Sono andata in studio oggi, mi hai guardata?
Hai fatto come nelle puntate successive alla tua eliminazione? Tu incollata davanti alla televisione a sperare che quella per me fosse la volta buona.
Mi hai guardata ancora con quegli occhi lì? Che credono in me più di chiunque altro.
Mi hai guardata ancora con quel sorriso lì? Un po' imbarazzato senza un motivo valido, "è questo l'effetto che mi fai", me lo dicevi sempre. Ma è ancora così?
Siamo cambiate così tanto e me ne sono accorta oggi, quando ho girato lo sguardo verso il tuo banco occupato da qualcun altro, e sapevo immaginarti benissimo, ricordo perfettamente i tuoi lineamenti di profilo corrucciati dall'agitazione, ma in modo sfocato. Perché, da quanto non li vedo?
Da quanto non ti vedo?
E mi struggo perché non posso dare la colpa a nessuno se non a questo tempo che corre veloce senza lasciarmi tempo di guardarmi attorno, ai treni che passano e a cui corro dietro per paura di perderli ancora, alle situazioni che si sono accavallate unendosi una all'altra e allontanandoci anni luce, a questa pandemia che ci ha tolto il respiro e la quotidianità che, per me, sapeva di te.
Ma tu mi hai guardata, oggi?
Perché ho sentito il cuore esplodere di gioia, e il bisogno di condividere tutto questo con qualcuno, e ho pensato a te.
Dimmi che mi hai guardata, Martina. Dimmi che è cambiato tutto ma alla fine non è cambiato niente, perché per te sarò sempre occhi trasparenti dove rifugiarsi, braccia in cui trovare conforto, una voce da ascoltare ad ogni ora e un sogno da sostenere. Dimmi che sarò sempre tutto quello che sono stata per te in quei mesi di convivenza che ricordo con un vuoto nel petto, e che mi pensi quando qualcuno si sposta i capelli dietro le orecchie, o si copre metà viso quando sorride con sincerità.
Perché io ti penso sempre, e il tempo scorre, lo so. Lo vedo nei miei capelli che ora sono più corti, in Frida che cresce sempre di più, in Giorgia che ha deciso di andare a vivere da sola. Davvero, vedo gli effetti del tempo, me lo sento dentro e gli corro ancora dietro per qualche rimorso passato che forse non ricordo nemmeno più.
Lo sento, il tempo, quando ho un impegno e mi rendo conto di non riuscire ad arrivare in orario, quando entro in camera e vedo appesa la foto di una piccola me che sorrideva dietro ad un microfono.
Lo sento, il tempo.
Eppure se penso a te con me, io davvero ora non so immaginarti, se non uguale identica a com'eri. Intelligente, silenziosa, a volte arrogante, insicura, titubante su qualsiasi cosa implicasse mettersi in gioco, sguardo duro di chi se ne frega di ciò che ha intorno.
E poi inaspettatamente dolce, affettuosa, sinceramente buona e protettiva, come quando ti toglievi la giacca per farmi coprire le spalle.
Ne è passato di tempo da quando, accanto al banco in cui ero seduta io e che da oggi è di qualcuno che proverà a realizzare il nostro sogno, c'eri tu. Però forse certe cose non si perdono, nemmeno se passa il tempo, nemmeno se non ci si incontra e non ci si abbraccia più. E allora a me va bene, perché custodisco il tuo ricordo con una gelosia che solitamente mi è estranea. E mi accontento perché hai tirato fuori forse la parte più bella di me, e va bene perché alla fine io nei miei pensieri ti stringo lo stesso.
Ma dimmi che ti manco, ti prego.
Mi basta quello che siamo state, ma se è vero che le cose non si perdono mai del tutto: mi hai guardata, oggi?lasciate un commento❤️
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Instantes que foram importantes
Fanfictionquesta è una raccolta di one shots beltrozzi, alcune basate su testi di canzoni, di cui troverete il titolo come nome del capitolo