Il cielo era colorato di mille colori, nuvole rosate chizzavano il cielo e un pallido sole sbucava all'orizzonte, mentre salutava da lontano la luna che tramontava.
Chiara, nel suo dormire, sentiva sotto di sé il petto di Tonno alzarsi e abbassarsi a intervalli regolari. Vicino a lei, Nicolas era poggiato sulla sua spalla e teneva al collo la sua macchina fotografica, che ora sfiorava la verde erba sottostante.
Non sapeva cosa stava sognando, forse non stava semplicemente sognando nulla. Aveva sentito, molto tempo addietro, che in realtà si sogna ogni notte, ma che noi mascheriamo la nostra cattiva memoria dietro la consapevolezza di non aver sognato nulla. Chiara non ci aveva mai creduto.
Ne aveva parlato con i suoi genitori, ma nessuno dei due le aveva mai risposto. Quella notte però, la ragazza pensava di non aver sognato nulla, ma di aver vissuto per tutto il tempo in un limbo tra il sonno e la veglia, che la portava ad accorgersi di tutto ciò che le accadeva intorno.
Una goccia gelata le colpí la fronte scoperta, lei aggrottò le sopracciglia e si mise piú comoda sul petto di Tonno, che girò il volto dalla parte opposta e fece scivolare la mano sul suo avambraccio.
Sentí i capelli aggrovigliarsi attorno ai nasini degli occhiali da sole posati sopra la testa, ma non si mosse per scioglierli dalle loro grinfie, i suoi muscoli sembravano tramortiti e la sua forza sembrava essere svanita.
Un'altra goccia gelata le cadde sul naso e scivolò, fino ad accarezzare le labbra e Chiara aprí gli occhi, sentiva dentro di sé che qualcosa non andava.
Si issò a sedere, altre due gocce le arrivarono sulle braccia e capí che, forse, avrebbero dovuto andarsene da lì, prima di diventare dei pulcini bagnati.
Si tolse delle ciocche di capelli dal volto e si girò intorno, nessuno sembrava essersi accorto di nulla. Nelson e Bea dormivano abbracciati nella parte piú esterna della loro strana fila, Cesare e Sofia erano poco lontani, anche loro abbracciati in modo tenero. Guardò Nicolas, e le sembrò la persona piú comoda da avvertire.
"Nicolas" sussurrò, prendendolo per le spalle e scuotendolo, lui si limitò a strizzare gli occhi infastidito e girare la testa dall'altro lato, dalle sue labbra uscí un lamento annoiato.
"Nicolas" disse di nuovo, scuotendolo piú violentemente, ma lui continuò a dormire beatamente come prima, stringendosi di piú su sé stesso.
"ah, fanculo" sussurrò annoiata, volgendo lo sguardo alla sua sinistra. Tonno era il piú vicino a lei e aveva il braccio steso nel punto in cui pochi attimi prima c'era il suo collo, Frank e Dario erano piú lontani, entrambi dormienti in posizioni scomode.
Prese le spalle di Tonno e lo scosse violentemente, quello si svegliò di soprassalto.
"cosa...come...ci sono ci sono" disse frastornato, un altra goccia cadde sulla testa di Chiara.
"Tone sta piovendo" disse ancora mezza addormentata, strofinandosi un occhio
"ma dai Chiara, se piovesse me ne sarei già accorto. Ora se non ti dispiace torno a dormire"
"ma sta piovendo Tonno!" esclamò contrariata la ragazza, ma lui era già tornato a dormire e ora ronfava profondamente. Pensò anche lei che, forse, avrebbe fatto meglio a ritornare a dormire, forse si stava solo immaginando tutto, forse era un effetto collaterale della brutta notte passata alla ricerca di una posizione comoda in cui dormire, o forse alla ricerca di una posizione in cui i suoi pensieri non la schiacciassero.
Si alzò in piedi, ormai stanca di stare seduta lì, e si allontanò strascicando i piedi verso un punto a lei ignoto, ma sapeva che voleva allontanarsi da tutti gli altri per un po'.
Era lontana di pochi metri, in piedi sull'erba scura con le sue fila bianche, il vento leggero che le scompigliava i capelli, le solite gocce gelide che le cadevano sul naso. La sua mente sembrava non essere intenzionata a spegnersi, e viaggiava da una parte all'altra nelle parti piú oscure dei suoi pensieri. Quel posto aveva risvegliato in lei dei ricordi dolorosi, che le trafiggevano il cuore come spilli. Le mani lungo i fianchi, si torturava le dita rovinate dai suoi attacchi di noia o di panico, ammirava l'alba come fosse la cosa piú bella che avesse mai visto.
"pensierosa di prima mattina?"
Chiara aveva rimosso che non era sola quel giorno, e quando la voce di Dario le arrivò alle orecchie sobbalzò spaventata. Annuí, quando incontrò i suoi occhi scuri.
"questo posto mi porta in mente dei ricordi dolorosi, e non è piacevole"
Dario si sistemò vicino a lei, ed entrambi ritornarono a guardare il sole che sorgeva, e il cielo che si tingeva di aranciato. Un altra goccia le fece strizzare gli occhi.
"Tonno mi prende per pazza, sono l'unica che sente gocce di pioggia?"
Lo vide ridere, ora la pioggia era piú fitta.
"no, sta davvero piovendo. Che cosa ti ricorda questo posto?" Chiara si pentí di aver parlato. Si portò un dito alla bocca e si strappò una pellicina, dal punto di pelle strappata uscí una puntina di sangue.
"questa è la seconda volta che vengo qui dopo che i miei sono morti, mia madre amava guardare l'alba qui. Solitamente mio padre staccava tardi dal lavoro, e a volte veniva a farci una sorpresa. Avevo 9 anni"
E vide sul suo viso la solita espressione che mettevano tutti, quella espressione di estrema pietà con cui era stata guardata per anni.
"la seconda?"
Lei annuí
"Cesare provò a portarmi qui nell'estate tra il secondo ed il terzo liceo, non scesi mai dal mio motorino" disse tutto d'un fiato, come se il solo fatto di prendere aria la bloccasse a tal punto da continuare a parlare.
"Cesare ha fatto molto per te" le disse sorridendo, anche Chiara sorrise
"tanto, e gli sono debitrice"
Mentre la pioggia continuava a cadere imperterrita su di loro, nessuno dei due sembrava dargli peso. I capelli bagnati pesavano sulla testa di Chiara e il sole era ancora piú pallido di prima, facendo diventare il cielo di un acceso giallognolo.
"ragazzi sta piovendo" Chiara si girò in tempo per vedere Nelson agitare un braccio verso di loro, gli altri stavano già scappando verso il luogo in cui erano state posate le macchine.
"Oh, adesso Tonno mi crede?" urlò di rimando Chiara, e la voce di Tonno le arrivò da un punto indefinito dei colli
"forse mi stavo sbagliando, forse"
La risata della ragazza seguí quella di Dario, e entrambi iniziarono a risalire verso di loro, mentre la pioggia gli si incollava addosso e uno strano sentimento di appagamento si impossessava di lei.
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Sorridi || Space Valley ||
FanfictionDal testo: "sono stanca di soffrire" disse con voce tremante, mentre uno sconcertato Tonno le circondava il collo con le braccia "sono stanca di amare" Mise da parte i soliti dogmi, le solite regole che si era auto imposta durante gli anni, e pian...