Luci accese

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19 luglio
La mezzanotte è passata da due ore più o meno, ed io sono qua sul mio letto accanto a qualcuno che non sei tu,
e tu sei lì sul tuo accanto a qualcuno che non sono io.
L'ansia ti si mangia le ossa, tu sei così,
e l'ansia mi si mangia le ossa, abbiamo sempre vissuto in questo modo:
come se ci potessimo completare, leccare le ferite, mettere a posto i pensieri a vicenda mentre l'altra aveva da fare.
Eppure oggi quell'agitazione che ti abita il cuore, la stanno abbracciando altre persone.
Persone che non hanno i miei occhi, e che non ti guardano come facevo io,
che non hanno nemmeno il mio cuore, quello che ti ho aperto senza secondi fini,
che non hanno le mie mani, e non ti accarezzano la schiena come faccio io per tranquillizzarti.
Non ci sono io, lì con te, a dividere un letto sfatto e a vivere una notte buia che sa di rinascita.
"Rinascita", quante volte ho detto questa parola?
E quante volte l'hai detta tu, pensando al mio percorso?
In effetti è diventata anche il titolo del mio primo disco, quello che ascolto ogni giorno per ricordarmi di me, di noi.
Ma le tracce del mio cd ti cedono la loro essenza: oggi sarà la tua rinascita.
Oggi la luce è accesa anche se è notte fonda, tra poche ore farai il tuo primo concerto,
sorrido se penso che otto mesi fa hai cantato per la prima volta davanti a qualcuno di diverso dalla tua famiglia.
C'ero, Bì.
Me li ricordo bene i tuoi occhi.
E miei? Te li ricordi?
Ti ammiravo, tu con quel felpone bianco nel quale ti nascondevi e i ciuffi davanti al viso,
alcune cosa sono rimaste uguali ma lascia stare, non pensarci, non adesso:
guarda ora dove sei
senza guardare indietro né intorno per cercarmi o cercare quella te.
Hai sempre trovato in me un punto di riferimento, ma la verità è che non ti servo, Martina.
Non ti sono mai servita, sai camminare da sola, sai cantare, aprirti, parlare col cuore, donarlo, e poi aggiustare quello degli altri senza che io sia lì accanto a te a dirti che va tutto bene, che ce la fai, che sei forte.
Ma mi è sempre piaciuto rassicurarti, darti quell'1 che superava il massimo. Perché il massimo sei tu, da sola.
Sei completa, Bì. Anche se non ti basti, anche se senti quel vuoto sul petto se prima di un'esibizione non c'è nessuno a guardarti negli occhi,
e prima di addormentarti nessuno ti stringe a sé.
Mi è sempre piaciuto cercare di darti un motivo in più per svegliarti la mattina ed essere fiera di te stessa, anche quando ero l'unica.
Sei arte, e l'arte e per pochi, si sa.
Ho perso il conto di quante volte ho cercato, in tutti i modi, di evitare le sofferenze che hanno segnato il mio inizio,
di scacciarle ed esorcizzarle attraverso le mie, per non permettere loro di toccarti.
Non te le meritavi, tu.
Non te le meriti.
Perché anche se ora sono qui, e i numeri delle mie vendite superano ogni sogno e aspettativa, fanno ancora male.
E quando sono da sola, a casa, al buio, sembrano venirmi a svegliare perché le cose belle si ricordano tanto e sempre,
ma quelle brutte, quelle sembrano perseguitarti,
sembrano volersi mischiare con l'essenza di quella che sei.
Frenarti, cancellarti.
Io devo ancora proteggermi con le spine disegnate sulle mani, lo sai, lo abbiamo scritto insieme.
A te non servirà mettere uno scudo per allontanare il male,
ci sono io a farlo per te,
con tutto il bene e l'amore che posso,
nonostante io sia qui, con qualcuno che non sei tu,
e qualcuno che non sono io ora ti sta abbracciando mentre se ne frega del fatto che le mie braccia, con tue, si incastravano perfettamente.
L'hai capito, l'hanno capito tutti qua.
Vorrei essere lì con te e respirare quel batticuore sinonimo di chi ha l'animo buono,
vuoi dare tutta te stessa ed hai paura di fallire.
Ce la farai, ce l'hai sempre fatta e sono sicura che stasera ce la farai un po' di più.
Per tutte le porte che non hai avuto il coraggio di aprire,
forse era destino che questa qualcun altro la aprisse per te. Grazie Nico.
Per le volte in cui ti hanno detto che non saresti arrivata alle persone,
sento battere i loro cuori da qua.
Per le volte in cui ti hanno criticato per il tuo modo di vestire e di farti i capelli,
a centinaia di persone piaci così, vai così stasera.
Sei tu.
Per le volte in cui hai pensato che l'ispirazione per le canzoni fosse una casualità,
ora ne hai a decine chiuse nei cassetti.
Per le volte in cui hai sperato di diventare una voce al microfono per chi è costretto ad urlare in mezzo ad una folla sorda,
ora la folla ascolta.
Ascolta te, l'amore che hai provato e che canti, la nostalgia che provi, le parole che dici solo con lo sguardo.
Parli per tanti, e sai farlo bene.

19 luglio
Sono qua sul mio letto accanto a qualcuno che non sei tu,
e tu sei lì sul tuo accanto a qualcuno che non sono io.
È strano, eppure è la realtà da un po' ormai.
Porto la mia mano sinistra sul polso dell'altra, fasciato dal bracciale che mi hai regalato tu.
Non sta bene sui vestiti, tantomeno sul pigiama,
ma chi se ne frega, Bì?
Lo accarezzo un po',
immagino di accarezzare i tuoi capelli, e di sistemarli per vedere nascere sul tuo viso quella smorfia strana solo tua,
immagino di stringerti le mani lunghe e di intrecciarle alle mie,
immagino di abbracciarti forte e dirti che non avevo dubbi, che non li ho mai avuti.
Sei.
Chiudo gli occhi.
Sono qua sul mio letto accanto a qualcuno che non sei tu,
e tu sei lì sul tuo accanto a qualcuno che non sono io.
Però posso abbracciarti l'anima, la stringo un po' di più a me,
chissà se mi senti.
Mi guardo intorno, nel buio mi convinco che ci sei anche tu,
un buio non fitto, non oscuro,
solo il buio della notte che ti fa pensare un po' di più.
Non l'unico buio che hai visto, ma l'unico che vedrai da ora in poi.
Le luci ora sono accese,
stanotte un po' di più.

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