"Chià ci sei?"
"sisi sto arrivando" disse affannata la ragazza, mentre sfidava il tempo per arrivare in tempo all'appuntamento prestabilito per le 19 di quel nuvoloso pomeriggio.
"sei in ritardo" la voce di Nelson era dura, a rimproverarla per non aver dato fede alla promessa mantenuta pochi giorni prima
"lo so Nels, ho perso piú tempo del previsto in palestra ed è stata una catena di ritardi. Mancano 300 metri e sono lì"
"ti conviene" il telefono le dava fastidio mentre aumentava il passo verso la meta scelta per l'occasione, la voce di Nelson sembrò allontanarsi un attimo, poi ritornare da lei
"Frank è incazzato: secondo i suoi calcoli arriveremo a Foggia con 10 minuti di ritardo"
Avrebbe visto foggia finalmente, dopo mesi e mesi di programmi incessanti e nottate in bianco a causa di Nelson erano finalmente arrivati li, la fine del viaggio, la fine di un tour che aveva visitato tutta Italia.
Il concerto dei rovere era prenotato per la sera dopo. tutto sold out, Chiara era felice di vedere i ragazzi che realizzavano un sogno, era lieta di vedere Nelson ripassare ogni sera le canzoni, si sentiva tranquilla finalmente, sembrava tutto talmente perfetto, quasi finto.
La sua testa la vedeva come la calma prima della tempesta, eppure dentro di lei, Chiara si sforzava di non vederla tale, di prenderà come una calma indipendentemente dalla tempesta.
"dí a Frank che deve stare tranquillo. Sto arrivando."
Staccò la chiamata senza preoccuparsi di una risposta, e iniziò a correre. Il vento le scompigliava i capelli e la giacca che indossava era in balia dell'aria fresca di febbraio. Lo zaino le ballava sulle spalle, teneva il telefono stretto in mano e macinava la strada un passo dopo l'altro, sfidando i minuti che il suo orologio scandiva, sfidando il vento che soffiava dalla parte opposta alla sua e che le penetrava nelle ossa, aria fredda che le fendeva la faccia.
Continuò a correre, finchè un irrequieto Nelson non le saltò agli occhi, che nervoso giocava con le sue stesse mani e si tirava indietro il ciuffo di ricci che gli ricadeva sulla faccia.Si fermò, il respiro veloce per la corsa appena compiuta, il vento che ancora le compigliava i capelli.
"Hey Nels" disse tra un respiro e l'altro, i suoi occhi puntati su di lei erano di ghiaccio.
"finalmente" disse, guardando sul telefono l'orario della loro partenza, anche Chiara guardò il suo orologio.
Erano le 19.13, e il cielo sembrava avvisare di una possibile e violenta pioggia.
Lo sguardo di Nels ricadde di nuovo su di lei, un sorriso intenerito gli illuminò il volto
"sono felice che tu sia qui"
Lei sorrise, mentre sentiva il caldo della corsa aumentare
"scherzi? Tutto per voi ragazzi"
Fu in quel momento che Cesare uscí dal furgone appositamente noleggiato, e dietro uscí anche Tonno.
Non era cambiato molto nelle loro vite in quei mesi che li separavano dalla fine dell'estate, si comportavano ancora come un gruppo di amici a cui piaceva guardare serie TV sul divano mentre fuori piove, eppure Chiara si, era cambiata.
Dopo quel brindisi, Chiara e Tonno avevano avviato una relazione di cui a volte si dimenticavano, una relazione che li portava dall'essere migliori amici a passare le notti a casa dell'altro tra pizza, netflix e sesso, che gli facevano rendere conto che erano davvero una coppia ormai, che loro due sarebbero probabilmente andati lontano.
A volte capitava che le loro menti viaggiassero lontano, verso un futuro ancora incerto a cui loro creavano inconsciamente delle fondamenta. Facevano dei progetti sulla loro futura casa, sui loro, forse, futuri figli, sul loro futuro essere, tutte cose che spaventavano Chiara piú di ogni altra, eppure che la rendevano felice. Erano tutte cose da ragazzini forse, del tipo cose che si fanno con il primo amore, quando ancora si è all'oscuro della parte nera del cosí tanto nominato amarsi, della parte che fa soffrire. Erano cose da ragazzini eppure loro le vedevano come certezze per continuare ad essere, non piú come futili fantasie per dirsi di andare avanti.
"oggi l'orologio svizzero è in ritardo" Rise Cesare, prima che si affiancasse a suo cugino. Chiara alzò gli occhi al cielo
"smettila Cesu"
"si Cesu, che poi Chiaretta si arrabbia"
La ragazza si girò verso la persona che aveva proferito quelle parole, il ragazzo biondo poco piú alto di lei che ora si sorbiva le occhiate torve della ragazza. Le cinse le spalle con un braccio e le lasciò un tenero bacio sulla Testa, Chiara amava quando lo faceva, o forse amava solo lui.
Si sentiva protetta, si sentiva libera di essere finalmente debole, di smettere di combattere. Tra le sue braccia aveva versato piú lacrime di quante ne volesse vedere scorrere sul suo viso, e tra un insulto e l'altro si ritrovavano insieme, come i migliori amici che erano, che sarebbero stati indipendentemente da tutto.
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Sorridi || Space Valley ||
FanfictionDal testo: "sono stanca di soffrire" disse con voce tremante, mentre uno sconcertato Tonno le circondava il collo con le braccia "sono stanca di amare" Mise da parte i soliti dogmi, le solite regole che si era auto imposta durante gli anni, e pian...