[Weapon 16]

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La madre di Dahee si asciugò una lacrima che minacciava di scenderle dall'occhio.

"Come ti potrò mai ripagare?" Esclamò guardando Suga.

Prima che il diretto interessato potesse rispondere, Dahee prese parola. "Certamente lo ripagherò lavorando. Tu non dovrai fare altro che guarire, omma. Lo sai che ho bisogno di te al mio fianco."

Sua madre annuì prima di portare lo sguardo su Suga. "Ogni tanto sembrerà troppo seria, ma credile ad ogni parola che dice. Se afferma che ti pagherà, lo farà nel minor tempo possibile." Spiegò sua madre.

Dopo pochi minuti, la madre di Dahee si addormentò.

Suga e Kuhn erano in piedi di fianco alla porta, entrambi osservavano Dahee coprire amorevolmente con una coperta la madre.

"È brava a nasconderci le cose, huh?" Sussurrò Suga abbastanza forte da farsi sentire da Kuhn.

Dahee camminò verso di loro. "Grazie per tutto l'aiuto di oggi. Ci vediamo domani?"

Suga controllò il proprio orologio. "Hai mangiato?" Chiese.

"C-Cosa?" Dahee lo guardò con uno sguardk confuso.

"Ti ho chiesto, hai mangiato?" Ripetè Yoongi.

Dahee scosse la testa.

Era stato il giorno precedente, l'ultimo pasto che aveva magiato. Era stata troppo impegnata quella mattina per poter pranzare, nonosntante quando si era ritrovata a parlare con il medico esso fosse stato uno dei suoi pensieri. Ma da quando Yoongi era arrivato, non ci aveva più pensato.

"Mangerai con me. Ti aspetto nel corridoio." Suga si girò, ma dopo nemmeno un secondo Dahee lo fermò. "Mi dispiace."

Suga si congelò sul posto, girandosi.

"Non posso venire con te." Spiegò la ragazza.

Suga sembrò confuso. "Tua madre sta dormendo. Se sei preoccupata per lei posso lasciare qui Kuhn oppure chiamare uno dei miei uomini."

Lei scosse la testa. "No, è okay."

Suga prese il proprio telefono e chiamo qualcuno. "Sunyoul, vieni subito all'ospedale. Voglio che tu faccia da guardia alla paziente della stanza numero 611. Portati con te qualcuno, vi voglio qui fra dieci minuti."

"Yah! Non hai sentito cosa ti ho detto?" Dahee avrebbe tanto desiderato urlargli contro.

Suga le mise l'indice sopra le labbra. "Non avrai mica intenzione di svegliare tua madre, eh?"

Dahee si ammutolì all'istante.

"Adesso aspettiamo i miei uomini qua fuori." Aggiunse poco dopo.

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Dahee guardava Suga mentre egli afferrava le proprie bacchette per mangiare il suo jajangmyeon. Lei prese un piccolo morso dei suoi noodle.

"Sei sicuro di essere per davvero il futuro erede di un gruppo mafioso?" Chiese a un certo punto la ragazza.

Suga la guardo. "Cofaintenfi?"

Dahee ridacchiò. "Non rispondere, prima
ingoia quello che hai in bocca."

Suga alzò le spalle e mandò giù ciò che aveva in bocca. "Perchè me lo stai chiedendo?"
"Non avrei mai immaginato che un mafioso mangiasse in un ristorante come una persona normale."

Suga tossì. "Cosa? Secondo te dovrei mangiare tutti i giorni in ristoranti a cinque stelle?"
Dahee non esitò ad annuire.

"Guardati attorno, guarda tutti quelli che sono vicino a noi. Vedi questi ragazzi? Normalmente fanno affari con la mia famiglia. Droga. Mio padre è sempre in contatto con loro." Spiegò Suga con il suo solito tono di voce calmo e pacato.

"Sono pericolosi? Stanno per attaccarti?" Dahee era preoccupata. "Hanno qualche arma sopra i tavoli?" Chiese Suganin un sussurro. Dahee provò a guardare.

Il fiato le si bloccò in gola. Dal suo posto, poteva vedere benissimo come tutti avessero dei coltelli luccicanti fra le proprie mani.

"Coltelli." Sussurrò.

"Okay." Suga prese dalla propria giacca la sua pistola. "Yah, cosa stai facendo!" Sussurrò nuovamente Dahee.

"Nulla." Rispose Suga maneggiando a mezz'aria la pistola, in modo che tutti potessero vederla.

Dahee vide come tutti misero al proprio posto i coltelli.

"Wow." Sussurrò Dahee. "Ho ucciso uno dei loro amici." Esclamò ad un certo punto Suga. Dahee sussultò sotto shock. Non si sente in colpa per aver ucciso qualcuno? Pensò.

"Vai a chiederglielo se non ci credi." Aggiunse poco dopo. Dahee scosse la propria testa, scusami ma non ho vohlia di buttare via la mia vita. Mi sono gia complicata l'esistenza accettando di lavorare a casa tua.

Suga appoggiò le bacchette. "Adesso parliamo di noi."

"Noi?" Ripetè Dahee.

Suga annuì. "Quando inizierai a rispettarmi in quanto tuo capo?"
"Scusami?" Dahee lo guardò confusa.

"Bhe, ti ho aiutato molto, non trovi?"

"Si, ma io non te l'ho mai chiesto."

"Ma guarda un po te! Tsk, come sta adesso la tua adorata madre?" Rispose Suga.

"Bene." Fua risposta di Dahee.

Suga ghignò.

"Cosa vuoi che faccia? Dovrò lavorare da te per più tempo?" Chiese Dahee.

Lui scosse la testa.

"Allora cosa?" Dahee stava cominciando a essere infastidita da questo suo comportamento.

Suga la guardò negli occhi.

"Pronuncia il mio nome."

𝙈𝘼𝙎𝙆𝙀𝘿 || ᵐⁱⁿ ʸᵒᵒⁿᵍⁱ (Traduzione Italiana) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora