[Weapon 7]

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Suga prese la sua forchetta e cominciò a mangiare il cibo portatogli dalla ragazza.

"Perchè non stai mangiando con me?" Chiese quando vide che Dahee non stesse toccando nulla di ciò che aveva nel piatto.

Lei scosse la testa. "Sono a posto così."

"Mangia." Fu tutto quello che gli disse in risposta Yoongi.

Dahee prese la sua forchetta e cominciò a mangiare tutto ciò che era in grado di far entrare in bocca.

Meow!

Mocha saltò improvvisamente sul tavolo da picnic.

"Mocha!" La mano della ragazza finì immediatamente sul pelo morbido della micetta, e lei cominciò a fare le fusa.

"Ti ama, questo e certo." Disse Suga.

Un piccolo sorriso apparve sul volto di Dahee.

Suga la guardò piu attentamente, avvertendo una strana sensazione allonstomaco. Il suo sorriso, in qualche modo, mi cattura, pensò.

L'orologio digitale della ragazza emise un sonoro beep, il suo sguardo finì immediatamente su quell'oggetto.

"O mio dio!" Si alzò in piedi e cominciò a raccattare le proprie cose. Suga la guardava. "Vai da qualche parte?"

"Mi dispiace ma devo andare."

"Dove?" Chiese Suga.

"Lavoro." Rispose brevemente lei, guardandolo per accertarsi di non renderlo nervoso.

"Tu lavori?"

"Devo farlo, altrimenti non riuscirei a sopravvivere."

Finalmente riuscì a prendere la borsa ed ad infilarci tutto all'interno.

"Scusa se te lo chiedo, ma potrei venire anche domani?" Chiese. Suga annuì.

"Basta che vieni alla stessa ora."
Dahee gli sorrise. "Grazie." Gli rivolse un ultimo sguardo e corse verso la porta d'ingresso.

Dopo poco, all'improvviso, Mocha salì sulle gambe di Yoongi, "dovresti ringraziarmi perchè ti tengo quì, palla di pelo." Mocha tornò a fare le fusa.

----------°•○•°----------

Alla stessa ora, il giorno seguente, Dahee raggiunse la casa di Suga.

Quando arrivò, le venne chiesto di aspettare nel soggiorno in attesa che tutto fosse pronto.

"Sei arrivata?" Yoongi entrò nella stanza con i capelli totalmente fradici. Si era vestito con una maglia lunga bianca ed i suoi caratteristici pantaloni neri a tre quarti.

"Si, e scusami se oggi non ho portato nulla, ma non ho avuto abbastanza tempo per cucinare." Si scusò.

"È tutto ok, ho chiesto ad uno dei miei uomini di cucinarci qualcosa."

"No, sono a posto."

Lui sospirò, per poi rivolgerle uno sguardo. "Potresti per una volta limitarti a rispondere 'va bene'?"

"Scusa."

Suga scosse la testa. "Aspetta qui."
Dopo nemmeno un minuto, Suga fu indietro da lei con in braccio il gatto.

"Oggi non lavori, giusto?" Chiese lui.

"In realtà no, devo essere a lavoro alle due."

"Alle due? Dovremmo avere abbastanza tempo. Andiamo fuori." Suga cominciò a camminare e Dahee lo seguì silenziosamente.

"Quindi..." Yoongi cominciò a parlare non appena furono seduti comodamente all'esterno.

Dahee lo guardò.

"Lavori?" Chiese, e lei annuì. "Dove?"

"Nel fine settimana lavoro in un bar poco distante." Rispose.

Suga annuì.

"Aspetta! Hai appena detto nel fine settimana? Ciò significa che lavori tutti i giorni?" Chiese.

Dahee senza rendersene conto si grattò il collo. "Diciamo di si, anche se il venerdì è il mio giorno libero." Sorrise debolemente.

"Parlamene di più."

Dahee spiegò a Suga come lavorasse il fine settimana nel bar alla fine del loro vicinato, mentre durante l'arco della settimana lavorava di giorno in una libreria e la notte in un minimarket. Inoltre, sotto sua richiesta, gli disse anche quanto guadagnasse ogni ora.

"E quante ore lavori di solito?" Chiese Suga.

"Cinque ore nei giorni del weekand e otto/dieci nei giorni lavorativi."

Kuhn apparì improvvisamente con due bicchieri contenenti un drink.

"Ti ringrazio." Dahee sorrise e lui si limitò ad annuire prima di scomparire alla stessa velocità con cui era arrivato.

"Bhe, direi che guadagni parecchio. Perchè fai tre lavori contemporaneamente?" Chiese incuriosito.

"È colpa di qualche debito?" Aggiunse poco dopo.

Dahee non era per niente a suo agio a parlarne.

"In parte è così."

Suga portò il suo sguardo su di lei, addolcendolo. "Potrei conoscere anche l'altra parte?"

Dahee cominciò a giocare con il bicchiere ormai vuoto. "A casa devo badare a mia madre, è malata, e poi devo pagare per i miei esami."

"Aspetta, devo chiederti due cose."
Dahee lo guardò.

"Okay, quindi tua madre è malata e sei una studentessa. Ma quanti anni hai?" Chiese Suga.

"Err, ventuno."

"Università?" E la ragazza annuì in risposta. "Ma quando vai a seguire le lezioni se lavori sempre?" Chiese nuovamente.

"Non lo faccio. Semplicemente studio da autodidatta a casa mia dopo aver finito di lavorare. Pago solo per gli esami." Rispose lei.

Suga si mise comodo sulla sedia, poggiando la schiena contro lo schienale ed emettendo un sospiro stanco. "Dev'essere dura. Credo tu sia un genio, è l'unica spiegazione che riesco a darmi dopo che sei sopravvissuta ad anche solo un anno simile."

"No, non lo sono." Rispose Dahee imbarazzata.

"Tuo padre non ne è a conoscenza?"

Dahee si leccò le labbra, riluttante se rispondere o meno. "Ci ha lasciate per un'altra donna quando avevo tre anni."

Suga immediatamente serrò un pugno. "Cosa?! Quindi lui non ne sa nulla? Nè di tua madre nè di tutto quello che fai?" Con suo grande dispacere, lei scosse la testa come per rispondere negativamente.

"Sicura?"

Lei annuì.

Presto fu ora per Dahee di lasciare quel luogo per recarsi a lavoro.

Diede un leggero bacio sulla testa di Mocha. "Fai la brava fino a quando non ci vedremo nuovamente, intesi?"

"Potresti venire anche domani."

"No, non posso."

Suga alzò un sopracciglio. "Il motivo?"
"Domani devo lavorare per tutto il tempo. Ho giusto dieci minuti per fare una pausa pranzo." Dahee sorrise debolemente. Gli era riconoscente. "Grazie per oggi." Si girò per andarsene, ma Suga la fermò.

"Qual'è il tuo nome?"

"Dahee. Kim Dahee."

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𝙈𝘼𝙎𝙆𝙀𝘿 || ᵐⁱⁿ ʸᵒᵒⁿᵍⁱ (Traduzione Italiana) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora