[Weapon 1]

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Suga calciò il ragazzo sullo stomaco, facendolo cadere per terra ad un metro di distanza. Si abbassò alla sua altezza, prese il suo coltellino svizzero dalla tasca e lo conficcò nel braccio del malcapitato. Il ragazzò urlò per il dolore.

Ed in quel momento, una ragazza fece il suo ingresso in quella casa. "Appa!" Urlò prima di cominciare a correre verso la figura paterna.

"Tienila ferma" ordinò con la sua voce profonda.

Il compagno la fermò prima che potesse raggiungere il padre. "Cosa avete intenzione di fare!" Urlò nuovamente rivolta ad entrambi.

Suga riportò lo sguardo verso colui che stava ancora piagnucolando per il dolore al braccio. "Se non potevi pagarmi, avresti dovuto evitare di cominciare a chiedere prestiti alla mia famiglia" disse per poi alzarsi e raggiungere velocemente la figlia.

Guardò uno dei suoi uomini, "cerca qualcosa di utile"

Lui annuì prima di strappare dalle mani della giovane ragazza la sua borsetta. "Yah!" Urlò lei.

"Signore" l'incaricato di tale compito cercò di ottenere l'attenzione del padrone, passandogli successivamente qualcosa.

Lo prese. "Hmmmm... bello questo iPhone, ma sbaglio o sembra praticamente nuovo?" Chiese mostrandolo all'uomo ancora per terra con un braccio sanguinante. "Scommetto che ci avrai speso una barca di soldi per comprare questo"

Suga lo consegnò nuovamente alla figlia, ma non prima di rivelargli una scottante verità: "lo sai che tuo padre ci ha chiesto un prestito per comprarti questa merda?"

"Cosa? No! Mio padre non potrebbe mai fare una cosa del genere!" Rispose la ragazza.

Il ragazzo decise quindi di squadrarla dalla testa ai piedi, esprimendo poi un commento con la sua lingua biforcuta: "a giudicare da come sei vestita, o conciata, dipende da come la si vuole guardare, devi essere una di quelle figlie esigenti nei confronti dei genitori. Ora capisco perchè avesse bisogno di quei soldi"

Ascoltando la sua ipotesi, la ragazza rimase scioccata.

"Sei bella, ma non mi piacciono le puttane" disse prima si uscire dalla casa accompagnato dai suoi uomini.

----------°•○•°----------


Kim Dahee, una piccola, e solare, ragazza universitarsia, uscì dall negozio con diverse buste di plastica.

'Cosa dovrei cucinare per cena questa sera' si chiese mentalmente, addentrandosi in poco dopo quello che era il suo vicinato. Era tutto molto silenzioso, come sempre del resto.
Le persone che vivevano nei paraggi non erano di molte parole. Una volta, parlando con un'amica, aveva scoperto che nei dintorni di casa sua vivesse un'importante famiglia mafiosa. Francamente parlando, non le importava molto; aveva altro a cui pensare, ad esempio la madre malata che necessitava di attenzioni ventiquattrore su ventiquattro.

Era per questo che difficilmente seguiva i corsi della scuola. Con gli anni aveva imparato a studiare da autodidatta, così poteva tranquillamente occuparsi della propria madre diabetica, asmatica e paraplegica.

Meow! Meow!

Dahee alzò lo sguardo ed i suoi occhi brillarono.

Corse verso il gattino, ormai catturata dalla sua 'coccolosità'. Si accovacciò a terra, cominciando a coccolare quella palla di pelo a detta sua tenerissima. "Ciao Mocha" disse poco dopo.

Mocha era il gatto di cui Dahee tutti i giorni si prendeva cura. Avrebbe tanto voluto portarlo a casa, ma sfortunatamente la madre era allergica anche al pelo degli animali.

Ricordandosi di ciò che aveva comprato, la ragazza infilò la mano in una delle buste mentre Mocha si divertiva a girarle in torno con la coda in aria.

Lei ridacchiò. "Non preoccuparti, non mi sono dimenticata di prendertelo" disse estraendo un piccolo cartone di latte, mostrandolo all'amico a quattro zampe.  E mentre il gatto miagolava per ottenere il cibo, sul volto della ragazza apparve un ampio sorriso.
"Sei così carino" prese un piccolo contenitore dalla borsa, per poi versarvi all'interno un po' di latte.

Aspettò che Mocha finisse di bere il suo meritato latte, giocherellando di tanto in tanto con il suo orecchio. "Quanto sarebbe bello portarti a casa, piccino"

Meow!

Mocha le rispose.

"Ti piacerebbe venire a casa con me?" Chiese alla palla di pelo, come se fosse stata in grado di capire il linguaggio dei gatti.

Dahee si alzò in piedi, ma non prima di aver preso il contenitore usa e getta. "Devo andare adesso. Mi raccomando, stai attento, ci vediamo domani"

Meow! Rispose il gatto, come se avesse capito ciò che gli era stato detto.

In quel momento, una macchina completamente nera catturò la sua attenzione. La seguì con lo sguardo per tutto il suo tragitto, fino a quando essa non parcheggiò in una casa poco distante.

Scosse la testa. "Puoi permetterti una simile abitazione ma non puoi tenere questo micetto con te" e si avviò nuovamente verso la propria casa.

Nello stesso momento, Suga si rilassò sul proprio sedile di pelle.

"Chi diamine è questa ragazza? Continuo a vederla davanti a casa mia." Chiese al conduttore dell'auto.

"Mi scusi signore" si scusò immediatamente verso il suo padrone.

Suga sospirò. "Informati su di lei, e poi riferiscimi tutto quanto. Deciderò poi se potrebbe tornarci utile o se sarà meglio sbarazzarcene"

Ed il guidatore annuì.

.:*•spazio autrice•*:.

Hey, ciao a tutti. Ecco  questa è la seconda delle tre traduzioni che porterò durante il prossimo inverno.
A differenza di Reversed, questa storia a cadenza settimanale. Ogni lunedì (a meno che non cambi idea) uscirà un nuovo capitolo.
Non ho altro da dirvi, spero solo possa piacervi.
-Chiara

𝙈𝘼𝙎𝙆𝙀𝘿 || ᵐⁱⁿ ʸᵒᵒⁿᵍⁱ (Traduzione Italiana) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora