Se tutti pensavano che Chiara fosse la stessa, la stessa persona dura e chiusa che avevano conosciuto, lei riconosceva che non era piú cosí, e si dannava per questo.
Da quella sera, gli incubi avevano iniziato ad animare i suoi sonni inquieti, l'insonnia aveva iniziato ad attaccarla giorno dopo giorno, le notti passavano tra un pensiero sputato e una lacrima versata, lei non era piú la Chiara che lei stessa conosceva.
Eppure, se la sua solita armatura era stata traforata da mille pugnali incandescenti proprio all'altezza del cuore, la sua fiducia aveva iniziato a vacillare pure nei confronti dei suoi migliori amici, a cui il suo strano silenzio non era passato inosservato.
"che succede?" gli chiese Tonno quel mercoledí mattina, il sole cocente era alto in cielo, i raggi si riflettevano sugli occhiali da sole della ragazza.
"nulla" rispose con tono spento lei, come se non stesse ascoltando, come se la sua attenzione fosse altrove
"si, certo" commentò ironicamente il ragazzo, Chiara lo guardò. Gli era impossibile leggere la sua espressione, i suoi occhi scuri erano coperti dalle lenti.
"non è niente Tone" ripeté infastidita, accavallando le gambe. Quell'impercettile movimento fece si che il lembo dei pantaloncini che aveva indosso salisse abbastanza da lasciarle scoperta la coscia
"no Tonno" si disse, facendo un respiro profondo e puntando i suoi occhi sulla strada
"non puoi Tonno. Ricordi? Avevi detto che avresti smesso con questa storia"
Ma non era una cosa facile, sapeva anche lui che non poteva semplicemente spegnere i suoi sentimenti, sapeva che una parte del suo cuore sarebbe sempre stata della ragazza, lei gli avrebbe sempre dato quella strana sensazione di libertà quando le stava vicino, che sapeva di non potersi permettere.Quello era il giorno in cui Chiara sperava di staccare la spina per un po', non chiedeva di dimenticare, ma di sorvolare l'immagine di quella sera di giorni prima.
Elia le aveva scritto per giorni, ma lei non aveva trovato mai la forza di rispondergli. Dopo le sue molteplici chiamate ignorate, i messaggi visualizzati a cui non era mai stata data una risposta, Chiara aveva deciso di smetterla con quella stupida scena, in una notte in cui il sonno non sembrava volerla avvolgere nelle sue spire
Scusa aveva scritto, sperando di sembrare almeno un po' intimidatoria, di mostrare almeno un po' della sicurezza che non trovava
Ma io non ho nulla da dirti. Forse dovresti dirmi tu qualcosa: dove eri Venerdí sera? Non disturbarti a rispondermi, so bene la risposta e non so se riuscirò mai a dimenticare quell'immagine. Non disturbarti a rispondere nemmeno a questo, io e te abbiamo chiuso ormai.
Aveva pianto, le lacrime avevano solcato le sue guance quella notte, mentre cercava di ricostruire la sua armatura, ma niente sembrava forte quanto il dolore che aveva provato, e che ancora le attanagliava le viscere in una morsa ferrea.La macchina si arrestò davanti a casa di Nelson, lui, Bea e Cesare li stavano aspettando poco distanti da lì.
Il primo ad avvicinarsi fu proprio il ragazzo.
"nessuna domanda" ordinò, mentre saliva sui sedili dietro con una voluta ed estenuante lentezza.
"hanno litigato di nuovo, Cesare è furioso"
Tonno sospirò. Ormai i litigi tra Cesare e Sofia erano sempre piú frequenti, eppure nessuno dei due era incline a gettare la spugna ed entrambi ingoiavano bocconi su bocconi. Tonno era sicuro che prima o poi si sarebbero soffocati, e tutto il rancore che avevano tanto accuratamente placato sarebbe uscito allo scoperto.
Quando Cesare salí in macchina, il suo saluto non fu altro che un borbottio confuso, la sua espressione era marmorea.
"Hey Cesu" salutò Tonno con foga, il motore rombava nella silenziosa mattina di Bologna
"pronti ad andare?" chiese, ma nessuno rispose. Tra Chiara taciturna da giorni e Cesare infuriato a morte con Sofia, l'abitacolo della macchina non era il posto piú allegro in quel momento, e tutti e tre ne soffrivano le conseguenze.
Nelson scoccò una veloce occhiata a Chiara e Cesare, poi incontrò gli occhi di Bea in una muta imprecazione e guardò Tonno, con un'espressione scocciata in volto.
"andiamo. Prima arriviamo e meglio è" disse, e Tonno non potè che dargli ragione. Spinse il piede sull'acceleratore e sfrecciarono via per le strade di Bologna, diretti al mare per la prima volta quell'anno, diretti all'acqua cristallina che avevano sognato per tutta un'estate.
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Sorridi || Space Valley ||
FanficDal testo: "sono stanca di soffrire" disse con voce tremante, mentre uno sconcertato Tonno le circondava il collo con le braccia "sono stanca di amare" Mise da parte i soliti dogmi, le solite regole che si era auto imposta durante gli anni, e pian...