Raramente cambio idea sulle cose, e se dico che da anni per me il Natale non ha più la stessa magia di sempre, potrete capire che automaticamente sarà così anche quest'anno, e il prossimo, e quello dopo ancora, e via dicendo.
Per me il Natale sa di nostalgia e di una sedia vuota, che tempo fa era occupata da qualcuno che chissà chi s'è portato via troppo presto, ancor prima che potessi capire che davvero la vita è una e il tempo che abbiamo non basta mai.
Da quel giorno le luci per le strade sembrano un po' più fioche, i sorrisi in famiglia meno sinceri, l'entusiasmo un po' meno marcato. Da quel giorno mi sono detta che mai sarei riuscita a togliere quel peso da sopra al cuore, e che mai sarei riuscita a vivere questa festa con occhi meno tristi ed un po' più aperti per cercare di coglierne ogni minimo dettaglio.
Ma il mio carattere forte sa cedere: l'ho capito quando sei arrivata tu e ho cominciato ad aspettare trepidante il primo Natale insieme, per vedere che effetto mi avrebbe fatto vederti circondata dalle persone più importanti della mia vita, per vedere se saresti riuscita a riaccendere in noi almeno una piccola voglia di vivere una festa così magica per tutti, eppure, per noi, da un po' così spenta.
E quel giorno è oggi.
E mi tremano le mani mentre ti aspetto in macchina, mentre tu scendi dal pullman e ti avvii verso di me, mi stampi un bacio sulla guancia - per rimanere quelle di sempre agli occhi degli altri - e ti siedi accanto a me, accendi lo stereo come sottofondo e mi racconti di quanto sia animata Rivoli in queste occasioni.
Io ti porto a casa mia dove ti accolgono a braccia aperti, tu strabuzzi un po' gli occhi ed io ti guardo per rassicurarti, per dirti che è tutto vero, che non esiste solo gente a cui non sta bene quella che sei, che loro ti amano come ti amo io, perché a leggermi dentro non sono tutti bravi come te che lo fai con un amore ed una semplicità disarmanti.
Attraversiamo il corridoio mano nella mano, tu ti fermi per baciarmi come si deve, poi ti accompagno in camera mia dove posi la tua valigia - che sappiamo a fine viaggio sarà piena di miei vestiti.
Vai a farti una doccia ed io ti accompagno, tu sei sotto il getto dell'acqua ed io, da fuori, intanto ti racconto di cosa ho fatto mentre non c'eri, perché il tempo vola e porta via con sé un sacco di persone: ora lo so.
Ti metti uno di quei pantaloni larghi che stanno bene solo a te, e prendi una mia maglietta bianca anche se ne hai una uguale, solo perché vuoi sentire il mio profumo su di te.
Ci sediamo una di fronte all'altra e mentre la mia famiglia cerca di organizzarsi al meglio, tu mi racconti di quanto stai studiando, del sudore versato, delle lacrime amare e di quelle di gioia, degli aerei che hai preso solo per il gusto di cucirti addosso gli usi di altri, e della tuta della scuola che indossi tutti i venerdì - la nostra serata - per cercare di non dimenticare quella che sei stata e il percorso che ti ha portata qua.
Io ti dico che è vero che sei la persona migliore che io abbia mai conosciuto, che sei bella sempre anche se sei un po' stanca, che è rilassante vedere la mia casa che fa da sfondo al tuo viso, e che ti sottovaluti troppo quando cerchi di organizzare vari piani in caso i tuoi sogni più grandi non vadano come avrebbero dovuto.
Tu sorridi davanti alle mie solite good vibes ed io rido un po' quando marchi un accento americano che non ti appartiene. Mi dici che quando rido sono stupenda, arrossisco e ti abbraccio. Mi sei mancata da morire.
La cena è pronta e ti offri per aiutarci, ti dico di rimanere seduta ma tu testarda come sei raggiungi mia mamma che con amore e comprensione ti fa portare solo i piatti più leggeri.
Ti siedi accanto a me e ti guardi intorno quasi estasiata, un anno fa non avresti pensato ad una situazione del genere nemmeno lontanamente. E nemmeno io. Eppure eccoci qua: che belle che sono le cose imprevedibili.
Parli dei tuoi progetti, di come mi hai conosciuta, del tempo che è passato e dei cambiamenti che ha portato con sé, delle cose che si sono spezzate - le corde della tua chitarra, ridi e tutti ti seguono - e di quelle che si sono aggiustate, tra le righe leggo il tuo cuore, e tra quelle righe c'è anche il mio.
Ci alziamo da tavola e ci avviamo verso l'albero, Frida scarta energicamente i suoi regali ed il mio sguardo cerca di non perderla nemmeno per un attimo. Quando ha finito tu ti avvicini a me ed io ti guardo riconoscente, consapevole che non ho bisogno di regali perché il tuo amore è tutto ciò che di più bello avrei mai potuto desiderare, ma cosciente del fatto che a te piace comunque sorprendermi anche con le piccole cose.
<Marti tu sei pazza> esordisco marcando l'ultima parola, davanti ad un anello. Uno di quelli delicati ma non troppo elegante, che piacciono a me. Sorrido più forte quando te ne vedo indossare uno identico.
<Ti piace? Altrimenti possiamo cambiarlo> mi dici con insicurezza, ed io in risposta ti bacio dolcemente perché è l'unica cosa che so fare per ringraziarti come si deve.
<Non ho parole, è stupendo> sussurro, incantata da tanta bellezza e amore.
<E noi stiamo insieme ufficialmente, stai attenta a quello che fai> ridi, perché sai che non potrei mai frequentare nessuno che non sia te; rido, perché so che è solo un modo come un altro per dirmi che ami il modo in cui io sono io solo con te.
<Ora tocca a te, aprilo> ti dico mentre ti porgo una scatola forse grande come il quadretto sul mobile della cucina, quello che incornicia me e te nello spogliatoio in una delle tue prime insicurezze.
Ti guardo attentamente cercando di captare i tuoi pensieri, quelli che rimangono incastrati tra la testa e il cuore ma che non escono mai, forse per mancanza di coraggio, di voglia, o di parole.
<Cosa significa?> mi chiedi aprendo la scatola e trovando solo una bustina con un biglietto.
<Leggilo>
<Bahia, 15/01/2021-7/02/2021> leggi tranquillamente. Di punto in bianco sbarri gli occhi, li punti su di me e li vedo diventare lucidi.
<Gà non ci credo> sussurri distrattamente, mentre rileggi i biglietti per accertarti che i tuoi occhi non abbiamo fatto brutti scherzi precedentemente.
<Te l'avevo detto che prima o poi ti ci avrei portata> ti ricordo, mentre ti accarezzo una guancia.
<È troppo, non posso accettare> mi dici insicura, mentre ti senti in debito non capendo che non è affatto così.
<Martina non scherzare, te lo meriti. Ce lo meritiamo> ti alzo il mento, incastriamo i nostri occhi.
<Non vedo l'ora> mi baci.
Ti guardo.
<Sapessi io>.Buon Natale a tutte quante❤️
STAI LEGGENDO
Instantes que foram importantes
Fanfictionquesta è una raccolta di one shots beltrozzi, alcune basate su testi di canzoni, di cui troverete il titolo come nome del capitolo