[Weapon 8]

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"Cinque ore nel weekand e dalle otto alle dieci nei giorni lavorativi."

"Ho una madre malata a casa e devo anche pagare i miei esami."

Suga si ricordò improvvisamente cosa Dahee gli avesse detto. Si alzò in piedi e camminò in tondo per la sua stanza. Voglio aiutarla, ma come posso fare, pensò.

Il suo sguardo vagò fino alla serra, la quale si poteva benissimo vedere dalla sua stanza. Appoggiò il palmo della mano sulla finestra, ormai intrappolato in un mondo fatto di pensieri. È da una vita che non entro lì. Era il posto preferito di mamma.

Subito abbandonò la stanza.

Nonostante il sole stesse per lasciare completamente spazio alla notte, lui camminò verso la serra.

Aprì prestando molta attenzione la porta di vetro. Essa emise un terribile rumore. Qualche passo più avanti all'interno, vi era una pozzanghera. Guardò verso l'alto e vide diversi buchi nel tetto di vetro.

Suga continuò a camminare fino al centro della serra. C'era una piccola fontanella con vicino una panchina ormai rovinata dal tempo.
Sua madre era solita sedersi lì tutte le mattine.

Senza nemmeno aspettare, si fiondò sopra quel pezzo di mobilia che le aveva appena ricordato la figura materna. Senza nemmeno pensarci, una volta seduto, fece correre la propria mano sul posto vuoto al suo fianco. "Omma, tu eri sempre qui di fianco a me." Pronunciò tristemente.

Spese numerosi minuti a star seduto in quel luogo, senza far nulla, richiamando a se tutti i ricordi con la sua defunta madre.

"Cosa c'è Kuhn?" Chiese improvvisamente Suga.

Kuhn si fermò.

"L'ho vista entrare all'interno della serra prima e pensavo le servisse compagnia." Rispose. "Se lo desidera posso lasciarla solo." Aggiunse velocemente dopo.

"È okay, puoi rimanere qui se vuoi." Rispose Suga voltandosi verso la fontana.

Kuhn si avvicinò al padrone.

"Lo sai, certe volte mi chiedo perchè mamma non mi abbia portato con lei. Sarebbe stato meglio. Non avrei dovuto lavorare per il mio vecchio, non avrei dovuto fare nulla di sporco." Parlò Suga.

"Ma signore, se lei non fosse stata qui, non non avremmo lavorato per lei. E solo per farglielo sapere, alcuni di noi sono molto contenti di lavorare per lei." Rispose kuhn.

Suga si girò verso il proprio servo. "E tu saresti parte dell' 'alcuni di noi'?" Chiese. "Certamente signore." Rispose Kuhn senza alcuna esitazione.

Suga sorrise silenziosamente.

Kuhn si voltò verso la fontana. "Un'altra cosa, signore. Se non fosse stato qui, non avrebbe mai conosciuto quella ragazza."

"La ragazza... Dahee..." senza nemmeno rendersene conto, il sorriso sul suo volto si ingrandì ancora di più.

Allora si guardò attorno. Mentre fissava la serra, un'idea gli attraversò il cervello.

Sorrise ancora. "Kuhn, domani usciamo."

----------°•○•°----------

Suga e kuhn stavano aspettando pazientemente all'interno dell'auto.

"Kuhn, alza l'aria condizionata. Comincia a far caldo qua dentro." Parlò Suga.

La mano di Kuhn raggiunse il centro di controllo, aumentando l'aria e facendo tornare fresca l'automobile.

Suga si sedette nuovamente sul sedile di pelle. "Ora va meglio. Adesso, dov'è lei?" Disse guardando al di fuori del finestrino oscurato.

"Mi scusi signore, ma è sicuro che la ragazza venga da queste parti?" Chiese Kuhn.

Suga annuì. "Si. È stata lei a dirmi che lavorava in un bar nel vicinato." Rispose.

Kuhn annuì prima di gettare il proprio sguardo sullo specchietto retrovisore. "Signore..."

Suga lo guardò.

"Lei è qui." Disse.

Suga seguì lo sguardo del servo e vide Dahee. Si era vestita con una camicia bianca e un paio di pantaloni, con la sua immancabile borsa di pelle sulla schiena.

Dahee passò a fianco della loro auto senza nemmeno rendersi conto a chi appartenesse.

"Signore, dovrei iniziare a seguirla?" Chiese Kuhn.

"No. Aspettiamo ancora qualche minuto."

----------°•○•°----------

"Buon giorno." Dahee salutò la proprietaria del bar non appena entrò.

La diretta interessata sorrise. "Buon giorno a te, Dahee."

"Ciao Hye Jung Unnie." Disse Dahee prima di incamminarsi verso la stanza dello staff per cambiarsi e mettere l'uniforme. Non appena finì, uscì dalla stanza afferrando il prorpio grembiule, per poi raggiungere il bancone.

Pochi minuti dopo aver iniziato a lavorare, ella aveva gia portato a termine due ordini.

"Unnie, l'americano ed il marocchino sono pronti." Dahee piazzò sul bancone i due caffè con tanto di vassoio, facendo si che potessero venir presi e portati sui rispettivi tavoli. "Grazie Dahee." Hye Jung prese le ordinazioni.

Dahee stava oer continuare a lavorare quando un forte rumore di vetro rotto la interruppe.

Subito abbandonò la propria postazione per andare a vedere se la sua unnie fosse a posto. "Cos'e successo? Unnie stai bene?" Chiese.

Con la mano tremante, Hye Jung puntò il cliente. "L-lui" sussurrò.

Dahee si voltò e guardò nella direzione indicata da Hye Jung. Sussultò.

"Felice di vederti, Kim Dahee." Esclamò Suga.

Lei immediatamente si alzò da terra. "Cosa ci fai qui?"

"Volevo bere qualcosa." Disse, per poi sedersi ad un tavolo vuoto. Kuhn era in piedi di fianco a lui.

"Okay, ti preparerò il tuo drink, na promettimi che poi te ne andrai. Stai spaventando gli altri clienti." Disse Dahee guardandosi attorno. Alcuni erano gia pronti ad andarsene.

"Promesso." Suga annuì.

"Quindi, cosa desideri?"

"Un caffè freddo."

Dahee annuì. "E tu?" Chiese a Kuhn, il quale si limitò a squotere la testa.
"Okay" rispose.

Prima di raggiungere la macchina da caffè, provò ad abbassarsi per raccogliere il vetro.

"È tutto okay, ci penso io. Tu provvedi a fare i loro ordini." Hye Jung interruppe Dahee, la quale annuì.

Pochi minuti dopo era gia di ritorno con l'ordine di Suga.

"Ecco a te, il tuo caffè."  Disse piazzando sul tavolino la tazzina.

Lui ne prese un piccolo sorso, per poi parlare. "Questo è il miglior caffè freddo che io abbia mai bevuto."

"Ora dimmi perchè siete qui."

Suga mise di nuovo sul tavolino la tazzina di caffe, guardando la ragazza dritta negli occhi. "Ho un'importante cosa con cui discutere con te."

"Che cosa?"

"Vieni a casa mia finito di lavorare qua." Rispose brevemente.

"Non posso. Lo sai, oggi ho l'orario continuato." Rispose.

Suga serrò allora gli occhi. "Bhe, non c'è problema. Rimarrò qui ad aspettarti."

"No! Nel senso, non ce n'è bisogno. Verrò a casa tua." Rispose, ormai conscia di non poter far altro.

Suga si alzò. "Perfetto, ci vediamo dopo~" canticchiò prima di tormare da dov'era venuto, accompagnato ovviamente da Kuhn.

.:*•Spazio autrice•*:.

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𝙈𝘼𝙎𝙆𝙀𝘿 || ᵐⁱⁿ ʸᵒᵒⁿᵍⁱ (Traduzione Italiana) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora