#23 Niente di niente

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La testa le pulsava violentemente, era come se mille omini le stessero prendendo a pugni la fronte, come se ogni respiro fosse uno sforzo immane.
Strinse gli occhi cercando di alleviare il dolore, ma quello che ebbe non fu altro che l'effetto contrario: la testa iniziò a pulsare ancora piú violentemente, la faccia schiacciata contro il cuscino non aiutava e sentiva un rivolo di saliva fuoriuscire dalle labbra schiuse, stava malissimo e l'alcool della sera prima viaggiava ancora nel suo corpo, attendendo di essere eliminato una volta per tutte.
Aprí pigramente gli occhi e subito i raggi del sole illuminarono intorno a lei una stanza vuota che non conosceva, che non aveva mai visto. Illuminò i suoi vestiti gettati in modo scomposto sull'impolverato pavimento, Chiara sbattè le palpebre piú volte.
Cosa stava succedendo, cosa era successo quella sera? Setacciò il suo cervello in cerca di risposte, eppure non ne trovò nemmeno brandelli. La testa dolorante le impediva di pensare, di concentrarsi su una sola immagine sbiadita, come calpestata dagli anni, l'ultimo ricordo che sentiva suo erano le stelle vivide sopra di lei, gli occhi di Tonno che la guardavano sull'amaca.
"ti porto a ballare" ricordava di avergli sentito dire
"io non so ballare" aveva risposto, poi il ragazzo l'aveva tirata a sé, mentre l'alcool gli rendeva la voce terribilemnte strascicata e il ciuffo biondo lasciato crescere troppo gli ricadeva sugli occhi.
"nemmeno io".
Ricordava le note di Fix You che uscivano dalle casse, poi nient'altro che luci, suoni, colori, esplosioni di vita e il suo cuore, che non aveva mai battuto cosí velocemente, trasportato da qualcosa che non provava da anni, che credeva di aver dimenticato, perchè non adatto alla sua fragilità.

Chiuse gli occhi per qualche secondo, ancora intontita dal sonno profondo da cui era stata sottratta e ripose la testa sul cuscino, decisa ad avere risposte, a sforzarsi di pensare e tralasciare il dolore a cui la sua testa era sottoposta in quel momento. Aveva bruttissime sensazioni in corpo, e il suo sesto senso si rivelò per quello che era: una totale disgrazia. In cerca di una posizione comoda, i suoi occhi non poterono non cadere sul corpo lietamente appisolato vicino a lei, riusciva a vedergli la pallida schiena nuda, il suo corpo che si alzava e abbassava agli intervalli regolari del suo respiro profondo, i capelli biondi, gli stessi capelli che avrebbe riconosciuto all'infinito.
E tutto le ritornò in mente: loro che ballavano in modo disordinato sull'erba dei colli mentre le note li rapivano completamente, lui che la faceva girare, i loro nasi che si sfioravano e poi quel bacio, pieno di parole non dette, di silenzio e rumore insieme.
Di quella notte non ricordava altro che tocchi, tocchi teneri sulla pelle, i loro corpi avvinghiati, i loro nasi che si sfioravano, le loro labbra che si univano in baci casti, morbidi.
Si tirò a sedere, mentre il respiro diventava sempre piú affannato, il suo cuore batteva sempre piú forte ma, al contrario della sera prima, era trasportato da pura paura, disprezzo.
Portò instintivamente una mano sul suo collo, su cui riusciva ancora a percepire il calore delle labbra umide del ragazzo, e sospirò, in cerca di una puntina della lucidità che aveva perduto.
Lanciò uno sguardo profondo a Tonno, i suoi occhi stanchi erano coperti da una patina di indecisione: guardarlo li, dormire cosí beatamente ancora all'oscuro di tutto, di loro con il pensiero di doverlo destare la torturava, ma non aveva altra scelta.
"scusa tanto" biascicò in un sussurro rauco, prima di fiondarsi sulle spalle bianche che le rivolgeva, in corpo un viscerale bisogno di vederlo sveglio, cosciente, a ricordarle che era stato uno sbaglio, o forse a convincerla che era stato davvero tale.

Quando il ragazzo si svegliò, la prima cosa che sentí fu il suo tocco, il tocco della ragazza che gli ustionava la pelle di un calore piacevole, lo percepí prima ancora che le suo orecchie riuscissero a captare le sue parole.
"questo è un casino" continuava a ripetere con voce lagnosa come una strana litania mentre lo scuoteva impercettibilmente
"è tutto un casino. Svegliati Tone"
Aprí gli occhi, e non capí. La camera di Nicolas non gli era mai stata cosí sconosciuta, il sapore di alcool gli infestava ancora la bocca impastata di sonno, uno strano senso di appagamento lo smuoveva.
"Chiara cosa c'è?" disse tirandosi a sedere, mentre combatteva contro la voglia di addormentarsi di nuovo. La guardò stringersi un po' di piú nel lenzuolo mentre i suoi occhi venivano attraversati da uno strano sentimento di paura
"che diavolo è successo ieri sera?" biascicò a mezza voce, e Tonno sapeva che era una domanda retorica, sapeva che entrambi ricordavano perfettamente cosa era successo, e allora perchè quella domanda gli suonava cosí strana? Sapeva di ricordare tutto, eppure la sua mente sembrava rifiutarsi di esprimere in immagini l'accaduto.
"che diavolo è successo ieri sera?" le fece eco, distogliendo lo sguardo da lei. I loro vestiti sparsi per la stanza sembravano testimoniare che qualcosa era veramente successa, eppure nessuno dei due ne sembrava completamente sorpreso.
Chiara aprí la bocca per parlare, poi la richiuse a corto di parole e si prese la testa con le mani, scuotendola impercettibilmente. Nel disperato gesto, il lenzuolo si abbassò per lasciare scoperto un pezzo del suo corpo perfetto e imperfetto allo stesso tempo, e il ragazzo non riuscí a non pensare alle carezze che le aveva riservato.
La vide alzarsi, cercando di coprirsi piú che poteva dallo sguardo di Tonno, che non riusciva a non ammirarla. Con uno sforzo immenso le volse però le spalle e iniziò a recuperare i suoi vestiti da terra, mentre lo stomaco accusava l'alcool non ancora eliminato.

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