. Due bambini. Bambini" era stranamente serio
"Vengo subito" prese il casco e si fiondò con la sua ragazza fuori dalla porta senza salutare o informare nessuno.

I Hate You~ Theo Raeken Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora