Lunedì

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Lunedì arrivò troppo in fretta.
Son seduta in macchina, davanti allo studio dove avevo l'appuntamento, a leggere un libro ormai da 1 ora, contando che erano le 8 di mattina.
La macchina di Claire si è rotta e per questo l'ho dovuta accompagnare al lavoro.

Stavo fumando una sigaretta, orribile vizio, lo so, quando qualcuno bussò al finestrino, un po' aperto per far fuoriuscire il fumo.
Abbassai del tutto il finestrino e alzai lo sguardo.
Un ragazzo biondo, con gli occhiali da sole, mi sorrise con gentilezza.

"Buongiorno, dovrei passare per parcheggiare lì" indicò il parcheggio davanti a me, ma quanto sono stupida a volte? "..e la sua macchina sta intralciando il passaggio", finì indicando la macchina dietro la mia.

"come..come è possibile? Ci passa un tir qui..", risposi titubante, sporgendomi fuori dal finestrino, guardando la strada e la costosa Dodge challenger nera dietro la mia piccola auto blu.
Mh, probabilmente aveva ragione.

Gli sorrisi, rimettendomi a posto e azionando il motore.
"ora la sposto, scusami".

8:30 am

"dannazione, possibile che deve sempre far ritardo?!"
Tirai fuori il telefono e chiamai David.

"Dove sei?!", mi rispose agitato, trattenendo quasi un urlo.
Strano da lui avere una risposta immediata, di solito devo sempre aspettare, almeno, 2 chiamate, una dietro all'altra, per ricevere una risposta.
"come dove sono? Sono fuori dallo studio David! Ti sto aspettando! L'appuntamento è-", non ho il tempo di continuare che dall'altra parte del telefono sento una porta sbattere e lui che nevrotico dice "Lorainne! L'appuntamento era 20 minuti fa! Muoviti che ci siamo tutti! Dannazione!".
Mi chiuse il telefono in faccia.

Io e la memoria non andiamo d'accordo, per questo ho sempre tante sveglie.
Il problema, questa volta, è che la sveglia me la son dimenticata a prescindere!

Presi borsa, documenti e chiavi.
Uscì dalla macchina di corsa, litigando con la mia giacchetta in pelle marrone scuro e gli occhiali da sole neri che mi cadevano dalla testa.
Corsi come una disperata per le scale senza sapere dov'era il piano giusto, ottimo direi.
Ancora mi chiedo come faccio ad avere questo lavoro.
Dopo aver fatto 3 piani a piedi, con un fiatone assurdo e tutta rossa in faccia, vidi lungo il corridoio David che mi guardava con le braccia conserte e una faccia infuriata.
Mi fermai e mi ricomposi.

"ehm.. Ciao..", gli passai vicino sorridendo con imbarazzo, lui mi bloccò con una mano.
"che non succeda mai più Dubois.",mi fece cenno di entrare.
Quando il capo ti chiama per cognome, fatevi prendere dal panico.
Ve lo assicuro.

Entrai nella stanza, salutando imbarazzata e scusandomi con tutti.
Per fortuna nessuno si rese conto di quanto tempo fosse passato, credo.
Al centro di questa stanza c'era un enorme tavolo nero in marmo e delle sedie, ormai tutte occupate, intorno.
Vidi subito la famiglia O'Connell che parlavano con il loro agente e..
Oddio, ma lui è il ragazzo di prima.
Finneas O'Connell, il fratello di Billie Eilish, era lui fuori dalla macchina e non me ne ero neanche accorta!
Mi guardò, sorrise e fece cenno con la mano in segno di saluto.

Manca lei, Billie.

Cercai una sedia iniziando a girare intorno al tavolo, ascoltando l'inizio della riunione.
Stavano parlando delle varie date e dei procedimenti da prendere sott'occhio durante i concerti.

"Secondo te perché mi son seduta qui?".
Mi spaventai appena sentí quella voce bassa provenire dietro di me.
Tra l'angolo del muro e una grande libreria in legno si trovava un mini divanetto per minimo due persone e sopra di esso c'era lei, Billie, stravaccata beatamente con il telefono in mano che mi guardava sorridendo.
Aveva un'enorme felpa bianca e dei pantaloncini azzurri, sicuramente di marca, non so quale perché di queste cose non me ne intendo.

"vuoi sederti?", mi chiese, spostandosi per farmi spazio.
La ringraziai a bassa voce e mi misi vicino a lei, prendendo carta e penna dalla borsa per appuntarmi quello che stavano dicendo.
Mi sentii uno sguardo addosso, infatti mi girai verso la ragazza, dai capelli azzurri grigi, che stava osservando i piercing che incorniciavano il mio orecchio.
"Tu sei Lorainne, vero?", mi porse la mano.
"esattamente, e tu Billie. Piacere", le strinsi la mano e ritornai sui miei appunti.
Ad un certo punto mi diede un colpetto con la spalla, "pronta a passare mezzo anno sotto al palco, dietro le quinte, a tenermi la porta del bagno e star con me giorno e notte?", disse ridendo.
La guardai seria, "non vedo l'ora..", la zittí.
Non stavi andando bene, Billie.
No no.
Per colpa sua, forse, mi ero persa una delle parti più importanti.

"Hai capito Lorainne?", David si girò sorridendomi e avevo tutti gli occhi puntati addosso, pure quelli della mamma di Billie, donna più dolce non c'è!
"ehm.. No, scusa, stavo parlando con Billie", ammissi un po' seccata.
La ragazza vicino a me rise a basso volume, trattenendosi, guardandosi le unghie e sbattendo leggermente i piedi.
La guardai stranita.
"Giovedì e venerdì starai insieme a Billie, così ti abitui già al suo ritmo di vita.", disse David.
Un tuffo al cuore, venerdì è il compleanno di Claire, non potevo farle anche questo.
"in realtà venerdì non posso, ho già un altro impegno", sussurrai.
Maggie si alzò e andò a prendere qualcosa nella borsa, "non preoccuparti tesoro, chiamami quando potrai", disse porgendomi un pezzo di carta con scritto il suo numero.
Lo presi sorridendole.
Billie guardava la scena divertita.
"Non se ne parla Lorainne! Tu giovedì e venerdì starai con lei! Almeno ti fai perdonare per il ritardo di oggi", fermò tutto David, con la sua decisione.
"ahia", sussurrò la ragazza vicino a me, mettendosi a mani conserte.
"Cosa ti devo dire? Va bene".
Presi la mia borsa e me ne andai di fretta, salutando tutti e sbattendo la porta.
Comportamento immaturo, lo so, ma a volte non ne posso più, per davvero.
Ecco perché dicevo di entrare in panico se il vostro capo vi chiama per cognome.
Ora il guaio era dirlo a Claire.

Curiosi di sapere come andranno i due giorni insieme?
Alla prossima

Tutto ciò che voglio. °Billie Eilish°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora