Senape

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Sono al serale, anche io.
E realizzo soltanto ora, mentre aspetto che il semaforo diventi verde per attraversare ancora una volta questa strada così trafficata di Roma.
La prossima volta che la percorrerò quest'esperienza sarà finita, tornerò a Rivoli e forse con una vita diversa, rabbrividisco un po'.
Ho una valigia enorme accanto a me, e mentre me la trascino dietro sbatte contro quella di Gaia, che è forse a nemmeno un metro di distanza.
Sono al serale, anche io.
E realizzo soltanto ora, mentre Gaia mi guarda negli occhi per incoraggiarmi ad entrare prima di lei in quella che sarà la nostra casa per i prossimi giorni. Per quanto ci concederanno di rimanere, la mia è questione di giorni, ma questa casa tu guardala bene.
"Andrà bene, Gà" attiro la sua attenzione, mentre il suo sguardo perso nella felicità del momento, si sposta su di me.
Andrà bene.
Ma cosa? Il percorso qui? La musica? Quello che c'è tra noi? La prima nottata senza poter dare la buonanotte a Frida? Il primo giorno intero con le telecamere fisse? La convivenza con Bertoli? Quella tra noi?
Andrà bene.
E basta.
Tu interpretala come vuoi.
"Devi cominciare ad abituarti" risponde, non prima di avermi regalato un sorriso sincero di ringraziamento.
"A cosa?"
"A questa casa, con queste persone, ai ritmi. So che fai fatica, però le cose nuove sanno essere belle" mi dici ancora, con una sincerità ed un affetto che non so spiegare, e che proprio non riesco a comprendere a pieno.
Sapessi Gà. Sapessi quello che penso di te, forse mi guarderesti con occhi diversi, quasi pieni di compassione per una persona che vuole tutto ciò che non avrà mai.
"Me ne vado presto io, abituati tu, che ne avrai più bisogno" il realismo mi ha sempre accompagnata, e so benissimo che la mia musica continuerà, ma non ora, non qua dentro.
"Marti non dire così, ti prego" quasi mi supplica, facendo una smorfia dolcissima che le abita il viso quando è agitata e forse vorrebbe piangere.
Sei bella anche così, in caso non lo sapessi.
"Arriverai in finale" le dico ancora, cercando di rassicurarla. È davvero la più forte qua, insieme a Nyv.
"Stiamo parlando di te ora" insiste, ma non cedo. Mi sono rassegnata a questo, forse il mio carattere non mi è venuto incontro, e le telecamere hanno enfatizzato. Va bene così Gaia, non sono io quella che rischia di sprecare la sua seconda e forse - ai suoi occhi - ultima possibilità.
"Lascia stare, devi pensare a te. Sei forte Bì, e anche se non potrò dirtelo un secondo prima dell'ultima esibizione, almeno pensami. Perché lo starò sussurrando alla tua felpa color senape che porterò via a Rivoli con me" le dico con tutta la sincerità del mondo, e con un mezzo sorriso per cercare di tranquillizzarla.
"Perché proprio quella?" sorride tanto, e quasi mi manca il fiato per tutta questa vicinanza.
Cosa mi fai.
"Perché è la tua preferita" alzo le spalle,
"Appunto, prendine un'altra, no?"
"Voglio avere la certezza che ci vedremo, perché tornerai a riprendertela. E so che per quella lo faresti" sospiro, chissà se alla fine ci perderemo per davvero.
"Lo farei comunque, e ci vedremo a prescindere da quella felpa. Ma se ti fa stare meglio puoi prenderla, per me non c'è problema" mi rassicuri ancora una volta, per poi sparire dalla stanza e lasciarmi da sola col mio sorriso pieno d'amore per te.

[...]

Oggi c'è la finale, e tu sei lì come ti avevo detto quel primo giorno in casetta, e forse altre centinaia di volte prima. Al polso hai un elastico, i miei occhi cercano di mettere a fuoco il più possibile quel dettaglio. È color senape.
Sono qua, sorrido sperando tu possa vedermi. Ho sempre odiato dirlo, ma stavolta è diverso. Sì, avevi ragione. Sono in finale, Martina, e te lo dico anche se tu lo sapevi già, da fucsia ballata con una giacca abbastanza grande da starci in due.
Manca poco alla fine, ormai non si torna indietro. Vincerai, me lo sento, e non può essere altrimenti. Davvero non buttarti giù, lei non è alla tua altezza Gaia, usa quella razionalità che hai, mischiala alla pancia che ti spinge a dare tutta te stessa, ora. Ti alzi per posizionarti, è l'ultima esibizione. Abbasso lo sguardo solo un secondo, stringo a me la felpa e sussurro al vento che sei forte, che ce la fai. Perché è così che deve andare.
Il cuore fa un salto, e allora avevi ragione quando m'hai detto che t'avrei sentita comunque. Ti sto pensando, tanto, forte.
Dammi il coraggio che non ho, e la sicurezza che hai ma solo se si tratta di qualcuno che non sei tu.
L'accordo iniziale di "La prima cosa bella" suona ed io attacco.
È per te.

Instantes que foram importantesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora