🌬️Errori~ capitolo 19

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Giunta sulla soglia di casa non riuscivo a reggermi in piedi. Ero esausta, il che era molto strano da parte mia.
Aprii la porta e pestai per sbaglio qualcosa sul pavimento. La raccolsi.
Era una busta bianca e candida sigillata con dello scotch blu. Salii in camera, il fatto che non avesse alcun odore mi impanicava.

Ero talmente stanca che non riuscivo a distinguere le parole presenti sul cartoncino bianco che era dentro la busta. La verità è che forse me le ero inventate, perché non c'era scritto assolutamente nulla. La mia mente vagava fra pensieri strani, una parte di me credeva che fosse un avvertimento da parte dei cacciatori, dall'altra ero quasi sicura che loro non c'entrassero assolutamente nulla.
Mi distesi al fine di chiudere per qualche minuto gli occhi, quando mi risvegliai era già il mattino seguente.

Isaac non c'era, non sapevo dove fosse e così mi ritrovai a parlare sola con mio fratello.
Era strano da qualche giorno a quella parte. La rottura con Malia non lo aveva minimamente sfiorato e sembrava andare tutto per il meglio nella sua strana e fervida mente.
Feci colazione in silenzio, in fondo ero ancora scossa da quanto accaduto la sera prima, poi, mentre mi riempivo la pancia con l'ultima cucchiaiata di cereali, Scott aprì bocca.
"Com'è andata ieri sera? Ti ho vista andare via" aveva gli occhi bassi sulla sua ciotola ricolma di latte.
"Non mi sentivo a mio agio, tutto qui. Nient altro" per un momento mi dimenticai di essere un lupo, che anche la creatura davanti a me lo era. Lui poteva monitorare i battuti del mio cuore, ma non lo fece. Capì che stavo mentendo, ma non disse altro. Sapeva che prima o poi avrei ceduto.

D'istinto, quando aprii bocca, pronunciai le parole di cui solo dopo qualche ora capii di aver creduto scontate.
"Devo mostrarti una cosa" dissi senza riflettere.
Condussi Scott in camera mia, cacciai la lettera candida dal cassetto e gliela mostrai. La ispezionò per bene senza pronunciare nemmeno una parola era tutto così strano. Mi faceva paura.
"Cosa significa?" domandò
"L'ho trovata sul pavimento al ritorno della festa ieri sera. Dalla posizione in cui l'ho vista deduco che sia stata fatta scivolare sotto la porta"
"Le telecamere!" ebbe come un lampo di genio. Non guardava il mio volto ma ebbi come l'impressione che conoscesse già la mia espressione. Come avevo fatto a non pensarci prima!
Si precipitò lungo le scale, poi si accorse di aver dimenticato il computer in camera sua, il che dovette risalire al piano di sopra. Risi e lui fece lo stesso.

"Qual è la password per accedere al programma?" chiese
"Davvero credi che me la ricordi?"
"Metti in moto il cervello"
Inarcai il sopracciglio squadrandolo dalla testa ai piedi, poi continuai: "Deaton l'ha scritta su un foglio giallo. Dovrebbe essere nel mobilio in soggiorno"
"Cosa stai aspettando allora?"
"Niente, volevo semplicemente vedere la tua faccia da pesce lesso"
Mi spinse delicatamente la spalla poi tornammo seri.
"A che ora siete andati via ieri?"
"Non so saranno state circa le otto" risposi con tono confuso.
Scott cliccò con il cursore su di una strana icona gialla e il nastro lo spedì direttamente a quella che era la sera precedente.
"Eccovi che andate via, incominciamo ad osservare da questo punto" sentenziò mio fratello sedendosi comodamente sulla sedia mentre si versava un bicchiere di succo.
"Sta arrivando qualcuno!" notai dopo pochi minuti "Theo?" sgranai gli occhi. Cominciò immediatamente a ribollirmi il sangue nelle vene quando mi soffermai più attentamente sulla sua figura.

Non poteva essere stato lui, a quale scopo?
Lo guardai meglio. Non aveva nessun foglio limpido fra le mani, indossava una camicia bianca e una giacca nera che gli copriva le spalle. Per quei pochi secondi, che a me sembrarono eterni, ebbi il tempo di capire le sue azioni.
Aveva una margherita nascosta fra la manica della camicia e la sua pelle. La guardò poi bussò alla porta. Nessuna risposta. Non fece altro, si limitò a voltarsi e ad andare via per seguire la sua strada.
Non dissi niente, Scott neppure, che continuò a bere il suo succo come se nulla fosse successo.
La situazione era alquanto imbarazzante. Non che sapessi i reali motivi per i quali Theo si trovasse nei paraggi, ma non ero nemmeno così ingenua.
Mio fratello dal canto suo si limitò successivamente a chiedermi: "Non può essere stato lui, non è vero?"
Risi, era scontato che avesse pronunciato la frase solo per allentare la tensione. E, inoltre, si desse il caso che il fatto che non fosse stato Theo ad imbucare la lettera era l'unica certezza che avevamo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 11, 2021 ⏰

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